A pochi giorni dall’avvio del nuovo anno iniziano già le prime valutazioni per i viaggi 2023, soprattutto in vista dei numerosi ponti festivi previsti da calendario.
La crescita del settore terziaro ha però innescato un cambio di strategia per diverse città che, in virtù del flusso turistico in aumento, hanno deciso di modificare o introdurre la tassa di soggiorno.
Cos’è la tassa di soggiorno e come viene applicata
La tassa di soggiorno può essere considerata come un vero e proprio pass d’ingresso; non a caso, la sua funzione è proprio quella di permettere a cittadini provenienti da altri Paesi di soggiornare nella città in questione. Non esiste un tariffario fisso, così come ogni politica locale applica diverse restrizioni dal punto di vista dei giorni e delle notti di permanenza. In linea generale, la tassa di soggiorno si applica a prescindere dalla durata del viaggio e della tipologia di struttura scelta per il pernottamento. Il ticket di ingresso si aggiunge dunque alle spese già previste per un viaggio di breve-medio termine.
Viaggi 2023, quali città e Paesi prevedono la tassa di soggiorno
Chi è già alla ricerca della meta più consona alle proprie esigenze e gusti, non può non considerare i nuovi costi previsti per la tassa di soggiorno. Il 2023 ha infatti segnato un cambio netto di strategia per alcune delle mete più ambite dagli appassionati, come dimostrato dagli ultimi dati e notizie in merito. Ad esempio, in vista dell’estate anche la città di Venezia corre ai ripari: sarà necessario pagare un vero e proprio biglietto di ingresso per accedere da turista all’arcipelago della laguna e al centro storico. Nel resto d’Europa invece, da menzionare la città di Valencia che, con il nuovo anno, ha scelto di introdurre la tassa di soggiorno. La tariffa sarà riferita per un massimo di 7 giorni con un intervallo economico che andrà dai 50 centesimi ai 2 euro. La variazione dipenderà dalla tipologia di soggiorno scelto. Di seguito, ecco le principali città che hanno seguito la medesima strategia turistica.