I Pixel saranno prodotti in una struttura diversa adesso. E il motivo sembra che sia legato agli ingenti costi di produzione.
Google ha sempre cercato di studiare attentamente i suoi competitor, analizzando i loro movimento e tentando di fare di meglio per i suoi consumatori. Con il passare del tempo, però, si è resa conto che il modo migliore per riuscirci, sarebbe stato quello di cambiare struttura in cui avviare la produzione dei suoi Pixel.
Il cambio di sviluppo per i Pixel.
Google Alphabet, la società che controlla Google, ha scelto di cambiare luogo di produzione dei Google Pixel. Inizialmente sembrava che fosse una scelta azzardata, in quanto si parla di tutto il comparto tecnologico. Smartphone, accessori, custodie, caricabatterie e sensori di impronte digitali. In altre parole ogni cosa che ha a che fare con i suoi cellulari.
E la tappa pare che sia proprio l’India, l’unica soluzione ad oggi possibile per cercare di risparmiare sui costi di produzione. Negli Stati Uniti d’America, difatti, le aliquote tariffarie (quasi del 50%) non consentono alle aziende di riuscire a produrre i loro dispositivi elettronici senza dover consumare una ingente quantità di denaro. L’India, in questa circostanza, mostra una percentuale di risparmio decisamente più conveniente e che si attesta sul 26%.
L’arrivo in India e i primi contratti.
La scelta di Google Alphabet, nonostante sia rischiosa, sta già iniziando a dare i suoi frutti. Di recente ha avuto modo di incontrare alcuni produttori indiani, stringendo collaborazioni ed avviando la produzione dei Pixel direttamente in India. Il suo obiettivo è quello di cominciare con gli smartphone, per poi passare al resto della tecnologia che solitamente produrre negli USA.
Per adesso vengono prodotti almeno 100.000 Pixel al mese e altre 43.000 unità dalle nuove aziende collaboratrici. Fra circa due anni, però, gli analisti sono convinti che questi numeri raddoppieranno o addirittura saranno molto più grandi di quello che si pensa. Almeno fino a quando la situazione in India sarà stabile e Google Alphabet avrà modo di beneficiarne per la sua produzione.
Le difficoltà per la tassazione negli USA.
Ma non è un segno positivo come si potrebbe pensare. Se gli Stati Uniti d’America dovessero continuare a tassare così pesantemente il settore della tecnologia, è probabile che tante altre aziende (come Apple, che si è già mossa) cominceranno a seguire la stessa strada di Google Alphabet.
Valutare i costi di produzione, capire in che modo muoversi e ricominciare a produrre i dispositivi elettronici in maniera corretta, diventerebbe l’obiettivo primario della maggior parte delle società occupate in questo settore.
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