Una bevanda immancabile sulle tavole degli italiani, il vino rappresenta senza dubbio un’eccellenza italiana; un prodotto che ha un’origine molto antica e che oggi risulta essere fra i più amati ed esportati.
Il vino italiano è sinonimo di qualità e gusto e non può che essere apprezzato dagli estimatori.
L’Italia è la terra delle bontà enogastronomiche, in cui la genuinità delle materie prime si coniuga con la maestria dell’artigianato. La tradizione culinaria italiana è ricca di pietanze gustose, note in ogni angolo del mondo. Ogni regione, infatti, vanta i suoi piatti tipici, ognuno dei quali racconta la storia del territorio. Fra le eccellenze italiane, tuttavia, non può non essere inserito il vino, la bevanda più apprezzata dagli italiani, e non solo. I vini nostrani rappresentano il connubio perfetto fra storia, tradizione ed artigianato.
Non vi è un buon pranzo italiano che non sia accompagnato da un calice di vino, rosso o bianco a seconda delle pietanze. Da Nord a Sud ogni regione presenta dei vitigni particolari, i quali si differenziano per aromi e caratteristiche olfattive. Nei ristoranti ma anche nelle case degli italiani non può mancare una selezione di bottiglie di qualità che possano dare un ulteriore tocco di sapore alle pietanze, o talvolta a fungere da aperitivo. In questo articolo vi parleremo della storia del vino, ma anche delle principali caratteristiche dei vitigni che li rendono fra i più amati al mondo.
Il vino: una storia d’amore e passione.
Che si consumi in un ristorante, o a casa durante le cene con amici, il vino è una bevanda immancabile nel lifestyle di italiani e stranieri. Bere un calice di questa bibita alcolica è un rito che dona spensieratezza, allegria, ma soprattutto gusto. Oggi è uno dei prodotti tipici più esportati all’estero, ma la sua storia parte da molto lontano. Nel corso dei secoli ha preso parte a vicende d’amore ed amicizia, ha ispirato poeti e letterati, ha fatto parte della cultura dei popoli. Il vino, dunque, non rientra solo nella schiera di prodotti artigianali italiani, ma fa parte della società, raccontandone gli aspetti antropologici. Non mancano, infatti, poesie in cui si canta la sua bellezza o dipinti in cui configura il suo coloro rosso vivo. Una bevanda fatta con il cuore e le mani, che attraverso un lento lavoro arriva sulle tavole degli italiani, siglando un lungo patto d’amore.
Storia del vino: dalla nascita ai giorni nostri.
La storia del vino appare ancora avvolta nel mistero, con numerosi miti e legende che ne rivendicano la paternità. La narrazione della nascita della bevanda può variare in base alla fonte. Se si consulta la Bibbia, si apprende che l’inventore del vino fu Noè, il quale piantò la prima vigna dopo il Diluvio Universale. Diversamente per gli Antichi Greci, lo scopritore fu Dionisio, chiamato anche Bacco dai Romani. Dunque la storia della nascita del vino si intrinseca con quella dei personaggi della mitologia e della letteratura classica. Tuttavia la sua invenzione potrebbe essere avvenuta molto prima, ed in maniera ben più casuale. A quanto pare presso i popoli della Mesopotamia furono sperimentate le prime forme di fermentazione alcolica dell’uva lasciata in alcuni recipienti.
La produzione fortuita è stata poi specializzata dai Greci e dai Romani, i quali conoscevano le tecniche di viticoltura e vinificazione. Nella cultura classica greco-latina il vino assume una connotazione molto importante soprattutto in ambito sociale e religioso. Il suo sapore era diverso da quello attuale, perché veniva mescolato con erbe, spezie e miele.
Nel Medioevo la produzione del vino si sposta nelle abbazie e nei monasteri, dove i monaci vi dedicavano buona parte del loro tempo. Proprio in questa fase storica inizia a diffondersi l’abitudine di conservare il vino nelle botti di legno, in modo da migliorare il processo di invecchiamento. Nel corso del Rinascimento nascono le prime zone vinicole, come ad esempio il Chianti. Bisogna attendere il 1800 per assistere alla nascita delle aziende vinicole, come le intendiamo oggi, diversificate in base ai vitigni.