Teheran ha risposto all’attacco Usa ed il Bahrain, il Qatar e gli Emirati Arabi chiudono lo spazio aereo.
La crisi tra Stati Uniti ed Iran ha raggiunto un nuovo livello di tensione dopo gli attacchi americani ai siti nucleari iraniani, con la conseguente risposta minacciosa di Teheran e la chiusura degli spazi aerei di Bahrain, Qatar ed Emirati Arabi Uniti.
Quali saranno gli eventuali impatti sul commercio internazionale e scenari per l’economia globale?
Questi eventi stanno già avendo ripercussioni profonde sul commercio internazionale, in particolare sulle rotte energetiche e sul traffico aereo globale.
Chiusura degli spazi aerei: rotte interrotte e voli cancellati
La decisione improvvisa di chiudere gli spazi aerei di Qatar ed Emirati Arabi Uniti, a seguito di attacchi missilistici provenienti dall’Iran e diretti verso basi americane nella regione, ha costretto numerosi voli a essere dirottati o cancellati. Gli aerei diretti in Qatar sono stati deviati verso altri scali come Abu Dhabi, Bahrain, Dammam, Muscat, Medina, Riyadh ed Il Cairo, mentre altri sono rientrati agli aeroporti di partenza. Diverse compagnie aeree europee e asiatiche, tra cui British Airways e Singapore Airlines, hanno sospeso i collegamenti con il Golfo Persico, aggravando i disagi per passeggeri e merci.
Ripercussioni sulle catene di approvvigionamento globali
La chiusura di questi corridoi aerei, già complicata dal divieto di sorvolo dello spazio aereo russo a causa della guerra in Ucraina, sta frammentando ulteriormente le rotte tra Europa e Asia. Le compagnie aeree sono costrette a percorsi più lunghi, con conseguente aumento dei tempi di volo e dei costi operativi. Questo si traduce in ritardi nelle consegne, rincari dei prezzi e una pressione crescente sulle catene di approvvigionamento internazionali.
Impatto sui prezzi dell’energia e sulle rotte marittime
La crisi nel Golfo Persico minaccia direttamente una delle rotte energetiche più cruciali del pianeta: lo Stretto di Hormuz. Attraverso questo passaggio transita circa un terzo del petrolio mondiale e un quinto delle spedizioni globali di gas naturale liquefatto (GNL). L’Iran ha già minacciato la chiusura dello stretto, scenario che potrebbe far schizzare i prezzi del petrolio oltre i 100 dollari al barile, con effetti a catena su tutta l’economia globale.
Dal 13 giugno, data dell’inizio degli attacchi aerei israeliani contro infrastrutture iraniane, il prezzo del petrolio è già aumentato di oltre il 10%. Se la situazione dovesse degenerare ulteriormente, le forniture energetiche verso Europa e Asia potrebbero subire interruzioni significative, mettendo a rischio la produzione industriale e la stabilità economica di molti Paesi.
Effetti sulle rotte commerciali e i grandi progetti infrastrutturali
La chiusura degli spazi aerei e la crescente instabilità nella regione rischiano di rallentare o bloccare progetti infrastrutturali strategici, come l’India-Middle East-Europe Economic Corridor (IMEC), pensato per collegare India ed Europa attraverso il Medio Oriente. Le tensioni tra India e Pakistan, unite al conflitto in corso, stanno già ostacolando la realizzazione di questo corridoio, che dovrebbe competere con le rotte della Belt and Road Initiative cinese.
Un mondo più frammentato e costi in aumento
La risposta iraniana agli attacchi Usa e la conseguente chiusura degli spazi aerei nel Golfo Persico segnano un’ulteriore frammentazione del commercio internazionale. Le ripercussioni immediate si vedono nei cieli e nei porti, ma l’impatto più profondo sarà sull’economia globale: aumento dei prezzi dell’energia, rallentamento delle catene di approvvigionamento, volatilità dei mercati e incertezza diffusa. In uno scenario così instabile, la resilienza delle imprese e la capacità di adattamento delle economie saranno messe a dura prova nei prossimi mesi.
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