Il diabete è una delle malattie più diffuse fra la popolazione. Tuttavia un anticorpo potrebbe aiutare a prevenire la patologia nei soggetti predisposti.
Il termine diabete è ben noto alla maggior parte delle persone, essendo una patologia insidiosa e molto diffusa fra la popolazione. Quando si parla di diabete si indica comunemente una malattia cronica caratterizzata da elevati livelli di glucosio nel sangue, alla cui base vi è un cattivo funzionamento dell’insulina. Quest’ultima è un ormone, prodotto dalle cellule beta pancreatiche che regola i livelli di glucosio nel sangue.
Occorre ricordare che esistono diverse tipologie di diabete, con caratteristiche differenti le une dalle altre. Il diabete di tipo 1, ad esempio, si manifesta quasi sempre in età infantile o nella fase della pubertà, tanto da essere definito “diabete giovanile”. Si tratta di una patologia autoimmune, di cui non è semplice individuare la causa. Tuttavia, come per altre patologie, anche in questo caso la prevenzione può essere una valida alleata. Per quanto riguarda l’approccio terapeutico sembrerebbe essere arrivata una speranza da una nuova sperimentazione medica a base di anticorpi.
Cos’è il diabete di tipo 1.
Nel momento in cui si parla di diabete occorre tenere presente che tale patologia ha diverse forme e manifestazioni. Nello specifico il diabete di tipo 1 si distingue per l’età di insorgenza, che molto spesso si attesta negli anni dell’infanzia. Tuttavia potrebbe presentarsi anche in età adulta. In questo caso il pancreas non è in grado di produrre insulina a causa della distruzione delle cellule beta-cellule.
Le cause del diabete di tipo 1.
Parlando del diabete di tipo 1 viene da chiedersi quali possano essere le cause. Nonostante gli studi condotti in ambito medico è difficile stabilire con esattezza quale possa essere l’origine di tale patologie. In seguito ad accurate ricerche, la comunità scientifica ha posto l’attenzione sul fattore genetico, identificando questa tipologia di diabete come malattia autoimmune.
La diagnosi precoce può fare la differenza.
Come detto precedentemente, la sua insorgenza si assesta durante l’infanzia o l’adolescenza. Si manifesta con sintomi quali: spossatezza, perdita di peso, aumento dell’appetito, aumento della sete, aumento della diuresi, nausea. Tuttavia sarebbe consigliabile individuare la predisposizione della patologia prima della comparsa dei sintomi. Intervenire preventivamente aiuta ad evitare episodi critici ed a rallentare il decorso della malattia.
Somministrato per la prima volta in Italia il Teplizumab.
Dunque la prevenzione può fare la differenza nell’insorgenza e nel decorso del diabete di tipo 1. In Italia è stato somministrato per la prima volta il Teplizumab, un anticorpo monoclonare che potrebbe rallentarne l’esordio. L’infusione è stata effettuata presso il Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo su una paziente di 23 anni predisposta al diabete di tipo 1. La nuova terapia è stata approvata dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti per il trattamento dei pazienti con almeno due autoanticorpi per il diabete e la presenza di una condizione di disglicemia.
Il protocollo terapeutico prevede la somministrazione quotidiana dell’anticorpo per quattordici giorni consecutivi. La dose giornaliera deve essere calcolata in base alla superficie corporea del paziente. Si tratta di un’innovazione decisiva che potrebbe migliorare la condizione di salute di innumerevoli persone predisposte al diabete.