E’ atteso per il 29 di marzo il primo episodio della nuova stagione (la 5°) di Rocco Schiavone, il più controverso investigatore della Tv, nato dalla penna di Antonio Manzini.
Il vicequestore romano, trasferito obtorto collo nella gelida Aosta, sarà protagonista di altre 4 puntate, tratte dal romanzo “Vecchie Conoscenze” e dal racconto (pubblicato solo in formato ebook, basta con la carta!) “E palla al centro”.
Sarà in onda, come sempre, su Rai2 – nonostante un tentativo di far migrare la fortunatissima serie sulla rete ammiraglia della Rai – a partire dal prossimo 29 marzo e sarà, ancora, ambientato tra Aosta e i magnifici paesaggi montani, che sono anche il set della fiction.
Torna Rocco Schiavone, con qualche novità nel cast
Dietro la macchina da presa, Simone Spada mentre, a vestire i panni – fuori contesto – del vicequestore Rocco Schiavone, ci sarà sempre quella gran faccia da cinema di Marco Giallini. Perché fuori contesto? Perché a Rocco Schiavone, di stare ad Aosta gli va proprio stretto anche nell’abbigliamento, tant’è che continua a vestirsi come se dovesse fare un giro per Trastevere mentre lì, da quelle parti – zona Monte Bianco, per capirci – fa un freddo cane. Ma lui, niente: mocassini e cappottino.
Marina, l’adoratissima moglie di Rocco, avrà le sembianze di Mirian Dalmazio ma, a parte questo, il resto del cast rimane lo stesso: Caterina Rispoli interpretata da Claudia Vismara, Italo Pierron (Ernesto D’Argenio), Francesco Acquaroli (nelle vesti di Sebastiano Carucci, amico del vicequestore).
Controverso e politicamente scorretto, ma…
“Rocco è una persona scorretta, tratta male i sottoposti… – lo descrive Antonio Manzini, il suo “papà” – però piace perché non è bugiardo. È uno che dice la verità, e poi ci rimette. Per questo sta simpatico: non mente. Nemmeno alle donne”. E deve essere per questo che ci piace così tanto.
E’ ruvido, scorbutico, si fa le canne, beve, se c’è da far soldi extra (ma proprio extra) non si tira indietro e ha meno empatia di un termosifone. Però… che sia proprio questo suo essere così politicamente scorretto, a farcelo piacere tanto? O quella sincerità brutale e scomoda – come è sempre la sincerità – che ci seduce?
Perché ci piace Rocco Schiavone
Ci piace il modo disincantato con cui guarda la vita “Lui sa perfettamente che legge e giustizia non viaggiano sullo stesso binario e quindi si cerca la giustizia da solo – commenta Manzini in un’intervista rilasciata al periodico Cosmopolitan alcuni anni fa – il che ovviamente in democrazia non va bene. Ma è cresciuto a Trastevere negli anni 70, quando ancora era un quartiere molto popolare, è diventato poliziotto per lo stipendio e non per vocazione, quindi gli è rimasta l’etica del bandito. E dico etica perché i banditi di una volta, un loro codice l’avevano”.
Ma ci piace anche perché è ancora perdutamente innamorato di Marina, anche se ormai è morta da troppo tempo. E ci fa sciogliere quel suo ostinarsi a parlarle, a cercare conforto in una sua carezza o ad addormentarsi abbracciato al suo ricordo: sì, ci piace proprio questa cosa.
Anticonformista e con un’etica molto personale
E poi ci piace perché è uno che se ne frega del pensiero mainstream: si fa le canne in ufficio (e quel che ci piace è solo il gesto ribelle, non ci pensiamo neanche a infilarci nella discussione sull’uso droghe leggere: sì o no), non dimentica gli amici di un tempo, anche se hanno preso strade diverse : anche se a modo suo, comunque Rocco Schiavone rappresenta pur sempre lo Stato e la legge! Ma, soprattutto, ha quella sua tavola dei comandamenti, dove si classificano le “rotture di coglioni”: dal livello 6 a livello 10, ovvero dalle incombenze domestiche, alle spese al centro commerciale, ai tabaccai chiusi fino ad arrivare all’omicidio, il “caso sul groppone”, ovvero il massimo dei livelli possibile.
Ci piace perché è normale. Uno così lo puoi incontrare dappertutto!
E poi ci piace perché non è un palestrato, ha la pancetta e le maniglie dell’amore, fuma come un turco e mangia che peggio proprio non si può: insomma, ci piace perché è normale. E potremo rischiare di incontrarlo dappertutto (tranne al centro commerciale, vedi sopra). Sì, George Clooney o Bradd Pitt o Johnny Depp magari sono meglio, da guardare: ma quand’è che ci capita di incontrarli questi? E anche se fosse, quante possibilità ci sono di berci insieme anche solo un caffè?
Quindi, sì, preferiamo i Rocco Schiavone, anche se sono antipatici, cinici e del tutto privi di empatia.
“Vicequestore Rocco Schiavone, Questura di Aosta … devo ricominciare tutto da capo”– reciti nel trailer. Tranquillo, Rocco. Ti diamo una mano noi. Ah, ma volete forse sapere qualcosa sulla trama? Per chi ci avete preso? Mica spoileriamo, noi! Aspettate il 29 marzo e avrete la risposta: Rocco Schiavone è tornato.
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