La conversione in legge del cosiddetto “Decreto PA” (Legge 9 maggio 2025, n. 69) rappresenta un passaggio chiave nella modernizzazione della Pubblica Amministrazione italiana, segnando il riconoscimento ufficiale della figura del Social Media e Digital Manager all’interno degli organici pubblici.
La formalizzazione della figura del Social Media Manager segna un cambio di paradigma nella gestione della comunicazione istituzionale, ponendo le basi per una PA più trasparente, innovativa e orientata al cittadino.
Quadro normativo e finalità
L’articolo 4-bis, comma 9-nonies della legge, prevede che ogni amministrazione possa individuare, tra il personale già in servizio o tramite nuove assunzioni autorizzate, specialisti con competenze certificate in comunicazione digitale e gestione dei social media. L’introduzione di questa figura risponde all’esigenza di rafforzare la transizione digitale, garantendo una presenza istituzionale efficace e trasparente nei canali digitali e social.
Ruolo e responsabilità
Il Social Media Manager pubblico avrà il compito di:
- Elaborare strategie di comunicazione digitale coerenti con la mission dell’ente
- Gestire e presidiare i canali social istituzionali, prevenendo e gestendo eventuali crisi reputazionali
- Promuovere l’utilizzo consapevole delle nuove tecnologie, dall’AI alla realtà virtuale, per migliorare i servizi e il dialogo con i cittadini
- Favorire la trasparenza, la partecipazione e la fiducia verso le istituzioni pubbliche.
Impatto occupazionale e professionale
La norma non impone un obbligo di assunzione, ma apre la possibilità di selezionare tra i 13.000 e i 16.000 nuovi profili tra Comuni, Regioni e altri enti, oltre a regolarizzare il ruolo di oltre 20.000 professionisti già attivi ma spesso privi di inquadramento formale. Si tratta di un passo fondamentale anche per la stabilizzazione di freelance e collaboratori precari, che potranno beneficiare di un riconoscimento contrattuale e di tutele adeguate.
Prospettive e criticità
L’istituzionalizzazione del Social Media Manager nella PA è stata accolta positivamente dalle associazioni di settore, che ne sottolineano il valore strategico per l’efficientamento della comunicazione pubblica e la modernizzazione delle policy digitali. Tuttavia, la reale efficacia del provvedimento dipenderà dalla capacità degli enti di investire nella formazione continua, di definire standard professionali omogenei e di integrare la comunicazione digitale con i processi decisionali interni.