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Il Valore Reale del Made in Italy agroalimentare.

Nel nostro podcast sul Fatto in Italia, l'esempio del pomodoro campano come leva d’identità globale.

Nel nostro podcast A Biz Story Focus On: Fatto in Italia, l’esempio del pomodoro campano come leva d’identità globale.

Nella quinta puntata di “A Biz Story”, il podcast ideato dalla nostra Media Agency Gruppo Mondo Media per il nostro magazine online MondoUomo.it, parliamo di uno dei simboli più forti della cultura alimentare italiana: il pomodoro.

In trasmissione, al tavolo delle storie e delle ispirazioni, Gaetano Torrente, figura centrale della storica industria conserviera La Torrente, attiva nella trasformazione del pomodoro dal 1965. Insieme a lui, Nino Salemme, imprenditore e fondatore di Italya Srl, esperto di internazionalizzazione e comunicazione nei mercati esteri.

Un dialogo schietto e ricco di spunti su cosa significa oggi produrre, comunicare e vendere “Fatto in Italia”, e su come un prodotto semplice come il pomodoro possa raccontare una filiera, un’identità e una visione d’impresa.


🏭 Oltre 60 anni di storia industriale: il caso La Torrente

Fondata a Sant’Antonio Abate (NA), La Torrente è oggi tra le aziende italiane più riconosciute nel comparto conserviero. Con oltre 60 anni di esperienza, rappresenta un punto di riferimento per la trasformazione del pomodoro campano, con una gamma di prodotti che si estende anche a specialità come friarielli in olio e legumi selezionati.

“Il pomodoro campano merita lo stesso riconoscimento che hanno il Parmigiano Reggiano o l’Aceto Balsamico” – afferma Gaetano Torrente nel corso dell’intervista.

Un’affermazione chiara che mette in luce un obiettivo strategico: trasformare il pomodoro del Sud Italia in un marchio riconosciuto nel mondo.


🌍 Export, identità e narrazione: come posizionarsi nei mercati esteri

Oggi oltre il 30% della produzione La Torrente è destinata all’estero, in particolare verso Stati Uniti, Canada, Giappone e Paesi Arabi.

Nino Salemme, che affianca brand italiani nei processi di export e posizionamento, sottolinea quanto sia fondamentale:

  • Comunicare non solo il prodotto, ma la filiera che lo genera
  • Lavorare sulla trasparenza della qualità e sulla tracciabilità
  • Adattare il racconto del Made in Italy alle attese culturali di ogni singolo mercato

“Il Made in Italy non si vende da solo: va spiegato, contestualizzato e difeso”, afferma Salemme.

Il problema non è solo la concorrenza globale, ma anche il rischio di essere percepiti come banali, se non si lavora su una comunicazione coerente, moderna e credibile.


▶️ Ecco una breve intervista post-registrazione


💡 Il Made in Italy agroalimentare è una sfida culturale…

Nel finale della puntata, il confronto tra Torrente e Salemme si concentra su un punto chiave: il valore culturale del Made in Italy nel food.

Non basta fare un buon prodotto: serve formazione, presenza sul territorio, coerenza tra valori dichiarati e pratiche aziendali.

Il Made in Italy vince se è credibile, se crea una relazione con chi compra, e se chi lo produce non dimentica le sue radici, ma sa parlare al futuro.


▶️ Guarda la puntata completa (online dal 30 maggio ore 13 su YouTube, Spotify, Amazon Music, TikTok e Facebook)

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