Negli ultimi giorni si è parlato di una proposta di legge che potrebbe riportare in auge il servizio militare: ecco in cosa consiste.
A causa delle vicende geopolitiche che stanno affliggendo tutto il mondo nell’ultimo periodo, numerose personalità di spicco presenti al governo hanno accennato ad una reintroduzione del servizio militare. La cosiddetta leva obbligatoria, per capirsi meglio.
I pareri contrastanti in materia sono stati numerosi. Sul web così come nel sentire comune, c’è chi ha ritenuto questa normativa giusta e sacrosanta soprattutto a livello disciplinare per i più giovani, e c’è chi invece riterrebbe tutto ciò un ritorno non gradito e non necessario.
Se è vero che spesso la verità sta nel mezzo, non si può dire lo stesso in questo caso. Non è infatti possibile stabilire se questa situazione abbia una parte che ha ragione, e una che ha torto. In primo luogo poiché si sa ancora troppo poco, e in secondo luogo perché non è facile parlarne correttamente.
Tuttavia, sarà fatto un tentativo.
Servizio militare: cos’è e in cosa consiste.
Per definizione, il servizio militare riguarda il servizio obbligatorio o volontario che un cittadino svolge per il proprio Stato di appartenenza. Per quanto si possa erroneamente pensare che significhi per forza arruolarsi nell’esercito, in realtà il discorso in questione è molto più ampio di così.
Le “reclute” dovranno infatti adempiere a vari obblighi, che non per forza prevedono che si debba impugnare un’arma. La leva obbligatoria è stata introdotta storicamente in concomitanza con l’unità d’Italia, per poi essere stata mantenuta durante la fondazione della Repubblica odierna.
Il significato di questa parola è stato poi tradotto come naja, parola che indica ancora oggi la classica situazione da leva militare obbligatoria. Questa procedura è stata poi sospesa in una legge diramata nel 2005, limitandola solamente a delle situazioni specifiche.
Le situazioni in questione riguardano contesti di assoluta emergenza. Per esempio, nel caso in cui lo Stato italiano dovesse (o volesse) prendere consapevolmente parte ad un conflitto di guerra. Cosa che, per ovvie ragioni, renderebbe necessario un aumento delle risorse all’interno delle forze armate.
A chi è rivolto il servizio militare?
Nel caso in cui il servizio militare dovesse essere realmente reintrodotto, verrebbe reso disponibile solamente a determinate categorie di persone. La durata del percorso sarebbe innanzitutto di 6 mesi, e riguarderebbe ragazze e ragazzi di età compresa tra i 18 e i 26 anni.
Sarà applicato su base regionale, attingendo dunque da ogni regione tutte le reclute necessarie al completamento dei posti stanziati. Coloro che sono nati entro la data del 1998, potranno scegliere tra servizio civile e servizio militare, con le dovute differenze.
Alla base di questa legge, al momento ipotetica, sembrerebbe esserci un principio presente all’interno della Costituzione. Dentro questo articolo, riga 52, si parla di difesa della patria, dove viene sottolineato che ogni giovane ha il dovere e l’obbligo morale di divenire un cittadino consapevole, attivo e interessato alla tutela del proprio Paese.
Ecco cosa prevede la proposta di legge.
La proposta di legge in questione è di stampo leghista, seppur il partito in questione abbia ricevuto l’approvazione anche da parte di altre fazioni. Non molto tempo fa, il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini si rivolse alla leva militare definendola “una grande forma di educazione civica”.
Questo estratto di dichiarazione fa capire in maniera esaustiva la posizione della giunta leghista sul servizio militare, trattandola in soldoni come un’occasione per migliorare la disciplina e il senso del dovere dei più giovani.
Come anticipato nel paragrafo precedente, la proposta di legge in questione pone i giovani davanti ad una duplice possibilità: protezione civile e Vigili del Fuoco. Coloro che sceglieranno l’opzione civile, riceveranno la formazione necessaria per tutelare il patrimonio culturale e naturalistico del Bel Paese.
Si tratterebbe di un percorso retribuito, seppur ancora dalle cifre sconosciute, e che sarebbe finalizzato alla formazione e in seguito ad un eventuale inserimento nel settore. Le premesse di questa proposta di legge potrebbero nascondere un intento nobile, ragionando dal punto di vista di chi ha proposto ciò.
Ma, come scritto nell’introduzione, le perplessità di chi risiede all’interno del governo non si sono fatte attendere: ecco chi si è espresso in maniera contraria.
Servizio militare: i pareri contrari.
Tra i pareri contrari riguardanti il servizio militare, si è unito alla lista Guido Crosetto. Nonostante Salvini avesse espresso la volontà di trovare quanti più sostenitori possibili, cosa che gli è riuscita soltanto parzialmente, il Ministro della Difesa attualmente in carica si è dimostrato fortemente contrario alla proposta.
Ha inizialmente esordito dicendo che le forze armate non possono assolutamente essere concepite come un luogo di educazione e formazione, aggiungendo poi che di questi campi di competenza se ne dovrebbero occupare le famiglie in primis, e le scuole in secondo luogo.
Seppur non in tempi attuali, già qualche anno fa ci furono delle figure di spicco nella politica italiana che cercarono (con successo) di opporsi. Proprio nel 2018, fu Giorgia Meloni in persona a dirsi sfavorevole a questa iniziativa.
Anche Pietro Grasso, all’epoca leader politico di LeU, si dimostrò contrario all’iniziativa. Dichiarandosi propenso a commentare le parole di Salvini solamente nel momento in cui sarebbero diventati dei disegni di leggere, facendo sarcasticamente intendere di non voler cedere alle sue provocazioni, citando testualmente.
Se non per i politici coinvolti, buona parte degli italiani sembrerebbe invece essersi vista come propensa a questa proposta. In alcuni sondaggi risalenti allo scorso 2022, è risultato come la maggior parte dei cittadini direbbe di sì ad una mozione simile.
C’è da considerare che al momento si parla di servizio militare soltanto in via ipotetica, e che prima che ciò possa divenire un disegno di legge dovrà trascorrere tanto tempo. E non è nemmeno sicuro che ciò accada, dato che servirà l’approvazione di chi di dovere.
Certo è che, dal punto di vista opinionistico, tornare a parlare di leva obbligatorio ha scosso un bel po’ gli animi. Alimentando un dibattito che, soprattutto sul web, andrà avanti per chissà quanto tempo ancora.