Dal classico bacio sotto il vischio al demone di Babbo Natale austriaco, passando per il tipico Natale africano in spiaggia ed il pollo fritto giapponese: pensi davvero di conoscerle tutte?
L’immancabile albero di Natale, il cotechino, lo zampone ed il tradizionale scambio di doni: sono queste le principali consuetudini natalizie che caratterizzano gli ultimi giorni di ogni anno delle famiglie italiane. Ma quali sono le tradizioni di Natale che contraddistinguono gli altri paesi del Mondo? Andiamo a scoprirne alcune tra le più curiose e dalle origini particolari.
Le tradizioni inglesi del bacio sotto il vischio e del ceppo di Natale.
Partiamo da un grande classico sviluppatosi in Gran Bretagna intorno al 18esimo secolo ma ormai diffuso in tutto il mondo: il bacio sotto il vischio. Ma probabilmente molti non sanno che tutto ha origine da un antico mito nordico che narra di Frigg, dea dell’amore, la quale alla vista del cadavere di suo figlio Balder iniziò a piangere e le sue lacrime per magia si trasformarono in bacche di vischio bianche: quando queste toccarono il corpo dell’uomo egli tornò in vita. Da quel momento, per la grande felicità, la dea Frigg cominciò a baciare tutti coloro che fossero passati sotto l’albero del vischio, come simbolo dell’amore che sconfigge la morte.
Altra tradizione tutta britannica è quella legata al cosiddetto ceppo di Natale. In ogni casa è infatti abitudine accendere un ceppo di legno all’interno del proprio camino, farlo bruciare il più a lungo possibile ma lasciarne un pezzo da conservare per riaccenderlo l’anno successivo.
Krampus, il demone di Babbo Natale nella leggenda austriaca.
Non tutte le tradizioni natalizie sono gioiose e portatrici di buoni sentimenti, basti pensare alla spaventosa storia che viene raccontata ai bambini austriaci riguardante un alter-ego malvagio di Babbo Natale di nome Krampus. Si tratterebbe di un demonio che secoli addietro fu sconfitto da San Nicola e dunque costretto a diventarne suo servitore: da quel momento i bimbi buoni ogni anno ricevono regali da Babbo Natale, mentre quelli cattivi rischiano di finire nelle mani di Krampus che li mette in un sacco e li divora a fine giornata.

Questa terribile storia, in grado di far impallidire qualsiasi lupo cattivo delle nostre parti, prende forma per le strade dell’Austria quando uomini vestiti da Krampus girano indossando maschere, abiti laceri e catene arrugginite alla ricerca dei bambini che non si sono comportati bene nel corso dell’anno.
Il Natale in Svezia tra la festa di Santa Lucia e la grande passione per Paperino.
I festeggiamenti natalizi in Svezia hanno inizio il 13 dicembre con la celebrazione dedicata a Santa Lucia, una giovane cristiana che morì per la sua fede. In questo giorno dell’anno vige la tradizione secondo cui la figlia maggiore di ciascuna famiglia si alzi presto la mattina, indossi una veste bianca, una sciarpa rossa ed una corona di candele, per portare agli altri i lussekatter, dolci tipici della festa.
Se da noi nella programmazione televisiva di Natale non possono mancare il Grinch od il celebre film Una poltrona per due, ogni anno circa uno svedese su tre si sintonizza per riguardare uno storico episodio natalizio di Paperino, uno dei più celebri personaggi dei cartoni animati, risalente addirittura al 1958.
Il Natale “estivo” in Africa, tra foglie di palma e riti religiosi.

Se nel continente europeo i giorni di Natale segnano l’arrivo dell’inverno, in Africa nei mesi di dicembre e gennaio si è in piena estate. In particolare, secondo il rito della Chiesa Copta Natale si celebra il 7 gennaio, e nella maggior parte dei territori africani si festeggia tra canti e balli tradizionali, oltre alle suggestive fiaccolate sulle spiagge africane accompagnate spesso da un bagno in mare. Altra differente cultura è quella legata alla decorazione di foglie di palma intrecciate anziché dei nostri abeti.
La Notte dei Ravanelli nel giorno dell’antivigilia di Natale in Messico.
Nota in lingua locale come Noche de Los Rabanos, si tratta di una storica tradizione messicana fortemente legata al periodo natalizio. Nello specifico, essa si tiene il 23 dicembre e consiste in una competizione tra artigiani della zona basata sull’intaglio di ravanelli che vengono trasformati in vere e proprie sculture, ed il vincitore si aggiudica una cospicua somma di denaro. I concorrenti studiano con grande attenzione l’opera da realizzare ed il relativo messaggio da trasmettere al pubblico: vengono spesso raffigurati scenari di carattere religioso o creature fantastiche dal forte impatto visivo.
Gli spiriti del Natale e la passione per i libri in Islanda.
Continuiamo il nostro viaggio facendo tappa in Islanda, dove le celebrazioni del Natale durano ben 26 giorni, dall’11 dicembre al 6 gennaio, con una serie di eventi imperdibili in programma. Tra le usanze locali spicca quella dei Jòlasveinar, degli spiriti natalizi che secondo la tradizione girano per le case rubando cibo, facendo scherzi e punendo i bambini che non indossano indumenti nuovi il giorno di Natale.

Una delle passioni degli islandesi è la lettura, e nel periodo natalizio molti adorano partecipare alla Jòlabòkaflòd, ossia alla “inondazione dei libri di Natale“, occasione in cui vengono regalati libri, romanzi e brevi racconti da leggere il 25 dicembre.
In Giappone il cenone di Natale a base di pollo fritto.
Tra le più bizzarre abitudini natalizie del mondo ben piazzato è sicuramente il Giappone, in cui pur essendo la popolazione cristiana in minoranza ha importato qualcosa della cultura occidentale in fatto di festeggiamenti ed addobbi di Natale. La particolarità giapponese sta nella pietanza protagonista dei pranzi e dei cenoni natalizi: il pollo fritto! Tale consuetudine nacque nel 1974, quando la famosa catena specializzata nel settore KFC lanciò una campagna di marketing denominata Kentucky for Christmas, la quale riscosse un tale successo che da quel momento gran parte dei giapponesi mangiano pollo fritto a Natale.
Il Natale in Venezuela sui pattini e la curiosa caccia al tesoro del Gesù bambino.
Chiudiamo con il Venezuela, in cui la sera del 24 dicembre le strade vengono letteralmente invase dagli abitanti che escono di casa con i pattini ai piedi: una sorta di parata accompagnata dalle musiche folcloristiche locali e che segue il percorso che conduce in Chiesa dove a mezzanotte si tiene la tradizionale messa natalizia.
Così come da noi, anche i venezuelani tengono molto alla tradizione del presepe che rappresenta la natività e che viene allestito con particolare dedizione dalle famiglie del luogo. Una pratica originale è poi quella legata ad una curiosa caccia al tesoro che ha inizio simulando il rapimento del bambin Gesù, raffigurato da una bambola giocattolo: per i tre giorni successivi i bambini, travestiti da personaggi del mondo cristiano, sfilano per le vie locali e si impegnano a ritrovarlo.
Abbiamo fatto un viaggio ideale attorno al mondo ripercorrendo alcune delle tradizioni natalizie di questi luoghi. Le conoscevi già tutte? Quale ti piacerebbe vivere in prima persona?