Il Decreto Sicurezza (DL 48/2025), uno dei provvedimenti bandiera del governo Meloni, è diventato oggi ufficialmente legge dopo il voto di fiducia al Senato, con 109 voti favorevoli, 69 contrari ed un’astensione.
Il testo era già stato approvato dalla Camera il 29 maggio scorso e la fiducia posta dal governo ha impedito ulteriori modifiche.
Contenuti principali della Legge
Il DL Sicurezza introduce una serie di novità rilevanti in materia di ordine pubblico e sicurezza:
- Introduzione di 14 nuovi reati, tra cui:
- Occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui
- Blocco stradale
- Rivolta nelle carceri e nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR), considerata reato anche in caso di protesta pacifica.
- Inasprimento delle pene per altri 9 reati già esistenti, soprattutto quelli commessi nelle vicinanze di stazioni ferroviarie, metropolitane o a bordo dei treni
- Rafforzamento della tutela penale per le forze di polizia, con aggravanti specifiche per lesioni, resistenza e violenza a pubblico ufficiale
- Nuove norme contro terrorismo e criminalità organizzata, tra cui la punibilità della detenzione di materiale con finalità di terrorismo e la diffusione online di istruzioni per compiere atti violenti o sabotaggi
- Maggiori controlli sui noleggi auto, anche per contrastare reati di mafia e criminalità organizzata.
Iter e polemiche
Il decreto era stato adottato dal governo l’11 aprile 2025 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il giorno successivo. La conversione in legge è avvenuta tramite la questione di fiducia, scelta che ha suscitato forti proteste da parte delle opposizioni, che hanno definito il provvedimento una “svolta autoritaria” e una “deriva liberticida”. Durante la seduta al Senato, i senatori di Pd, M5s e Avs hanno manifestato sedendosi a terra e mostrando cartelli di protesta contro le nuove norme che colpiscono anche la resistenza passiva e il blocco stradale.
Le reazioni del mondo politico
- La maggioranza ha difeso la legge come un necessario rafforzamento dei presidi di legalità e di tutela dell’ordine pubblico, sottolineando la necessità di garantire la sicurezza dei cittadini e la libera circolazione, soprattutto nei trasporti pubblici
- Le opposizioni hanno invece criticato duramente il decreto, accusando il governo di comprimere il diritto al dissenso e di introdurre norme che rischiano di criminalizzare proteste pacifiche e situazioni sociali delicate, come la presenza di bambini in carcere.
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