Dal 28 gennaio su RaiPlay è disponibile in streaming Matte, un docufilm sull’intensa vita di Matteo Porru tra sogno e paura, cielo e terra, per la regia di Michele Garau per Rai Contenuti Digitali e Transmediali.
Matteo Porru è un giovane scrittore, autore anche per cinema e teatro, che ad appena ventitré anni è già pluripremiato. Ricordiamo che fra i tanti riconoscimenti ha vinto il premio Campiello Giovani nel 2019 con il racconto Talismani.
Un ragazzo con un grande talento e che nella vita ha dovuto affrontare una grande sfida con la sua salute.
“Matte” è un racconto corale, arioso e intimo che intreccia le testimonianze di parenti, medici, amici, insegnanti di scuola e di volo per descrivere il ragazzo oltre il prodigio, la speranza oltre il dolore, le stelle oltre il buio dei reparti dove Matteo è stato per anni ricoverato.

Raggiungiamo Matteo per una intervista in esclusiva per Mondouomo.it dove ci parla dei suoi progetti, dei suoi valori e della sua carriera.
Matteo dove trovi tempo ed energia per tutti questi impegni? L’uscita del tuo nuovo libro, le presentazioni, la Rai, il docufilm?
Non l’ho mai capito nemmeno io! Quello che so, per esperienza diretta nel corso degli anni, è che ogni volta che ho a che fare con un sogno o un desiderio riesco a trovare molte risorse e molte energie. È qualcosa di magico, in un certo senso. La stanchezza diventa inversamente proporzionale alla felicità. E io sono molto felice.
Cosa trovi in te delle caratteristiche della tua terra di origine?
Quando ho iniziato la carriera, a sedici anni, soffrivo la Sardegna come la soffre qualunque ragazzo che vorrebbe annullare la distanza dal mare. Crescendo, e conoscendola, ho apprezzato e fatto mie tre grandi virtù dei sardi: il rispetto, l’onore e la schiettezza. Col tempo mi sono stati sempre più indigesti i convenevoli e le parentesi e ho scelto, sempre più spesso, i dati di realtà.

Il tuo ultimo libro si intitola “Il volo sopra l’oceano”, di cosa parla e a chi è dedicato?
È la storia di un ventriloquo che, durante un lungo volo, ripercorre la sua carriera e la sua vita personale, intima e immaginata, dialogando con un ventenne e con la sua rabbia. È dedicata a mio fratello, per l’esergo: sempre devi avere in mente Itaca (dalla meravigliosa poesia di Kavafis). Gli auguro con tutto il cuore che lui trovi la sua.
Come è stato far un film documentario sulla tua vita? Come è stato il rapporto con il regista Michele Garau?
Lo abbiamo girato a fine 2023, dopo mesi di scrittura e di confronto. L’esitazione iniziale, fatta di paura e di dubbi, si è dissolta parlando con Michele, che è un amico d’oro e un ragazzo splendido. Non smetterò mai di ringraziarlo per la delicatezza che ha utilizzato durante le riprese e nella ricostruzione di una storia color pastello, robusta e tenue.
Pensi di fare ancora cinema?
Mi è sempre piaciuto fare cinema, nel mio caso scriverlo. Essere in giuria al premio Solinas, il più importante premio di scrittura cinematografica d’Italia, mi aiuta a vedere in che direzione vanno le storie degli altri per inventare le mie contromano. Ogni tanto provo a mandare qualche candidatura per ruoli minori o per provini, ma rinuncio quasi subito se mi propongono qualcosa. Tutte le cose che ho fatto da attore le ho fatte a teatro: il palcoscenico non lo lascerò mai.

Secondo te come si arriva di più alle persone, ai giovani, con le immagini o con le parole scritte?
Oggi viviamo nella società dell’immagine, abbiamo esasperato quello che pensava Warhol qualche decennio fa. Siamo davvero tutti famosi nel mondo per un quarto d’ora, il tempo di un video sui social. Io vorrei tanto, spero con tutto il cuore, di poter tornare anarchicamente alla bellezza della parola nuda, senza post o corollari, libera dalle didascalie e dagli hashtag.
Quali sono i prossimi progetti di Matte?
Ho smesso di contarli, perché sono tanti. Accetto un’avventura nuova solo se penso, se sono fermamente convinto, del fatto che mi renderà una persona migliore. Credo che fare sia l’unico vero modo per crescere. Fare al meglio, più che fare bene. Sono iscritto a un gioco grande, come direbbe Bennato, e io amo giocare.
Ringraziamo Matteo per la disponibilità e tutti noi gli facciamo un grosso in bocca al lupo per la sua carriera! Ringraziamo anche Francesca Procopio per i materiali e il contatto.