Il 12 maggio 1995 si spegne Mia Martini; una grande artista di cui oggi conserviamo un ricordo straordinario.
Voce roca e grintosa sono i tratti distintivi di Mia Martini, interprete della grande musica italiana. Con le sue corde vocali ha intonato brani di successo, fra cui “Minuetto”, “Piccolo uomo”, “Gli uomini non cambiano”. L’artista calabrese ha portato sul palcoscenico canzoni che analizzano il complesso universo maschile. Una carriera segnata dai traguardi, ma anche dalle battute d’arresto. Un’infanzia difficile ed una vita caratterizzata da alti e bassi. Mia Martini ha subito il dolore dell’emarginazione, trovando la forza di rialzarsi.
L’esordio di Mia Martini
Domenica Berté, detta Mimì, nasce a Bagnara Calabra nel 1947. Secondogenita di una coppia di insegnanti, Mimì fin dagli anni giovanili mostra un grande interesse per il mondo della musica. Muove i primi passi esibendosi nelle feste di paese e nelle balere. Nel corso degli anni ’60 partecipa a diverse competizioni musicali, fra cui il Festival di Ancona. L’incontro con il produttore Alberto Crocetta risulta determinante per la sua carriera discografica. Crocetta, infatti, crede nel suo talento, tanto da volerla lanciare nel panorama musicale internazionale. Nel 1971 esce “Padre davvero”, il primo brano pubblicato con il nome Mia Martini.
Il successo internazionale
Gli anni 70 segnano l’inizio del successo della cantante calabrese. Nel 1973 il brano “Piccolo uomo” viene pubblicato in Germania. Sempre nello stesso anno incide “Minuetto“, composta da Dario Baldan Bembo e scritta da Franco Califano. La canzone risulta la più venduta dell’anno, tanto da farle vincere un disco d’oro e un disco di platino. Grazie alla sua voce viene notata da Charles Aznavour, che la sceglie per una tournée nei più grandi teatri mondiali.
Un’artista emarginata
Nonostante il suo straordinario talento, il percorso professionale di Mia Martini ha conosciuto una forte battuta d’arresto nel corso degli anni 80. Proprio in questo periodo iniziano a circolare delle voci infamanti che gettano un’ombra sulla sua vita e la sua carriera. Una diceria nata da una serie di coincidenze e alimentata dall’ignoranza umana. L’accusa di portare sfortuna parte da un suo vecchio impresario e si espande in poco tempo nell’ambiente dello swowbiz. Un mondo, già caratterizzato da invidie e maldicenze, che coglie l’occasione per allontanare un’artista talentuosa ed affermata. La cantante è stata vittima di una delle più becere forme di odio. Un’ostilità che ha segnato negativamente la sua carriera ma anche la sua vita.
Nel 1983 provata dagli eventi e sempre più emarginata, Mia Martini decide di allontanarsi dalle scene. Grazie alla sua determinazione, nel 1989, torna al Festival di Sanremo, con il brano “Almeno tu nell’universo”, dimostrando che non esiste talento senza difficoltà.
La morte
Mia Martini muore il 12 maggio 1995 nella sua casa di Cardano a Campo a soli 47 anni. Il 14 maggio, preoccupato dal suo silenzio, il suo impresario Nando Sepe irrompe nella sua casa, scoprendone il corpo esamine. La procura di Busto Arsizio dispone l’autopsia per far luce sul decesso, tuttavia le cause della morte non sono mai state accertate.
A trent’anni dalla sua scomparsa, Mimì continua a vivere nel ricordo delle sue sorelle e del pubblico che l’ha amata.
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