Entrano in vigore i nuovi dazi statunitensi: mercati asiatici in calo, l’Europa pronta a reagire. Cresce la tensione globale sul commercio.
A partire da oggi, gli Stati Uniti hanno ufficialmente messo in atto una nuova serie di dazi doganali che colpiscono le importazioni provenienti da ben 60 Paesi. Si tratta di una manovra commerciale molto dura, che prevede tariffe variabili tra l’11% e il 50%, ma che diventa particolarmente severa nei confronti della Cina, per la quale i dazi raggiungono un incredibile 104%. È la stretta più dura mai vista fino a ora, e rischia di cambiare profondamente gli equilibri del commercio globale.
La Borsa asiatica è in calo
La reazione dei mercati non si è fatta attendere. Le principali Borse asiatiche hanno chiuso in negativo. In Giappone, l’indice Nikkei ha perso oltre il 4%, mentre il Kospi sudcoreano è sceso dell’1,4%. Anche Hong Kong ha risentito della notizia, registrando un calo superiore all’1,5%. Inizialmente, la Borsa di Shanghai era leggermente in rialzo, ma ha poi virato in negativo, chiudendo con una perdita dello 0,07%.
La risposta dell’Europa non si fa attendere
La Commissione Europea ha già predisposto un documento con misure di risposta ai dazi americani, il cui voto è previsto per oggi. Le contromisure entreranno in vigore il 15 aprile. Intanto, circa 70 Paesi si stanno preparando ad aprire trattative con Washington. Il Giappone, ad esempio, avrebbe già avviato un confronto telefonico con gli Stati Uniti per discutere le nuove tariffe.
Nuovi dazi USA sui farmaci
Durante una cena ufficiale, l’ex presidente Donald Trump ha annunciato che presto verranno introdotti dazi anche sui prodotti farmaceutici. Secondo lui, questa mossa dovrebbe riportare la produzione dei farmaci negli Stati Uniti, riducendo la dipendenza dall’estero. L’Italia potrebbe subire un impatto diretto, dato che il settore farmaceutico rappresenta una delle sue principali esportazioni verso gli USA.
Il Canade risponde
Anche il Canada ha deciso di reagire: sono entrati in vigore dazi del 25% su alcuni veicoli provenienti dagli Stati Uniti. Le nuove tariffe riguardano auto non incluse nell’accordo commerciale CUSMA, oltre ai componenti prodotti al di fuori del Canada o del Messico.
L’escalation delle tariffe alimenta forti tensioni a livello mondiale. L’opinione pubblica si divide: c’è chi crede che Trump stia solo alzando la posta per ottenere condizioni migliori, e chi invece teme che queste misure siano permanenti. L’unica certezza è che la guerra commerciale è entrata in una fase delicata e l’impatto sui mercati e sui cittadini sarà evidente nei prossimi mesi.
Fonte: Corriere della Sera