Giunge puntuale come sempre, portando con sé uno stato di malinconia collettiva e di sconforto che lascia fiacchi e demotivati, buttando giù come nessun altro giorno.
Parliamo del Blue Monday, una particolare giornata che cade solitamente il terzo lunedì di Gennaio, quest’anno il 20, e nota come quella più triste dell’anno.
Una giornata difficile da portare avanti a causa di ben precisi fattori, quali il freddo, le poche ore di luce, e il rientro al quotidiano dopo le festività natalizie.
Le sensazioni evocate rispecchiano perfettamente una tipica mattina del primo mese del calendario, caratterizzata da un tempo meteorologico non propriamente “invitante”, fatto di temperature rigide e cielo grigio. Che trovano una perfetta “connessione” – quasi speculare – nel proprio tono psico-fisico e nel proprio umore, cupo e poco incline a partecipare alle attività quotidiane in scaletta.
A ciò si aggiungono i voli pindarici della propria mente, rivolta alle vacanze oramai “andate”. Ma concentrata anche sul proprio portafoglio, alleggerito dalle spese sostenute proprio alla luce di quelle feste tanto rimpiante.
Un contesto tutto emotivo, allora, quello nel quale nasce il Blue Monday, un fenomeno discusso e analizzato in tutto il mondo. Ma di cosa si tratta esattamente? E perché è il terzo lunedì del mese di Gennaio il giorno “deputato” a rappresentarlo?
Scopriamone di più proseguendo nella lettura, così da avere tutte le risposte ad una “ricorrenza” che, nel bene e nel male, fa parlare di sé attirando di certo molta attenzione.
Il lunedì più cupo: quali sono le sue origini?
Prende questo nome in quanto il lunedì è sovente associato a sentimenti di tristezza: nel Blue Monday ci si lascia infatti alle spalle il divertimento e il relax del weekend preparandosi a riprendere la routine lavorativa e tutto ciò che ne consegue. Con gli inevitabili impegni, lavorativi e non, e le problematiche che non mancano mai.
Il colore blu, che caratterizza la giornata dandole questo appellativo, vede le sue radici nel XIV secolo, periodo in cui lo scrittore inglese Geoffrey Chaucer inserì all’interno del poema “The Complaint of Mars” il verso “with tears of blue and a wounded heart”, che vuol dire “con lacrime blu e un cuore tormentato”. Un’espressione in cui la parola blu si collega alla tristezza, non identificando dunque (più) solo una tonalità.
La cadenza del Blue Monday, come anticipato, è il terzo lunedì di ogni Gennaio, tra la parte centrale e quella finale del mese. Una posizione – per così dire – mirata, che ben spiega i pensieri ricorrenti in questo giorno, non esattamente positivi e propositivi, e contraddistinti da tanta mestizia.
Ma perché proprio il terzo lunedì? Cosa si cela dietro questa scelta? Iniziamo col dire che il termine Blue Monday fu adoperato per la prima volta nel 2005 su Sky Travel, un canale britannico dedicato ai viaggi, come trovata pubblicitaria. In quell’anno Cliff Arnall, uno psicologo della Cardiff University, creò una formula per calcolare quale fosse il giorno più triste dell’anno. Ed il risultato, sulla base di ben determinatori fattori – quali le condizioni metereologiche, il livello di debiti e di motivazione personale – mostrò appunto questa specifica “cadenza”. Coincidente con il terzo lunedì di Gennaio, ritenuto il giorno maggiormente soggetto a malumore o a stati depressivi.
I motivi? Diversi, e tutti strettamente correlati al clima invernale e al “sentire” di questo periodo dell’anno.
Le basse temperature e dunque le giornate frequenti di cattivo tempo, in primo luogo. Ma anche le poche risorse economiche a seguito delle festività natalizie, e l’aumento di peso dovuto proprio alle festività. Come pure la “distanza” che separa dalle successive vacanze e la pressione dei buoni propositi che ci si è proposti di rispettare, e dai quali tuttavia ci si sente inevitabilmente “schiacciati”.
