L’ameba mangia-cervello torna a destare notevole inquietudine nell’opinione pubblica. L’ultima notizia relativa alla Naegleria fowleri, nome scientifico di questo patogeno artefice di un’infezione acuta e fulminante, arriva dalla Corea del Sud, ove si registra la sua prima vittima nel Paese asiatico.
A darne notizia è stata la Korea Disease Control and Prevention Agency (KDCA), secondo la quale il paziente deceduto il 21 dicembre, soffriva di sintomi simili alla meningite, causati proprio dall’agente patogeno, dopo il suo ritorno al termine di un viaggio durato quattro mesi in Thailandia. Naturalmente, l’evento ha destato allarme nel Paese, trattandosi del primo caso di questa gravità.
Cos’è l’ameba mangia-cervello e perché fa paura
L’ameba mangia-cervello è un organismo unicellulare il quale trova il suo ambiente ideale in laghi d’acqua dolce, fiumi e sorgenti termali, causando una malattia che è fatale nel 97% dei casi. In particolare si sta diffondendo negli Stati Uniti, favorito dal mutamento delle temperature in atto. Se è solita vivere sul terreno fangoso, è al tempo stesso in grado di trasformarsi nella forma biflagellata in modo tale da poter nuotare nelle acque libere
La sua diffusione è abbastanza rara, ma una volta che è avvenuta non lascia praticamente scampo alle vittime. L’ingresso nell’organismo umano avviene attraverso il naso, da dove l’ameba inizia il suo viaggio in direzione del cervello, dove è in grado di causare un’infezione tale da condurre infine alla distruzione del tessuto cerebrale, al gonfiore dell’organo e, infine, al decesso della persona colpita.
Se trova il suo habitat naturale nei corsi d’acqua, anche le piscine possono essere interessate dalla sua presenza, come è accaduto di recente negli Stati Uniti, ove un bimbo di sette anni, David Pruitt, è deceduto di meningoencefalite amebica primaria dopo essere stato contagiato dal parassita in un impianto della California.
Dove si trova l’ameba mangia-cervello
Come abbiamo già sottolineato, i corsi d’acqua dolce rappresentano l’ambiente ideale per la Naegleria fowleri, mentre non si ha notizia di una sua presenza nell’acqua salata. In particolare il parassita è in grado di crescere quando le temperature raggiungono livelli molto elevati, sino a 46 gradi e oltre.
Proprio per questo motivo il consiglio dato dalle autorità sanitarie della Corea del Sud è di prestare particolare attenzione nel caso di viaggi in Paesi e aree ove ne è stata segnalata la presenza. In particolare sarebbe utile evitare nuotate in laghi, fiumi e stabilimenti termali, oltre che nelle piscine.
Se, naturalmente, le notizie che arrivano dal Paese asiatico e dagli Stati Uniti sono destinate a provocare un certo allarme, occorre anche sottolineare come, almeno al momento, i casi accertati siano in un numero indicato come irrisorio dagli esperti.
Cosa fare ove se ne sospetti la presenza
Se i casi segnalati sono al momento in un numero tale da non destare preoccupazione, sono le stesse autorità sanitarie a fornire le linee guida da rispettare nel caso in cui si sospetti la presenza dell’ameba mangia-cervello.
La meningoencefalite amebica primaria, che non deve essere confusa con quella secondaria causata dalla Entamoeba histolytica, deve gran parte della sua pericolosità al fatto che viene riscontrata quando il parassita ha già portato a buon punto la sua azione letale. Secondo i i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) statunitensi, appena 4 delle 154 infezioni accertate nel Paese tra il 1962 e il 2021 sono riuscite a sopravvivere al suo attacco.
Per quanto riguarda l’azione di contrasto, va sottolineato come la Naegleria fowleri sia sensibile ad un farmaco antimicotico, l’amfotericina B, in grado di alterare le membrane dell’agente patogeno. Proprio considerata la rapidità con cui il parassita porta a termine la sua missione, il consiglio dato dalle autorità sanitarie è di rivolgersi immediatamente alle strutture ospedaliere ove se ne sospetti la presenza.