Il 25 aprile si celebra la Giornata Nazionale della Liberazione; un evento volto a commemorare la fine del Secondo Conflitto Mondiale in Italia.
Una data che onora la memoria di tutti coloro che si sono battuti per l’amore di patria.
Il mondo sarebbe più bello senza guerre e conflitti. La Terra vedrebbe meno morti ingiuste, ed i bambini non morirebbe sotto le bombe. Fin dalla notte dei tempi, però, l’essere umano ha avuto il desiderio di prevalere sull’altro, senza mai accontentarsi di ciò che ha. Le cause delle guerre sono da ricercare quasi sempre nell’innato desiderio di dominio. Ogni guerra, però, anche quella vinta, alla fine appare stupida.
Oggi, in una società civilizzata e volta al progresso, ci troviamo ancora a dover affrontare la minaccia dei conflitti. Le guerre e le battaglie vorremmo leggerle solo sui libri di storia, ma ci tocca leggerle anche sui quotidiani. E questo significa che dalla storia abbiamo appreso poco. A cosa serve la memoria storica se non si è in grado di imparare dai propri errori? Tuttavia la conoscenza e il ricordo sono gli strumenti a disposizione dell’uomo per seguire un percorso di civilizzazione. Attraverso la memoria degli eventi passati è possibile evitare il ripercorrere strade sbagliate. Per questo è bene ricordare la Storia del nostro Paese e di tutti coloro che si sono impegnati-anche dando la loro vita- per la libertà e la pace.
Il significato ideologico del 25 aprile.
La Seconda Guerra Mondiale è una delle pagine più tristi dell’umanità. Sono i sessanta e i sessantotto milioni il numero di persone ad aver perso la vita nel corso degli anni bellici. Fra essi vi erano anche donne e bambini, innocenti e inconsapevoli della banalità del male.
Il 25 aprile 1945, per l’Italia, non è una data come tante, ma segna la fine della dominazione nazifascista. Viene definita appunto Festa Nazionale della Liberazione per indicare la cacciata dei nazifascisti dal territorio italiano. Per un anno e mezzo, fra il settembre del 1943 e l’aprile del 1945 gli italiani si resero protagonisti di quella che può essere definita “Resistenza partigiana“. Gli antifascisti si unirono per porre fine alla dittatura fascista sul territorio nazionale, battendosi fino allo stremo per ridare l’Italia agli italiani.
Una vera e propria guerra patriottica che implicò, non solo l’avversione ai nazifascisti, ma anche la lotta contro le forze italiane che sostenevano gli occupanti.
La Resistenza italiana è stata la massima manifestazione di antifascismo ed antinazismo. Diciotto mesi di lotte sul campo e non per mettere fine all’oppressione dei tedeschi. Il 25 aprile rappresenta l’apice dell’ideale di libertà.
La Festa Nazionale della Liberazione nel racconto di chi l’ha vissuta.
Sono passati quasi ottant’anni dal 25 aprile 1945. Nel corso di questi decenni il Paese ha subito non pochi cambiamenti, vivendo anche delle fasi storiche molto complesse. Ormai la gioia della Giornata della Liberazione la si può apprendere solo attraverso le pagine dei libri di storia, o attraverso video e documentari visibili in televisione. I protagonisti, infatti, sono passati quasi tutti a miglior vita. Non mancano-per fortuna- i novantenni e gli ultra novantenni ancora in grado di ricordare quei momenti e raccontare nel dettaglio gli eventi della Resistenza. La loro testimonianza diretta è uno dei beni più preziosi della civiltà del nostro Paese.