Snapchat ha annunciato il lancio del suo chatbot alimentato dall’intelligenza artificiale di ChatGPT.
Il programma si chiama My AI e sarà messo a disposizione degli abbonati al servizio Snapchat+, lanciato nel passato mese di giugno al costo di 3,99 dollari al mese.
L’azienda è solo l’ultima ad agganciarsi ad un carro, quello dell’AI, che promette di allungarsi in modo esponenziale nel corso delle prossime settimane. Si può dire, infatti, che nessuna delle principali aziende tecnologiche intende sottovalutare un settore che sta suscitando grande curiosità nell’opinione pubblica globale, oltre a preoccupazioni di vario genere.
My AI: cos’è e come funziona il nuovo servizio di Snapchat
Il programma sarebbe in grado di “consigliare idee regalo, pianificare le uscite per il fine settimana, suggerire una ricetta per la cena o addirittura scrivere un haiku sul formaggio per un amico ossessionato per il cheddar.” Almeno in questo modo viene presentato nel comunicato pubblicato sul sito dell’azienda. Nello stesso comunicato è però riportata un’avvertenza: come tutti i chatbot basati sull’intelligenza artificiale, My AI sarebbe incline alle allucinazioni, quindi pronto a dire qualsiasi cosa. Tanto da consigliare l’azienda a non incappare nell’errore fatto da Microsoft con il suo Bing AI, ben presto messo sotto accusa per la deprecabile propensione a perdere la pazienza nelle conversazioni coi propri utenti, con esiti clamorosi. Una propensione che l’azienda di Redmond non aveva messo in conto, ma tale da dare vita a numerosi episodi che dimostrano come la materia abbia bisogno di essere maneggiata con una certa prudenza. Una prudenza la quale, però, sinora sembra abbia fatto difetto alle aziende che stanno lanciando applicazioni commerciali basate su ChatGPT o altri programmi di AI.
My AI: quali sono le differenze con gli altri programmi basati sull’intelligenza artificiale?
Snapchat ha cercato di operare una netta distinzione tra My AI e i vari servizi che sono stati sin qui lanciati da altre società, a partire proprio da Microsoft e Google. Il suo prodotto cerca in effetti di accreditarsi alla stregua di un amico digitale e non come un motore di ricerca. Da sottolineare anche il fatto che sia in pratica stato privato della funzionalità che consente la scrittura di testi.

Un accorgimento che potrebbe risparmiargli le frizioni con il mondo scolastico, espresse nel bando in cui è incappato ChatGPT nelle scuole degli Stati Uniti.
Naturalmente la speranza è che My AI non provochi gli stessi problemi che sono stati segnalati dagli utenti di Bing, con una catena di comportamenti inappropriati i quali hanno costretto Microsoft a cercare di correre ai ripari per non favorire una pessima pubblicità al proprio prodotto.
Per cercare di evitare una deriva analoga, lo stesso social network ha peraltro invitato gli utenti ad inviare feedback al proposito. Inoltre, in considerazione del fatto che il servizio si rivolge particolarmente ai più giovani (il 75% degli utenti ha tra i 13 e i 34 anni), si è cercato di tagliare ogni possibilità di incidenti in tema di sicurezza, impedendo che il bot possa occuparsi di tematiche controverse. Non resta quindi che attendere i risultati sul campo per capire di più su My AI.
My AI, un’evoluzione annunciata
La decisione di lanciare My AI poteva essere desunta già dalla relazione sugli utili collezionati da Snapchat nel corso del quarto trimestre del 2022. In quella occasione, infatti, il fondatore e CEO dell’azienda, Evan Spiegel, aveva affermato senza mezzi termini che l’intelligenza artificiale generativa possiede un grande potenziale anche in termini commerciali. Un concetto che Spiegel aveva ribadito anche nel corso di un’intervista rilasciata di recente, in cui aveva affermato che ben presto oltre a parlare con i nostri familiari e conoscenti lo faremo anche con i bot basati su questa tecnologia.
Naturalmente, su questa capacità di intrattenimento intende fare affidamento anche Snapchat, che nel corso del quarto trimestre dell’anno passato ha riportato risultati abbastanza contrastanti. Se, infatti, le entrate si sono fermate a 1,3 miliardi di dollari contro gli 1,31 che erano previsti dagli analisti, gli utili per azione si sono attestati a 0,14 dollari per ogni titolo, tre centesimi in più rispetto alle aspettative. Gli utenti attivi ogni giorno sono a loro volta 375 milioni, quasi alla pari con gli attesi 375,3 milioni. Per quanto riguarda il risultato complessivo, si è quindi verificata una perdita pari a 288 milioni di dollari, contro il guadagno di 23 messo a segno nello stesso periodo del 2021. Una serie di dati che unendosi alla mancanza di indicazioni relative al primo trimestre dell’anno in corso hanno spinto gli investitori a massicce vendite.