Da secoli, il cognac ed il brandy deliziano gli intenditori di tutto il mondo, ma quali segreti nascondono questi liquori che catturano con tanta passione anche il gusto di tanti uomini in Italia?
Destinati agli amanti del buon bere, grazie a profumi intensi e le sfumature complesse che differenziano un distillato dall’altro, questi prodotti rappresentano un’arte che va oltre la semplice etichetta.
Quali sono le vere differenze tra cognac e brandy che determinano le preferenze in Italia? Scopriremo come la scelta tra questi due nobili distillati possa rivelare molto più che un semplice palato sofisticato.
Hennessy, con il suo controllo di oltre il 40% della produzione mondiale di cognac, sembra svelare una parte di questo mistero. Eppure, è proprio nella regione della Grande Champagne, con i suoi cognac invecchiati per oltre mezzo secolo, che riposa il segreto di questi elisir in botti di rovere. Conosciamo le pratiche che hanno reso questi liquori rari e sofisticati, dal minimo di due anni previsti per la vendita di un cognac, fino alle classificazioni di età come VS, VSOP e XO. Ma quale di essi trova davvero il favore degli uomini italiani?
Lasciatevi guidare in un viaggio tra i sentieri dell’Armagnac e del Cognac, tra distillerie centenarie e alambicchi charentais, affine di svelare l’essenza che conquista gli uomini italiani.
Storia e Origini del Cognac e del Brandy.
Immergiamoci nella storia del vino e nell’origine dei distillati, affondando le nostre radici nella tradizione enologica che ha dato vita a bevande leggendarie come Cognac e Brandy. Conoscere il loro passato è come aprire un libro di storie dimenticate dove le antiche civiltà hanno giocato ruoli protagonisti.
Le radici storiche del vino come base alcolica.
La storia del vino corre parallela alla storia dell’umanità. È una traccia di civiltà, riti e anche di tradizioni culinarie. Dall’antico Egitto alla Grecia, passando per l’Impero Romano, il vino è sempre stato più di una semplice bevanda, è stato un elisir che ha segnato la cultura e l’evoluzione sociale degli uomini.
La pratica della distillazione nel tempo.
La pratica della distillazione nasce nell’ambito monastico al fine di produrre medicinali e acquaviti. Il Brandy, conosciuto come “arzente”, è il distillato di vino più antico del mondo, risalente al XIII secolo con un tenore alcolico intorno al 40%. Nel corso dei secoli, quest’arte si è evoluta, arricchendo il panorama dei liquori e dando vita al nobilissimo Cognac.
Il contributo delle antiche civiltà al mondo dei distillati.
Non possiamo dimenticare il contributo essenziale delle antiche civiltà al mondo dei distillati. Degna di nota è l’influenza che la distillazione ha avuto nel tempo, introducendo nuove tecniche e spingendo alla perfezione il processo di invecchiamento. L’Ugni Blanc è la varietà principale utilizzata per il Cognac, distillato in maniera artigianale nel rispetto delle regole imposte dal BNIC in Francia.
Dal cuore della Francia al nostro paese, l’Italia, il viaggio dei distillati è un percorso ricco di storia e sapore, che si intreccia con la storia del vino e con la sapienza artigianale. Questo patrimonio culturale costituisce il legame tra passato e presente, tra Cognac e Brandy, e tra l’Italia e le sue pregiate uve come le Trebbiano per il Brandy o l’Ugni Blanc per il Cognac.
Cognac e Brandy: Qual è la Differenza?
Nel vasto universo dei distillati, il Cognac e il Brandy occupano un posto di rilievo, apprezzati per la loro ricchezza aromatica e la loro storia affascinante. Ma quali sono le differenze tra questi due nobili spiriti e quali sono le preferenze degli uomini italiani?
La Distinzione tra Cognac e Brandy.
Il Brandy è un termine generico che si riferisce a qualsiasi distillato di vino. La sua produzione è globale, con varietà che spaziano da quelle dolci e fruttate a quelle più secche e complesse. Il Cognac, invece, è un tipo di Brandy specifico della Francia, più precisamente della regione di Cognac. Per essere denominato tale, deve seguire rigidi standard di produzione e invecchiamento.
Il Brandy può essere prodotto ovunque vi siano coltivazioni d’uva, mentre il Cognac richiede uve specifiche della regione francese e deve essere invecchiato per almeno due anni in botti di rovere. Questi requisiti conferiscono al Cognac un profilo aromatico distintivo, spesso con note di frutta secca, vaniglia e spezie.
Il Cognac, sebbene meno diffuso rispetto al Brandy nazionale, è apprezzato per la sua eleganza e complessità. È spesso scelto per occasioni speciali o come regalo prestigioso, simbolo di raffinatezza e gusto sofisticato.
Concentriamoci sul Brandy…
Il Brandy è un distillato di vino che incanta gli intenditori di tutto il mondo con la sua varietà e complessità. Ogni etichetta racconta una storia unica, legata alla terra di origine e alle tradizioni di produzione. Ecco alcune delle etichette di Brandy più famose a livello internazionale:
1. Cognac XO (Francia) Il Cognac XO è noto per essere un blend invecchiato per lungo tempo. Le nuove regolamentazioni richiedono che per essere etichettato come XO, il blend debba essere invecchiato per almeno dieci anni. Questo conferisce al Cognac XO un profilo aromatico ricco e complesso, con note che possono variare dalla frutta secca alla vaniglia e alle spezie.
2. Armagnac (Francia) Considerato uno dei primi tipi di Brandy di uva prodotti in Francia, l’Armagnac ha origini nella regione della Guascogna. È quasi sempre distillato una sola volta e poi invecchiato in botti di rovere per un minimo di due anni. Questo processo di maturazione dona all’Armagnac un sapore distintivo, con note di frutta secca, liquirizia e tabacco nei blend più maturi.
3. Pisco (Perù e Cile) Il Pisco è un Brandy distillato dal succo d’uva fermentato. È considerato una bevanda nazionale sia in Perù che in Cile, ma lo stile e il carattere del Pisco possono variare a seconda della regione di produzione. In Perù, il Pisco è spesso utilizzato nella preparazione del famoso cocktail Pisco Sour.
4. Šljivovica (Serbia) Conosciuta anche come Slivovitz, la Šljivovica è una bevanda potente e chiara distillata da prugne fermentate. È prodotta in tutta l’Europa centrale e orientale, in particolare in Serbia, dove è una parte integrante della tradizione locale.
5. Calvados (Francia) Il Calvados è un Brandy distillato da sidro di mele o da una combinazione di mele e pere. Questo Brandy francese è tipicamente doppio distillato e mostra un’ampia gamma di sapori, dal dolce al secco.
E adesso un focus sul Cognac.
Il Cognac è un distillato di vino che incarna l’eleganza e la tradizione della Francia. Conosciuto in tutto il mondo per la sua qualità superiore, il Cognac è prodotto seguendo metodi secolari nella regione omonima. Ecco alcune delle etichette di Cognac più famose e apprezzate a livello internazionale:
1. Camus; Fondata nel 1863, Camus è una delle case di Cognac più rispettate, nota per i suoi brandy fragranti e vivaci. La famiglia Camus ha mantenuto la tradizione di produzione per cinque generazioni, creando Cognac che esprimono pienamente il terroir della regione.
2. Courvoisier: Courvoisier è uno dei ‘big four’ delle case di Cognac e vanta una storia che risale al 18091. Sempre all’avanguardia nella moda e nella pubblicità, Courvoisier è conosciuto per la sua eleganza e raffinatezza, con Cognac che offrono un mix di vaniglia, caramello, scorza d’arancia e noce moscata.
3. Grosperrin: Sebbene sia uno dei nuovi giocatori nel mondo del Cognac, Grosperrin si è rapidamente affermato per i suoi Cognac in piccoli lotti e boutique. Fondato nel 1992, Grosperrin si specializza in Cognac che possono essere tracciati completamente dalla vigna alla bottiglia.
4. Rémy Martin: Rémy Martin è una delle case di Cognac più antiche e rinomate, con una tradizione di produzione che dura da oltre 300 anni. I loro Cognac sono celebrati per la loro qualità e complessità, spesso scelti da intenditori e collezionisti.
Queste etichette rappresentano solo una parte dell’eccezionale varietà di Cognac disponibili. Ogni bottiglia è un’espressione dell’arte della distillazione e dell’invecchiamento, offrendo un’esperienza gustativa che riflette la ricchezza della regione di Cognac.
Il Brandy italiano, caratteristiche distintive.
Quando parliamo di Brandy italiano, ci riferiamo a una bevanda spiritosa che ha radicato la sua identità culturale e produttiva nel cuore della nostra tradizione vinicola. La storia di questo distillato è indissolubilmente legata a un momento chiave: l’accordo 1948 che sancì un importante cambio denominazione, trasformando il cognominato “Cognac italiano” nel brandy che oggi conosciamo e apprezziamo per le sue peculiarità organolettiche uniche.
L’accordo del 1948 ed il cambio di denominazione.
Il percorso storico dell’accordo 1948 rappresenta un punto di svolta per i distillatori italiani, in particolare per aziende come Buton di Bologna, che, fondata nel 1820, ha mantenuto una quota del 30% del mercato fino agli anni ’90 con il suo celebre Brandy Vecchia Romagna. Il cambio di denominazione ha permesso al Brandy italiano di distinguersi e di forgiare un’identità che rispecchia l’eccellenza delle uve italiane selezionate per la sua produzione.

Uve italiane e tecniche di invecchiamento uniche.
Non si può parlare di Brandy italiano senza menzionare le uve italiane, come le Trebbiano, scelte per le loro caratteristiche che si traducono in un liquore ricco e armonioso. La maestria nazionale si evidenzia nel meticoloso invecchiamento in botti di quercia, elemento che conferisce al Brandy italiano le sue note inconfondibili. Buton e altre storiche distillerie hanno percorso un cammino pubblicitario ad ampio raggio dagli anni ’60, con personaggi del calibro di Gino Cervi e endorsement di artisti come Salvador Dalì per edizioni limitate di bottiglie, sottolineando il legame tra il Brandy e la cultura italiana.
Celebrazioni come il 200° anniversario di Buton nel 2020, con l’ingaggio di Bob Sinclar come testimonial, mostrano il dinamismo di un’azienda che ha saputo evolvere rimanendo fedele alle tradizioni del Brandy italiano e alle sue radici nella viticoltura nazionale. — Dalle campagne di Buton alla modernità
In questo contesto, esaminiamo come Buton abbia rappresentato un modello all’avanguardia, anche nell’innovazione tecnologica, implementando i primi sistemi informatici aziendali ed enfatizzando la solidarietà sociale all’interno della propria organizzazione, per non parlare dei loro materiali promozionali artistici e delle scatole colorate che contenevano i loro prodotti. Ciò conferma quanto il Brandy italiano sia più di una bevanda: è l’espressione di un’eredità che va curata e preservata.
Cognac e Brandy: le filiere produttive a confronto.
Nel settore delle bevande alcoliche, distillati e liquori della Regione Sardegna, osserviamo un processo produttivo che rivela l’autenticità e la tradizione di questi prodotti. Le filiere distillati, ad esempio il famoso File ‘e ferru, si avvalgono di una metodologia che include una minuziosa doppia distillazione di vini e vinacce, scartando parti non desiderate e impiegando materiali come vasche di stoccaggio e botti di rovere. Questi procedimenti, parte integrante della differenza tra cognac e brandy, sono stati raffinati oltre 25 anni fa e continuano a essere esenti da richieste di deviazione dalle normative sanitarie.
Analizzando ulteriormente le filiere produttive, troviamo che la Bevanda di Genziana è frutto di un processo di bollitura di radici di genziana, mentre il Liquore di cardo selvatico richiede almeno 30 giorni di infusione. Per quanto riguarda la Sapa di fico d’india, il procedimento di cottura del succo dei frutti è fondamentale per l’utilizzo finale nella preparazione dei dolci, dimostrando come ogni prodotto rifletta tecniche peculiari della regione.
- Categoria: Bevande alcoliche, distillati e liquori
- Area Geografica: Sardegna
- Processo: Doppia distillazione
- Materiali: Botti di rovere, alambicchi, contenitori in acciaio
Con dati statistici che mostrano un incremento dell’export agroalimentare italiano nel 2020 nonostante le sfide globali, si evidenzia l’importanza delle filiere produttive regionali nell’assicurare la qualità e la continuità dell’eccellenza Made in Italy. Le bevande alcoliche distillate come aquavit, brandy e cognac, che si differenziano notevolmente sia in gradazione alcolica sia in metodo produttivo, confermano il legame inscindibile con il loro territorio di origine e la passione per la tradizione che le caratterizza.
È pertanto essenziale non sottovalutare l’impatto culturale e l’eredità di queste pratiche nella definizione della differenza tra cognac e brandy, poiché non si tratta solamente del prodotto finale, ma di un patrimonio di conoscenze e di un processo produttivo che porta con sé secoli di storia.
Il processo di invecchiamento e l’arte dell’assemblaggio.
Nell’universo dei distillati, il processo di invecchiamento distillati e l’assemblaggio sono passaggi fondamentali che distinguono liquori di qualità eccezionale. Il legame tra il legno di quercia e i distillati non è solo questione di tradizione, ma di vera e propria alchimia che si esprime in ogni calice di cognac o armagnac di pregio.
L’importanza del legno di quercia nell’invecchiamento.
L’uso di botti in legno di quercia per l’invecchiamento non è un capriccio stilistico, ma una necessità per l’ottemperamento delle qualità intrinseche dei distillati. Questo legno, grazie ai suoi composti, svolge un ruolo cruciale nello sviluppo dei sapori complessi che caratterizzano cognac e armagnac, contribuendo con note di vaniglia, spezie, e tannini che arricchiscono l’esperienza gustativa di questi brandy. Nel cognac, la risonanza del legno di rovere trasforma il distillato con lento abbandono alle naturali chimiche della maturazione.
Il ruolo del maître de chai nell’equilibrio del sapore.
Il maître de chai è colui che, con mano esperta e palato raffinato, dirige l’assemblaggio delle diverse annate e parcelle per raggiungere il bouquet perfetto. È essenziale il suo contributo per effettuare la scelta degli spiriti che, uniti, daranno vita a cognacs e armagnacs dal gusto bilanciato e armonioso. Il maestro di cantina è il garante di un’inimitabile continuità di stile, perfino quando le annate climaticamente variegano.È arte pura, che sancisce un sapore inconfondibile e una qualità costante nel tempo, riflesso di una maestria che trapassa le generazioni.
Brandy Spagnolo e Cognac: Distinzione attraverso i metodi di distillazione.
Il mondo degli alcolici è impreziosito dalla ricca varietà di brandy e cognac, distillati che si distinguono non solo per il loro profilo aromatico ma anche per le metodologie distillative che ne definiscono l’essenza. Approfondiamo le peculiarità che rendono unico il Brandy Spagnolo e il prestigioso Cognac, due espressioni di maestria e tradizione..
Diverse metodologie distillative del Brandy spagnolo.
La Spagna, con il suo clima e la sua storia, ha sviluppato un approccio distillativo eclettico che attribuisce al Brandy Spagnolo una identità unica. Partendo da dieci litri di vino, il processo di distillazione trasforma il succo della vite in un distillato con gradazioni alcoliche che possono variare dal 36% al 40%, utilizzando per lo più uve quali Airen e Palomino. Le tecniche abbracciano sia la distillazione continua ad alta e bassa gradazione, sia la distillazione singola, ma è la metodologie distillative della doppia distillazione, tipica di alcuni produttori, che impreziosisce talune varietà di Brandy Spagnolo.
L’invecchiamento gioca un ruolo cruciale nella definizione del gusto del brandy, con il Brandy de Jerez che si avvale del tradizionale sistema Solera, donando al distillato una complessità e una gradazione che ne accentua la qualità e la singolarità. Ogni sottocategoria, dal Solera al Solera Gran Reserva, testimonia mesi o anni di paziente attesa nelle botti di rovere americano, precedentemente adibite all’invecchiamento dello sherry, aggiungendo un ulteriore livello di intricata raffinatezza.
La doppia distillazione come segno distintivo del Cognac.
Il Cognac, invece, predilige un metodo di produzione ancor più selettivo. La doppia distillazione in alambicchi discontinui si rivela essere il segno distintivo di questo nobile spirito. Con una concentrazione alcolica che non supera il 72,4% in volume, la doppia distillazione conferisce al Cognac un carattere di estrema purezza e complessità. Dai vigneti della regione francese occidentale, che godono della denominazione d’origine AOC, nascono distillati di pregiata fattura, grazie all’utilizzo predominante dell’Ugni Blanc, vitigno che si stende su quasi tutta l’area di produzione e che contribuisce a determinare le peculiarità del Cognac, dalle note floreali a una maggiore struttura.
Un punto di incontro tra i due artefatti distillatori è certamente l’affinamento in botti di legno, che per il Cognac viene effettuato esclusivamente in botti di rovere, aspetto che ne ottimizza l’evoluzione nel tempo. Sia il Brandy Spagnolo che il Cognac riflettono l’antica e rigorosa arte delle metodologie distillative, raccontando attraverso il loro sapore la storia e l’identità dei loro paesi d’origine.
Approfondimento: la classificazione del Cognac: un sistema di etichettatura rigoroso.
Comprendere la classificazione del Cognac è essenziale per ogni appassionato di distillati che si rispetti.
Questo sistema di etichettatura non solo fornisce informazioni sulla qualità e sul periodo di invecchiamento, ma è anche un marchio di garanzia e autenticità all’interno del mondo del Cognac. Ogni bottiglia di Cognac, infatti, segue un processo di invecchiamento minimo dettato dal suo status che corrisponde alle sigle VS (Very Special), indicativo di almeno 2 anni di invecchiamento, VSOP (Very Superior Old Pale) per i distillati invecchiati almeno 4 anni, e XO (Extra Old) per coloro maturati oltre i 10 anni.
Il sistema di etichettatura del Cognac assicura che il consumatore possa orientarsi verso il prodotto che meglio soddisfi il palato e le esigenze, salvaguardando l’espera afruttata e armonica che solo il tempo e il savoir-faire dell’artigianato francese possono conferire. Si tratta di un processo che, oltre a garantire la trasparenza per chi acquista, permette di proteggere e preservare le metodiche di produzione tradizionali e l’eccezionale standard di qualità che rende il Cognac un distillato apprezzato in tutto il mondo.
La classificazione rispecchia la dedizione e l’arte dei maestri distillatori nella creazione di un distillato straordinario.
La classificazione del Cognac è, dunque, imprescindibile per chi voglia immergersi veramente nel gusto profondo e nella storia di questo distillato eccezionale. Un viaggio gustativo che inizia già dalla lettura dell’etichetta, capace di influenzare l’esperienza di assaggio dando pieno risalto alla qualità e all’intensità di ogni singola goccia.
Armagnac: Un distillato di vino antico e prestigioso
L’Armagnac distillato antico si distingue come uno dei più nobili esponenti nel panorama dei distillati. Profondamente radicata nelle tradizioni del Sud-Ovest della Francia, l’origine Armagnac risale al XV secolo, rivelando un profilo storico e culturale ineguagliabile. La sua zona di produzione, suddivisa nelle sottozone di Bas Armagnac, Ténarèze e Haut Armagnac, trasmette attraverso ogni goccia la ricchezza di un terroir unico.
Osservando l’evoluzione di questo distillato, ci spicca la meticolosità delle normative che governano il suo processo di invecchiamento. Come per altre eccellenze enologiche, la classificazione delle etichette Armagnac, quali V.S., V.S.O.P., Napoleon e X.O., orienta gli appassionati nella scelta e nella comprensione delle varie espressioni organolettiche legate al periodo di maturazione.
Ciò che affascina di Armagnac è il suo carattere autentico, un illustre testimone dell’origine Armagnac e della sua evoluzione nel tempo.
Nonostante il miscuglio ed assemblaggio di distillati diversi sia pratica comune nel mondo dei liquori, l’Armagnac si impone per un’espressività che riflette fedelmente la propria origine Armagnac. Il suo fascino risiede nella capacità di mantenere viva l’anima di un passato glorioso, traducendola in un odierno simbolo di eccellenza enogastronomica.
- L’Armagnac viene distillato in alambicchi continui che preservano una purezza unica.
- La sua produzione limitata, rispetto al più celebre Cognac, ne fa un gioiello raro e ambito tra i collezionisti.
- Ogni bottiglia racchiude una storia che parte dalla precisa e storicizzata origine Armagnac.
Concludiamo riconoscendo l’Armagnac non solo come un distillato antico, ma come un invitante viaggio attraverso la storia e il sapore inalterato di questo prezioso territorio francese.
Il ruolo culturale e storico delle distillerie italiane.

Le distillerie italiane hanno sempre avuto un profondo impatto sulla tradizione culturale e sull’identità nazionale, specialmente nel campo dei distillati come il brandy italiano. Un esempio emblematico di questa eredità storica è rappresentato dalla casa distillatrice Bepi Tosolini, fondata nel 1943, e divenuta famosa per la sua superba produzione di Brandy e grappa.
Noi, come italiani, abbiamo sempre saputo che la distillazione non è solo una questione di tecnica, ma un’arte che si tramanda di generazione in generazione, un modo per raccontare la nostra terra e la nostra storia attraverso i sapori unici che possiamo offrire.
La nostra passione e dedizione hanno portato l’Italia ad affermarsi nella competizione Spirits Selection, dove il nostro Paese si è piazzato al secondo posto in termini di medaglie, con il 37% di riconoscimenti ricevuti. Inoltre, la grappa italiana ha rafforzato la sua posizione conquistando ben 22 medaglie, ribadendo l’importanza delle distillerie italiane nello scenario internazionale.
- In Italia, il metodo per la distillazione della grappa ha origini che si perdono nella notte dei tempi, precisamente nell’epoca medievale, dimostrandosi ancora oggi una parte vitale della nostra tradizione culturale.
- Il riconoscimento di Mastro Distillatore conferito a Bepi Tosolini nel 1974 sottolinea l’eccellenza raggiunta dalle distillerie italiane nella produzione di distillati.
- Ogni anno, la distilleria Bepi Tosolini elabora circa 600 mila bottiglie di distillato d’uva e 300-400 mila litri di grappa, con un’esportazione di circa 60 mila bottiglie di grappa all’estero.
- Le innovazioni, come l’introduzione della linea ‘I Legni’, che vede distillati stagionati in barrique di rovere, dimostrano l’incessante ricerca di qualità e diversificazione che caratterizza il brandy italiano.
- La rinascita dei birrifici artigianali attesta la vivacità del settore e la costante voglia di esplorare nuovi orizzonti mantenendo solide radici nella tradizione.
In questo contesto, le distillerie italiane non cessano di affascinare e di portare alta la bandiera dell’innovazione senza mai dimenticare l’eredità del passato. Un’armonia perfetta tra storia e modernità che ci rende orgogliosi di far parte di questo settore e di continuare a coltivare una ricca tradizione culturale legata alla terra e ai suoi frutti.
Cognac e Brandy: Impatto sul mercato e preferenze in Italia.
Nel panorama del mercato italiano, il consumo di Cognac e Brandy riscuote un interesse in costante crescita, con pattern di consumo che parlano di un pubblico maschile attento non solo al gusto ma anche all’immagine e al valore sociale che questi distillati comunicano.
Analizzando le performance del 2022, la Fratelli Branca emerge come un esempio eloquente di questa tendenza, avendo dichiarato ricavi per 460 milioni di euro e un incremento impressionante del 37% rispetto al precedente anno. Un successo dovuto in parte all’estensione dei propri orizzonti commerciali, infatti, il 75% del suo giro d’affari proviene dal mercato estero, testimoniando l’appetito mondiale per i prodotti di qualità come il Fernet e le etichette Branca. In risposta alle esigenze di un mercato globale, la strategia aziendale si è spinta verso un’ulteriore internazionalizzazione, con obiettivi precisi in Asia Pacifico e Africa, mercati emergenti ricchi di potenziale.
Tendenze di consumo maschile tra Cognac e Brandy
Ci concentriamo sui migliori distillati da comprare, evidenziando quelli in cui l’invecchiamento, la provenienza e le squisite tecniche produttive delineano distillati d’eccellenza. Da non trascurare l’importante azione di rivitalizzazione dei marchi eseguita tramite piani che promuovono tour in Italia, allo scopo di rafforzare la presenza sul territorio e massimizzare la visibilità dei prodotti in punti di ristoro selezionati.
Il miglior cognac e il miglior brandy da acquistare in Italia
Nonostante l’inflazione e l’aumento dei costi delle materie prime, come zafferano e menta piperita, che impongono rincari dei prezzi fino al 4-5%, le aziende, tra cui Fratelli Branca e Campari Group – quest’ultima con la recente acquisizione di Courvoisier –, si affacciano sul futuro con piani ambiziosi e strategie finanziarie lungimiranti, mantenendo i più alti standard qualitativi. Un equilibrio tra storicità, innovazione e sostenibilità economica che ci permette di proporre ai nostri lettori soltanto il miglior cognac e il miglior brandy disponibili sul mercato.