Con profonda tristezza apprendiamo della scomparsa, nella notte del 16 luglio a Torino, di Alberto Bolaffi, Cavaliere del Lavoro e figura cardine della storia italiana del collezionismo e della filatelia. Aveva 89 anni e lascia una traccia indelebile nel mondo dell’arte, degli investimenti in beni da collezione e nell’imprenditoria culturale.
Un’eredità lunga oltre un secolo
La famiglia Bolaffi affonda le proprie radici nel collezionismo dalla fine dell’Ottocento, avviando nel 1890 a Torino il primo negozio di francobolli. Alberto rappresenta la terza generazione di una dinastia che ha saputo innovare e tradurre la passione per l’oggetto da collezione in impresa, cultura e investimento. Succedendo al padre Giulio, Bolaffi ha guidato dal 1961 lo storico gruppo, portandolo oltre la filatelia, verso nuovi settori come la numismatica, le aste di arte moderna e contemporanea, i preziosi, i memorabilia storici, e l’investimento in oro e immobili.
Alberto Bolaffi, innovazione e visione: dal catalogo d’arte alle aste pop
Alberto Bolaffi è stato un visionario, riconoscendo negli anni Sessanta i profondi cambiamenti nei gusti e nei consumi culturali. Nel 1962 crea il “Catalogo Bolaffi d’Arte Moderna” e fonda la rivista “Bolaffi Arte”, diventando ponte tra il grande pubblico e le novità dell’arte contemporanea italiana. Nel 1990 fonda Aste Bolaffi, la casa d’aste che ha reso accessibile la compravendita di opere d’arte e oggetti rari a una platea ampia e trasversale, rivoluzionando il mercato e portando la logica dell’asta “pop” anche nel nostro Paese.
Dalla filatelia all’investimento diversificato
Sotto la sua direzione, la Bolaffi è diventata leader in settori quali:
- Francobolli e numismatica
- Arte moderna e contemporanea
- Gioielli, vini, memorabilia, oggetti di design
- Oro, monete e lingotti da investimento
- Aste immobiliari
Ha saputo cogliere le grandi opportunità offerte dalla diversificazione, suggerendo ai collezionisti e agli investitori nuovi asset rifugio all’interno di un mercato in profonda evoluzione. Le aste Bolaffi, oggi, offrono opportunità per ogni tipologia di investitore—dalle opere di grandi maestri dell’arte a lotti di vini pregiati e oggetti rari, consolidando la centralità dell’arte come bene rifugio di valore nel tempo.
“Il collezionismo è il primo gesto della nostra evoluzione.”
— Alberto Bolaffi
Alberto Bolaffi, un modello di cultura e responsabilità
Il contributo di Alberto Bolaffi non si esaurisce nell’attività imprenditoriale. È stato promotore della cultura del collezionismo come forma di conservazione della memoria, della bellezza e del valore tangibile. Ha svolto un ruolo attivo nella divulgazione, nell’editoria, nel sostegno a progetti filantropici e culturali e nell’instaurazione di collaborazioni tra la sua azienda e fondazioni, musei e istituzioni culturali italiane. Il riconoscimento del titolo di Cavaliere del Lavoro nel 1993 è stato il coronamento di una vita dedicata all’eccellenza.
Quale futuro per gli investimenti d’arte?
La scomparsa di Alberto Bolaffi segna la fine di un capitolo ma anche l’inizio di nuove sfide per il mondo del collezionismo. Il suo esempio dimostra come investire in arte e oggetti da collezione non sia solo una questione economica, ma anche culturale e sociale.
L’eredità di Bolaffi è oggi in mano al figlio Giulio Filippo che continuerà a guidare il gruppo secondo la filosofia di innovazione, trasparenza e passione tramandata dal padre. L’investimento in arte e collezionismo, resi accessibili e “pop” grazie alla visione di Bolaffi, restano una delle frontiere più affascinanti e solide per chi vuole diversificare il proprio patrimonio e coltivare un legame autentico con la storia e la cultura.
Il mondo dell’arte, del collezionismo e della cultura oggi gli rende omaggio, consapevole che la sua lezione continuerà a ispirare generazioni di appassionati e investitori.