Come il Re dei nani della Montagna, nel famoso libro di Tolkien, Carlo Galgani è l’ultimo di una grande stirpe di fabbri artigiani.
Attraverso le bellissime foto del fotografo professionista Valerio Pagni incontriamo dunque uno storico, e straordinario, artigiano della lavorazione del ferro battuto e le immagini parleranno più delle parole.
Il mestiere di fabbro del ferro nasce prima del 1700 e Carlo nella sua Ferriera, a Pié Lucese, nel comune di Pescaglia in provincia di Lucca, è ancora un fabbro che batte il maglio con la forza dell’acqua. Acqua che dunque serve a produrre fuoco ed energia elettrice.
La Ferriera di Carlo Galgani ogni anno ha visitatori da tutto il mondo.
Carlo Galgani, oggi ottantacinquenne, è ancora un fabbro attivo ed è l’ultimo a lavorare ancora come un tempo.
Nella sua ferriera il ferro si scalda con il carbone e si distende sotto i colpi del maglio che funziona grazie alla forza dell’acqua.
Come dicevamo già nel Rinascimento i familiari di Carlo erano dediti a fare i fabbri e l’attività si svolgeva a Piegaio, poi fu all’inizio del 1900 che si trasferirono per aprire una ferriera a Piè Lucese.
“Quanta strada” ricorda Carlo “ha fatto mia padre a piedi da Piegaio a Piè Lucese, tutti i giorni, quattro chilometri, io che fin da bambino sono andato a bottega dal mi babbo, a volte raccattavo una bicicletta, prestata, e con quella facevo prima”.
Ma poi anche lui quella strada l’ha percorsa a piedi, come faceva il padre, e a volte con un ciuchino, che lo aiutava a trasportare il ferro,
Ma Carlo non si riposava mai? “Certo, la domenica spengevo i fuochi e anche il 10 agosto per San Lorenzo. Il resto era tutto lavoro!”
Carlo usa solo materiale di riciclo, come verghe dei treni e pezzi di aerei.
Oggi il lavoro è diminuito rispetto ai tempi d’oro della ferriera, perché gli attrezzi per lavorare la terra sono in disuso come l’agricoltura: zappe, vanghe, pale, picconi, accette, falci, roncole.
Ma ci sono ancora coltelli e padelle che si possono fare e l’eredità di questo mestiere Carlo è sicuro che non svanirà nel nulla, perché a causa degli acciacchi, dovuti all’età, riceve ogni settimana il prezioso aiuto del nipote Nicola che così sta imparando tutti i trucchi di un’arte antica come il mondo.
È superfluo dire quanto sia importante che i giovani raccolgano i mestieri, l’arte, il sapere che possono tramandare i vecchi grandi artigiani. Nel nostro paese siamo ricchi di mestieri preziosi che rendono la nostra terra unica e speciale. Ci auguriamo quindi che la storia di Carlo Galgani e di suo nipote possano essere di stimolo e di esempio per tante altre realtà italiane.
L’Antica Ferriera Galgani sembra spuntare, come la casa delle fate, nel respiro del bosco, con le sue pareti annerite di fuliggine, con le finestre aperte per lasciar passare il fumo, con il concerto ritmico dei colpi del maglio e con gli echi delle storie di un duro mestiere, scolpito nelle mani artigiane, di questo signore d’altri tempi.
Si ringrazia Valerio Pagni per il prezioso materiale fotografico.