La Redazione di MondoUomo.it ha percorso l’Indonesia tra giugno e agosto, i mesi più intensi per il turismo europeo, quando Bali, Giacarta, Gili Trawangan, Nusa Lembongan e Nusa Penida si trasformano in crocevia cosmopoliti.
Le previsioni degli esperti parlavano chiaro: nel 2025 ed ancor più nel 2026 l’arcipelago indonesiano sarebbe stata la meta più desiderata dagli europei.
Un trend che non sorprende: l’Indonesia non è solo mare da cartolina, ma un mosaico di culture, contraddizioni e suggestioni. Un viaggio che mette alla prova i sensi, costringe a riflettere sul significato di lusso e autenticità, e che lascia ricordi destinati a rimanere nel tempo.
Siete pronti? Mettetevi comodi, comincia il nostro viaggio-reportage!
Giacarta: la metropoli che non dorme
Atterrare a Giacarta significa essere travolti da un vortice. La capitale è immensa, caotica e soffocata dallo smog. L’aria è pesante, il traffico infinito, le sirene e i clacson un sottofondo costante.
Eppure, è proprio qui che l’Indonesia mostra la sua prima grande contraddizione.

Da un lato, quartieri degradati, dove la povertà è evidente in ogni dettaglio: case fatiscenti, strade dissestate, spazi senza ordine né armonia. Dall’altro, Sudirman, il distretto finanziario, un mondo parallelo di grattacieli, ristoranti di fascia alta e locali cosmopoliti.
In un attimo passi dal terzo mondo a Manhattan…
ci siamo detti osservando il contrasto…
Per il viaggiatore europeo, Giacarta non è la città delle attrazioni turistiche. È piuttosto un’esperienza urbana estrema, un luogo che ti mette davanti alle sfide del vivere quotidiano in una delle metropoli più contraddittorie al mondo.
Bali: l’isola degli dei
Bali è diversa. È un luogo che vibra di spiritualità e bellezza. In un Paese a maggioranza musulmana, quest’isola resta a prevalenza induista, con un culto che si manifesta in templi, statue, cerimonie e in quell’atmosfera che sembra sospesa tra sacro e profano.


Ubud, il cuore culturale
Abbiamo soggiornato a Ubud, centro artistico e spirituale. È una città viva, caotica, con traffico e rumore, ma anche architettura sorprendente, fatta di linee che rompono con qualsiasi standard occidentale. Ogni angolo racconta una storia, ogni tempio un rituale.


In bicicletta, guidati da un local, ci siamo addentrati nelle risaie. Qui cresce una varietà autoctona di riso che scandisce la vita rurale da secoli. Le distese verdi a terrazze non sono solo un paesaggio da fotografare: sono il cuore pulsante di Bali, un patrimonio vivo.
Il gusto del Kopi Luwak
A Bali abbiamo anche assaggiato il Kopi Luwak, uno dei caffè più rari al mondo, ottenuto dai chicchi ingeriti e poi espulsi dallo zibetto delle palme. Il sapore è intenso, deciso, con un retrogusto che sorprende.


È il simbolo di come a Bali la cultura e la natura si intreccino senza paura di stupire.
La doppia anima del divertimento
Non solo spiritualità: Bali è anche vita notturna. A Ubud e a Denpasar i locali e le discoteche animano le serate, creando un mix di tradizione e modernità che lascia il viaggiatore sospeso tra mondi diversi.
Nusa Lembongan e Nusa Penida: bellezza ruvida e scenari da cartolina
A un passo da Bali, ma lontane nella sensazione che trasmettono, le isole Nusa sono un capitolo a sé.
Lembongan, tra turismo e autenticità
Nusa Lembongan accoglie i viaggiatori con resort e alberghi affacciati su un mare azzurro cristallino. Non è un’isola per chi cerca comfort occidentali impeccabili: le strade sono poche e non sempre asfaltate, la spazzatura nelle vie interne tradisce la fatica della modernità.
Ma per chi ama l’essenza selvaggia, Lembongan è una gemma.

Dall’isola partono escursioni in barca che regalano momenti indimenticabili: snorkeling e diving tra barriere coralline, mante che danzano leggere, tartarughe che emergono dall’acqua, e a volte persino delfini che accompagnano i viaggiatori.
Penida, l’isola delle foto perfette
Più grande e montuosa, Nusa Penida è meno abitata. La sua fama è legata a due luoghi iconici: Broken Beach e Kelingking Beach. Qui i paesaggi sembrano scolpiti per Instagram: spiagge bianchissime, scogliere spettacolari, mare profondo.
«Sono posti da cartolina. Ma dopo la foto resta il silenzio» – abbiamo scritto nei nostri appunti.
Gili Trawangan: il paradiso senza motori
Tra le tre isole Gili, Trawangan è la più celebre e forse la più amata dagli europei, in particolare dagli italiani. È un villaggio estivo a cielo aperto, con un lungomare che racchiude resort, ristoranti, discoteche e locali.
Il mare qui è il più bello dell’intero viaggio: trasparente, intenso, abbagliante. Le immersioni regalano scenari indimenticabili, e la sabbia bianca invita al relax assoluto.

La vera particolarità? L’assenza di motori. Niente auto, niente scooter a benzina: ci si muove a piedi, in bici, con scooter elettrici o carri trainati da cavalli. È un ritorno a un tempo diverso, dove la velocità non ha spazio e il ritmo è dettato dal mare.
Eppure, anche qui, il contrasto è evidente: al benessere del lungomare si oppone la semplicità delle case interne, dove la vita scorre lontana dai riflettori del turismo internazionale.
Il sapore dell’Indonesia
Il viaggio in Indonesia è anche un viaggio gastronomico.
Il cibo è piccante, speziato, sorprendente. Il Nasi Goreng – riso fritto con verdure, pollo o pesce e uovo – è il piatto simbolo, nella sua semplicità gustosa. Il Mie Goreng lo sostituisce con spaghetti di riso o soia, regalando una consistenza diversa.
Il Satay, spiedino di pollo piccante e speziatissimo, è una piccola esplosione di sapori. E poi c’è il pesce: tonno grigliato, freschissimo, cucinato con sapienza.
La birra costa pochissimo, mentre i superalcolici raggiungono prezzi alti, segno di un mercato che segue regole precise.
Il lato umano dell’Indonesia: sorrisi ed ospitalità
Forse il ricordo più forte dell’Indonesia non è il mare, né i templi, ma la gente.
I balinesi e gli abitanti delle altre isole hanno un modo unico di accogliere: sorridenti, socievoli, sempre pronti ad aiutare.
Parlano inglese con sorprendente fluidità e amano raccontare la loro cultura, se trovano interesse sincero nei viaggiatori. Non è un’accoglienza forzata, ma una disponibilità autentica, che colpisce più di qualsiasi paesaggio.
Consigli pratici per viaggiatori sofisticati
- Trasporti: Grab è la soluzione più comoda ed economica, anche per gruppi. Una corsa da 6 persone non supera i 4-5 euro.
- Costo della vita: bassissimo, soprattutto per cibo e trasporti.
- Esperienze da non perdere: le risaie di Ubud in bici, il Kopi Luwak, lo snorkeling a Lembongan, il mare di Gili Trawangan.
- Attenzione: Giacarta non è una città da visitare per monumenti o paesaggi, ma per comprendere il lato urbano e sociale dell’Indonesia.
L’Indonesia come riflessione sul lusso
Alla fine del viaggio, ci siamo chiesti cosa significhi davvero lusso.
Non è solo il comfort di un resort a cinque stelle, né l’esclusività di un caffè raro come il Kopi Luwak. È piuttosto la possibilità di vivere esperienze autentiche, di lasciarsi sorprendere dalle contraddizioni, di incontrare sorrisi sinceri.
L’Indonesia non è un viaggio semplice. È un mosaico che richiede attenzione, curiosità e apertura. Ma per chi cerca un’esperienza che unisca bellezza, cultura e umanità, resta una delle destinazioni più straordinarie del nostro tempo.