Massimo Campigli è stato uno dei principali artisti italiani degli anni ’30-’60, rinnovando l’arte figurativa del suo tempo in un dialogo con le arti arcaiche del Mediterraneo.
Prestò un’attenzione appassionata anche alle espressioni artistiche extraeuropee e in particolare delle civiltà oceaniche e degli aborigeni australiani, che negli anni riempirono il suo studio a Saint-Tropez.
Vero nome Max Ihlenfeld, Massimo Campigli non ha seguito alcuna formazione artistica accademica, imparando a dipingere da solo. Se all’inizio della sua carriera osserva l’opera classica di Pablo Picasso, a metà degli anni ’20 dipinge opere monumentali di costruzione quasi simmetrica, nello stile del purista Le Corbusier.
Nel corso della sua carriera, Massimo Campigli ha prodotto un’abbondanza di lavori su carta: disegni, litografie, incisioni, libri illustrati e affreschi murali di ispirazione romana sono tecniche che ha padroneggiato.
Diverse litografie vengono messe all’asta in particolare, tra cui la Donna al Telalo . Nel 1933 firma con Sironi, Carra e Funi il Manifesto della pittura murale che segnerà l’inizio del suo grande successo come pittore murale. Il suo lavoro ha ottenuto gradualmente riconoscimenti internazionali durante la sua vita, ed è stato esposto a Londra, New York, Amsterdam, Parigi e Tokyo fino alla sua morte nel 1971.
La Collezione Massimo Campigli sarà presentata all’asta il 7 dicembre. Riunirà opere originali dell’artista, rari dipinti aborigeni australiani della metà del XX secolo e l’arte oceanica.
Per info sull’asta di Parigi e per saperne di più | fonte: Elodie Landais Artcurial.com