Lando Buzzanca è morto. L’attore di cinema e televisione è stato un simbolo dell’uomo contemporaneo, dando valore allo stile e alla classe in tutte le sue apparizioni.
Infatti, dopo il successo come sex symbol negli anni Settanta, Buzzanca ha saputo interpretare l’età come un modo per andare oltre il tempo, con ruoli sempre di maggior importanza. Purtroppo, Lando Buzzanca ha perso contro la malattia contro cui combatteva da tempo. Infatti, era stato ricoverato al Policlinico Gemelli per l’aggravarsi delle sue condizioni. La morte è avvenuta presso Villa Speranza.
Lando Buzzanca, l’ultimo periodo della sua vita
Nell’ultima fase della sua vita, il popolare attore viveva tra ricoveri e polemiche. Ormai 87enne, Buzzanca era stato trasferito in una residenza socio assistenziale – RSA – dopo una caduta avvenuta nell’aprile 2021. Per questo l’attore non si vedeva più in televisione, nemmeno come ospite. Lo scorso novembre la compagna Francesca Della Valle e il medico avrebbero denunciato la struttura per via di un aggravamento delle sue condizioni, mentre il figlio avrebbe denunciato entrambi per garantire la privacy del padre.
Lo scorso 8 novembre era stato quindi trasportato al Gemelli e poi portato in un centro di riabilitazione, dove poi è venuto a mancare.
Lando Buzzanca, Wikipedia ne celebra la carriera
Come per altri grandi attori ed artisti, Wikipedia ha una pagina dedicata anche a Lando Buzzanca. Nato a Palermo il 24 agosto 1935, Lando era figlio d’arte. La sua famiglia era infatti di attori e per diverso tempo lavorò per pagarsi gli studi di recitazione. L’esordio ufficiale arriva nel 1961 con Divorzio all’italiana, anche se Lando aveva avuto una piccola parte in Ben Hur. Il merlo maschio del 1971 lo consacra un sex symbol a livello internazionale. Lavora con le migliori attrici del tempo e fa incetta di film al cinema.
Dopo alcuni anni a teatro, Lando si reinventa negli anni Duemila, lavorando per diverse fiction della Rai. Dopo il grande successo de Il restauratore nel 2012, l’attore partecipa a Ballando con le stelle nel 2016 e Nel 2019 appare in quello che sarà il suo ultimo film, W gli sposi.
Lando Buzzanca films
Questi sono solo alcuni dei film dove Buzzanca ha partecipato come attore, senza contare gli oltre 20 progetti in Rai.
- Ben-Hur, regia di William Wyler (1959),
- Divorzio all’italiana, regia di Pietro Germi (1961),
- I giorni contati, regia di Elio Petri (1962),
- Giallo a Firenze (Escapade in Florence), regia di Steve Previn (1962),
- Totò di notte n. 1, regia di Mario Amendola (1962),
- Per qualche dollaro in meno, regia di Mario Mattoli (1966),
- 7 uomini e un cervello, regia di Rossano Brazzi (1968),
- Il trionfo della casta Susanna, regia di Franz Antel (1969),
- Quei temerari sulle loro pazze, scatenate, scalcinate carriole, regia di Ken Annakin (1969),
- Professione bigamo, regia di Franz Antel (1969),
- Le belve, regia di Giovanni Grimaldi (1971),
- Il vichingo venuto dal sud, regia di Steno (1971),
- Homo Eroticus, regia di Marco Vicario (1971),
- Il merlo maschio, regia di Pasquale Festa Campanile (1971),
- Quando le donne persero la coda, regia di Pasquale Festa Campanile (1972),
- Nonostante le apparenze… e purché la nazione non lo sappia… All’onorevole piacciono le donne, regia di Lucio Fulci (1972),
- Il sindacalista, regia di Luciano Salce (1972),
- Jus primae noctis, regia di Pasquale Festa Campanile (1972),
- L’uccello migratore, regia di Steno (1972),
- La calandria, regia di Pasquale Festa Campanile (1972),
- Il segreto del giaguaro, regia di Antonello Fassari (2000),
- Come inguaiammo il cinema italiano – La vera storia di Franco e Ciccio, regia di Ciprì e Maresco (2004),
- Cari amici vicini e lontani, episodio di Incidenti, regia di Toni Trupia (2005),
- I Viceré, regia di Roberto Faenza (2007),
- Achille, regia di Giorgia Farina (2010) – cortometraggio,
- L’ultimo passo del perdono, regia di Alessandro Derviso (2016) – cortometraggio,
- Chi salverà le rose?, regia di Cesare Furesi (2017).
Frasi di Lando Buzzanca
“Chi non ha rimpianti? Mi hanno sfruttato, ma mi sono anche lasciato sfruttare” disse a La Stampa già nel 1991. “La mia felicità è: un poco di spaghetti al pomodoro, pesce alla griglia, mia moglie, la campagna. E poi ascoltarmi mentre mi annoio, riposare” spiegava nel 2012 in un’intervista a La Nazione. All’alba delle 77 primavere, fece un bilancio della sua vita al quotidiano Libero: “La natura se ne frega di noi. È inutile gridare o disperarsi. Ci vuole misura nel dolore. E se esiste, la salvezza passa per l’ironia”.