Il 2024 è oramai alla sua chiusura e siamo dunque già proiettati verso un 2025 che ci promette grandi cose nel campo dell’arte e della cultura.
Nella primavera 2025, ad esempio, lo Studio Esseci ci informa che a Palazzo dei Diamanti saranno esposti i capolavori di due protagonisti dell’arte europea tra Otto e Novecento: Alphonse Mucha e Giovanni Boldini, straordinari cantori della bellezza e del fascino femminile.
Artista di origini ceche, Alphonse Mucha raggiunse la fama internazionale nella Parigi fin de siècle. Sebbene sia noto in tutto il mondo per i manifesti degli spettacoli della celebre attrice Sarah Bernhardt, Mucha fu poliedrico e versatile: oltre che pittore, disegnatore e illustratore, fu anche fotografo, scenografo, progettista d’interni creatore di gioielli e packaging designer. Le sue opere divennero presto emblematiche della nascente Art Nouveau.

La grande mostra monografica, organizzata da Arthemisia e Fondazione Ferrara Arte in collaborazione con la Mucha Foundation e curata da Sarah e John Mucha, racconta la biografia, il percorso artistico e i molteplici aspetti della produzione di Mucha, il quale era fermamente convinto che la bellezza e la forza ispiratrice dell’arte potessero favorire il progresso dell’umanità e garantire la pace e l’unione dei popoli.
Donne aggraziate ed eleganti furono indiscusse protagoniste non solo delle opere di Alphonse Mucha, ma anche di quelle di Giovanni Boldini che, come l’artista ceco, risiedette stabilmente a Parigi, dove si affermò come ritrattista mondano, ricercatissimo da una facoltosa clientela internazionale. Le sale dell’ala Tisi di Palazzo dei Diamanti ospiteranno una significativa selezione di dipinti, disegni e incisioni dedicati al tema del ritratto e della figura femminile provenienti dal Museo Giovanni Boldini, la più importante raccolta pubblica di opere del grande maestro ferrarese. Insieme a capolavori come La signora in rosa e Fuoco d’artificio saranno presentati studi di donne a figura intera e di singoli volti femminili che documentano il rapporto dell’artista con la vita reale.

Al Museo Civico di Manduria, invece, ci preme segnalare che sino al 23 febbraio sculture, installazioni e disegni in dialogo costante con i reperti della Prima e Seconda guerra mondiale per una riflessione sul tema della pace.
Una riflessione sul concetto di pace, da quella soggettiva in rapporto all’identità a quella universale. Un tema quanto mai attuale reinterpretato nella mostra “Pace d’Orbi d’Orbis” dell’artista Ezia Mitolo che sarà visitabile dal 21 dicembre al 23 febbraio nelle sale del Museo civico di Manduria, in provincia di Taranto.

Chicca imperdibile anche a Fermo, dove dal 20 dicembre e fino al 04 maggio 2025 a cura di Biba Giacchetti si potranno ammirare oltre 50 fotografie del celebre fotografo americano Steve McCurry esplorano un percorso emozionante sull’infanzia. È l’unica esposizione tematica interamente dedicata ai bambini, realizzata nell’arco di quasi cinquant’anni di carriera di Steve McCurry. Le immagini alternano guerra e poesia, sofferenza e gioia, stupore e ironia.
Uno splendido inizio 2025 per la Fondation Beyeler che si appresta a presentare la mostra tematica «Luci del nord» che si concentra su circa 70 dipinti di paesaggio eseguiti tra il 1880 e il 1930 da artiste e artisti scandinavi, finlandesi e canadesi, inclusi capolavori di Hilma af Klint e Edvard Munch. Fonte di ispirazione comune è la natura nordica, in particolare la foresta boreale. I boschi all’apparenza incommensurabili, la luce splendente delle giornate pressoché senza fine d’estate, le lunghe notti d’inverno e i fenomeni naturali come l’aurora boreale hanno generato una particolare forma di pittura moderna, tipica del nord, capace di esercitare una forte attrattiva e un grande fascino. Il singolare paesaggio nordico in tutta la sua diversità è il vero protagonista di questa esposizione che raccoglie opere di Helmi Biese, Anna Boberg, Emily Carr, del principe Eugenio, di Gustaf Fjæstad, Akseli Gallen-Kallela, Lawren S. Harris, Hilma af Klint, J. E. H. MacDonald, Edvard Munch, Ivan Šiškin, Harald Sohlberg e Tom Thomson. E’ la prima volta che in Europa si dedica una mostra a questo tema.

Per tornare in Italia eccoci all’Aquila dove a cura della Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre in Corso Vittorio Emanuele II, n.23 dal 13 dicembre 2024 al 26 gennaio 2025 la Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre ospiterà la mostra Del resto di Piotr Hanzelewicz, a cura di Emiliano Dante, con i testi in catalogo di Emiliano Dante, Michela Becchis e Francesco Avolio, con il patrocinio e il contributo dell’Istituto Polacco a Roma.
Il progetto Del resto tratta la tematica del “denaro” e delle sue implicazioni. Il lavoro di Hanzelewicz fonda spesso sulla natura etimologica delle parole coinvolte nella sua ricerca artistica: lo stesso titolo della mostra è in realtà un gioco di parole riferito al termine “resto”.
Altra visita del 2025 per iniziare l’anno nel meglio dei modi eccola a Palazzo Chiericati a Vicenza dove apre al pubblico la nuova Ala Roi.
Le 11 nuove sale restaurate e completamente rinnovate che accolgono più di 300 opere, alcune delle quali mai esposte in precedenza. Con l’apertura dell’Ala Roi, intitolata al marchese e grande mecenate vicentino Giuseppe Roi, il Museo di Palazzo Chiericati, una delle più importanti collezioni civiche del Veneto, offre a vicentini e turisti un suggestivo viaggio nella storia dell’arte vicentina e veneta, completando, in modo organico e permanente, il percorso dal Duecento alla fine dell’Ottocento. Nella sua nuova veste, l’Ala Roi propone ed espone infatti il meglio dell’arte nelle sue diverse manifestazioni del Seicento, Settecento e dell’Ottocento, secoli fondamentali nella storia e nella produzione artistica del territorio. Tra i capolavori esposti, le pale di Tiepolo e Piazzetta provenienti dalla chiesa vicentina dell’Araceli e il corpus dei bozzetti in terracotta della bottega di Orazio Marinali.
Arriviamo infine nella bella Emilia, a Bologna per annunciare che dal 6 febbraio al 7 settembre 2025, in occasione del 50esimo anniversario della fondazione della Galleria d’Arte Moderna di Bologna, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici Bologna presenta la grande mostra collettiva Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo, con la curatela di Lorenzo Balbi e Caterina Molteni.
Pensata per gli spazi della Sala delle Ciminiere, con più di 100 opere e documenti d’archivio di oltre 70 artisti, l’esposizione attraversa un arco di tempo di circa settant’anni – dagli anni Cinquanta a oggi – proponendosi di ripercorrere la storia dell’arte italiana tramite il tema dell’ironia.
E queste sono solo alcune delle tante occasioni per vivere la bellezza dell’arte. Seguiteci ancora nel corso del 2025 e ne scoprirete tante altre!