Tonda, morbida e calda: la pizza fa parte dell’immaginario collettivo italiano. Un prodotto gastronomico che racconta una storia di sapore, diffondendo l’eccellenza del Made in Italy nel mondo.
Il cibo è uno dei principali piaceri della vita. Difficile immaginare la nostra esistenza senza gli alimenti che ci accompagnano nella quotidianità. Ogni prodotto gastronomico è in grado di donare emozioni e sensazioni, rievocando ricordi racchiusi nella nostra mente. Il cibo rappresenta il principale elemento di convivialità, permettendoci di entrare in connessione e sintonia con amici e congiunti.
Un piatto non racchiude solo sapori e profumi, ma anche cultura e tradizione. Le pietanze che le persone consumano in ogni angolo del mondo hanno una storia da raccontare. Alcune specialità, tuttavia, riescono a conquistare il palato con più facilità, diventando degli alimenti iconici. Un connubio di bontà che riesce ad oltrepassare i confini di una nazione.
Fra i cibi più amati e famosi al mondo non si può non citare la pizza. Pochi ingredienti abilmente mescolati in grado di donare gioia.
Simbolo di italianità.
Compagna di cene, pranzi e spuntini, la pizza è parte integrante dell’immaginario collettivo italiano. Sebbene sia apprezzata in tutto il mondo, si tratta di un’eccellenza Made in Italy. L’impasto, infatti, è realizzato con semplici ingredienti che sono il simbolo della tradizione mediterranea.
Le abili mani dei maestri pizzaioli trasformano acqua, lievito e farina in una pietanza unica. Un prodotto artigianale, realizzato grazie alla qualità delle materie prima.

Trattandosi di un carboidrato, la sua assunzione andrebbe limitata a una volta a settimana. Tuttavia, rientra a pieno titolo fra gli alimenti salutari e sostenibili.
17 gennaio, World Pizza Day.
Per celebrarne il valore culturale ed alimentare, è stato istituito il World Pizza Day, che cade il 17 gennaio. Un giorno scelto sul calendario per esaltare le proprietà benefiche della pizza. La giornata è stata istituita nel 2018 ad opera di un gruppo di pizzaioli napoletani. Nello specifico l’iniziativa è stata promossa dall’Associazione Verace Pizza Napoletana e dal suo presidente Antonio Pace.
La scelta del 17 gennaio.
Appare giusto aver stabilito una giornata celebrativa per un prodotto così importante; tuttavia vi è una certa curiosità riguardo la data. In tanti, infatti, si chiedono per quale motivo la pizza venga onorata proprio in questo giorno di metà gennaio.
Il 17 gennaio si celebra Sant’Antonio Abate, un santo molto conosciuto nelle regioni meridionali. La tradizione vuole che venga onorato con falò allestiti in piazze e cortili. I fedeli si radunano intorno al fuoco per ringraziare il santo e pregare per l’anno nuovo.
Santo Antonio Abate è il protettore del fuoco e per estensione dei pizzaioli. Pertanto la giornata per onorare la storia e la tradizione della pizza non poteva che coincidere con il giorno del santo.
Come si celebra il World Pizza Day.
Con la sua forma tondeggiante e la sua morbida consistenza, la pizza accompagna i momenti salienti della nostra quotidianità. Per celebrarla in occasione del World Pizza Day sono stati organizzati lungo lo Stivale diversi eventi. In particolar modo a Napoli si terranno incontri e convegni con pizzaioli esperti, provenienti da tutto il mondo.

Amanti ed estimatori potranno cogliere l’occasione per gustare una buona pizza in compagnia delle persone care. I più creativi, invece, potrebbero mettersi alla prova, cimentandosi nella realizzazione dell’impasto. La pizza fatta in casa ha un sapore antico che sa di bontà ma anche dei valori della tradizione.
Le origini della pizza.
Non vi è dubbio che la pizza faccia parte della tradizione culinaria mediterranea. In tanti, all’estero, la associano ai territori della Penisola. Nel momento in cui pensiamo al suo sapore e al suo profumo, viene da chiederci dove sia nata.
Le origini della pizza ci portano molto indietro nel tempo. Secondo gli studiosi, infatti, le prime tipologie di impasto sarebbero state sperimentate già a tempi del Neolitico. Proprio in questi anni, presso i popoli del Vicino Oriente, fu scoperta l’agricoltura e dunque gli uomini provarono a cuocere sul fuoco degli impasti di cereali tostati. Ovviamente parliamo di preparazioni ben diverse dalla pizza moderna.
In seguito, gli Egizi scoprirono il lievito, uno degli ingredienti fondamentali per gli impasti. Grazie a questa scoperta, gli impasti a base di cereali dopo la cottura divennero più morbidi e digeribili. Fu proprio in questo periodo che nacque il pane.
La nascita della pizza romana.
Il percorso che porta alla nascita della pizza risulta essere piuttosto lungo, e attraversa varie tappe. Dopo la nascita del pane, il percorso a tappe della pizza continua nell’Antica Roma. Qui i contadini iniziarono a mescolare vari tipi di frumenti per poi cuocerli sul fuoco, dandogli una forma tonda.
Sebbene ancora molto lontano dalla pizza che gustiamo oggi, quello sperimentato dai contadini romani sembrerebbe esserne il prototipo.
Dal punto di vista linguistico, a partire dal VII secolo d.C, con l’arrivo dei Longobardi lungo la Penisola, inizia a circolare il termine gotico “bizzo”. Tradotto dal tedesco “bizzen” questo vocabolo significa appunto morso.
La nascita della pizza napoletana.
Nel corso del Medioevo, la pizza era ormai diffusa in diverse regioni italiane, ma in particolare a Napoli. In questa fase storica la tradizione voleva che la pizza venisse preparata con un impasto a base di frumento e poi condita con aglio, strutto e sale grosso.
Con l’avvento dell’olio d’oliva, la tradizione partenopea sostituì lo strutto con questo estratto d’olive. Nel 1600 circa con l’arrivo del pomodoro dalle Americhe, la pizza acquisì un ulteriore ingrediente portante.
In questi anni conobbe un successo grandioso, allietando i palati non solo del popolo, ma anche della nobiltà.
La pizza Margherita.
Nel Regno di Napoli, la pizza era diventata una delle pietanze più importanti, tanto da essere apprezzata persino dai regnanti. I Borbone, infatti, amavano assaporarla e servirla durante i loro banchetti. Nel 1889, in seguito all’Unità d’Italia, i sovrani del Regno d’Italia decisero di visitare Napoli.
Nel corso della visita alla città, i regnanti furono accolti da Raffaele Esposito, il miglior pizzaiolo napoletano. Esposito presentò alla coppia reale tre pizze: la prima Mastunicola (strutto, formaggio, basilico), la seconda alla Marinara (pomodoro, aglio, origano e olio) e la terza con pomodoro e mozzarella.
La regina Margherita rimase estasiata dal sapore della terza pizza, tanto da tessere le lodi di Esposito. Quest’ultimo, in segno di ringraziamento verso la sovrana, decise di dare alla sua invenzione il nome “Margherita”.
Da Napoli alla diffusione globale.
La storia della pizza nasce presso le popolazioni orientali ed attraversando kilometri arriva fino a Roma prima ed a Napoli poi. Nella città del Vesuvio questa pietanza conosce il suo massimo splendore, tanto da diventarne l’emblema.
Tuttavia le cose non appartengono solo ad un luogo specifico. E così grazie ai flussi migratori la pizza napoletana viaggia fino alle regioni settentrionali. Negli anni post-bellici, infatti, un gran numero di partenopei si trasferì nelle regioni settentrionali, all’epoca maggiormente industrializzate.
Grazie alla notevole presenza di napoletani, nel corso degli anni del boom economico, si sono diffuse tante pizzerie anche nelle aree del triangolo industriale.

I fenomeni migratori non si sono limitati alle aree settentrionali, ma hanno attraversato i confini nazionali ed europei. Dunque la pizza ha viaggiato con i napoletani e gli italiani, arrivando sino in Germania, Olanda e Stati Uniti.
Un successo in continua crescita.
Stando ad un’indagine condotta da Coldiretti, due italiani su tre consumano la pizza almeno una volta alla settimana. Tuttavia c’è un 13% che dichiara di assaporarla dalle due alle quattro volte a settimana. I dati di fatturazione sono in continua crescita, arrivando a superare i 15 milioni di euro annui. Un tesoro culinario da gustare sia in casa che fuori grazie alla presenza di 121mila locali presenti sul territorio italiano.
La tradizione incontra l’innovazione.
Grazie all’innovazione e alla sperimentazione culinaria, oggi la pizza è una pietanza declinabile in vari gusti. La sua versatilità le ha permesso di diventare un alimento gourmet. La qualità delle materie prime ben si coniuga con ingredienti di nicchia come il tartufo o formaggi pregiati. Con questi accostamenti l’impasto assume un nuovo sapore, soddisfacendo le papille gustative più esigenti.
Tuttavia, nonostante l’aumento dell’offerta, la pizza Margherita continua a mantenere un posto vincente. Stando alle statistiche, infatti, la pizza con pomodoro e mozzarella risulta essere la più amata dagli italiani.

E se in Italia l’impasto tradizionale si arricchisce con ingredienti di alto prestigio, all’estero i pizzaioli locali desiderano apportare un tocco di personalità. Basti pensare alla tanto discussa pizza con l’ananas, nata negli Stati Uniti. Un accostamento che è andato incontro al diniego dei puristi della pizza tradizionale.
La bellezza della pizza sta nella sua semplicità. Un alimento che affonda le sue radici in un passato lontano, ma ancora tanto attuale. Per questo può essere condita seguendo le regole della tradizione, ma anche dando libero sfogo all’inventiva. Saper fare la pizza è un’arte, ed i pizzaioli sono degli artisti che devono dare libero sfogo alla creatività.
Il World Pizza Day è nato per onorare il suo calore, il suo sapore, la sua forma e tutto ciò che rappresenta per gli italiani e non solo. Una pietanza che ci accompagna nelle fredde serate invernali, ma anche nelle frenetiche giornate lavorative, regalandoci un piccolo momento di serenità.
3 commenti
@follower la vostra pizza preferita ?!?
Grazie 🙏
La Margherita