L’Europa ha varato il Codice di Condotta sull’IA Generativa: cosa cambia davvero?

Il Codice di Condotta europeo per l’IA generativa segna una svolta storica, ponendo l’Europa all’avanguardia nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale. Resta ora da vedere come aziende e sviluppatori risponderanno a questa sfida, tra esigenze di innovazione, trasparenza e tutela dei diritti.

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L’Unione Europea ha compiuto un passo decisivo verso la regolamentazione dell’intelligenza artificiale generativa presentando il Codice di Condotta per l’IA general-purpose.

Questo documento, pubblicato dalla Commissione europea, rappresenta la prima guida operativa per aziende, sviluppatori e ricercatori che lavorano con modelli avanzati di IA come GPT-4, Gemini, Claude o LLaMA, in vista dell’entrata in vigore dell’AI Act dal 2 agosto 2025.

Cos’è il Codice di Condotta e perché è importante?

Il Codice di Condotta nasce come strumento volontario: non è obbligatorio, ma chi lo adotta potrà dimostrare più facilmente la conformità alle nuove regole europee, accedendo a vantaggi come una maggiore certezza giuridica e procedure semplificate. L’obiettivo è duplice:

  • Anticipare le regole dell’AI Act, il primo regolamento al mondo sull’IA, che disciplina l’uso dell’intelligenza artificiale in base al rischio.
  • Facilitare l’adattamento delle aziende, offrendo una roadmap chiara per evitare ostacoli burocratici e garantire trasparenza e sicurezza.

Il testo è stato sviluppato da 13 esperti indipendenti, con il contributo di oltre 1.000 stakeholder tra fornitori di modelli, PMI, accademici, esperti di sicurezza, titolari di diritti e organizzazioni della società civile.

Quali sono i tre pilastri del Codice di Condotta per l’IA general-purpose?

Il Codice di Condotta si articola in tre aree tematiche fondamentali:

  1. Trasparenza
    • Introduzione del “Model Documentation Form”, un modulo standardizzato che descrive le principali caratteristiche del modello, le fonti dei dati usati nell’addestramento, le funzionalità, i limiti e gli scenari d’uso consigliati.
    • L’obiettivo è rendere i modelli più leggibili e integrabili nei prodotti digitali.
  2. Copyright
    • Fornisce indicazioni pratiche per il rispetto delle norme UE sui diritti d’autore, chiedendo ai provider di adottare policy attive per identificare contenuti protetti utilizzati nell’addestramento dei modelli.
  3. Sicurezza e gestione dei rischi
    • Si concentra sui modelli ad alto rischio sistemico, come quelli potenzialmente utilizzabili per scopi pericolosi (es. creazione di armi chimiche o biologiche).
    • Propone pratiche avanzate per la valutazione e mitigazione dei rischi, in linea con l’AI Act.

Cosa succede ora? Tempi de adesioni

Il Codice dovrà essere formalmente approvato dai 27 Stati membri e dalla Commissione. Una volta adottato, i provider potranno sottoscriverlo volontariamente. L’adesione non è obbligatoria, ma chi sceglierà di non conformarsi sarà soggetto a controlli più stringenti da parte della Commissione europea.

Le nuove regole dell’AI Act entreranno in vigore il 2 agosto 2025, ma la piena applicabilità è prevista dal 2026 per i nuovi modelli e dal 2027 per quelli già esistenti. Nel frattempo, la Commissione pubblicherà linee guida aggiuntive per chiarire chi sarà soggetto al regolamento e come dovrà adeguarsi.

Le reazioni: tra entusiasmo e richieste di moratoria

Molte aziende europee, tra cui colossi come Airbus, Lufthansa e BNP Paribas, hanno chiesto una moratoria di due anni, temendo l’impatto delle nuove regole sulla competitività e sull’innovazione. La Commissione ha però respinto questa richiesta, confermando la volontà di procedere senza deroghe.

Le Big Tech come OpenAI, Google e Meta non hanno ancora annunciato se aderiranno al Codice, ma la loro scelta sarà cruciale per il futuro dell’IA generativa in Europa.

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