L’atteso accordoi tra Stati Uniti e Unione Europea ha ridisegnato il panorama commerciale transatlantico, introducendo dazi uniformi del 15% sulla maggior parte dei prodotti europei esportati verso gli USA.
Tuttavia, il vero nodo di interesse — e di speranza, in particolare per l’Italia — riguarda il tema delle esenzioni: alcuni prodotti e settori chiave, infatti, potranno continuare a entrare nel mercato americano senza subire la nuova imposizione tariffaria.
Cosa sono le “esenzioni”?
L'”esenzione” (exemption) in questo contesto indica quegli specifici settori o prodotti che vengono esclusi dal nuovo dazio generalizzato al 15%. Nel concreto, significa che quelle categorie merceologiche potranno essere esportate dall’Unione Europea verso gli Stati Uniti senza subire il rincaro dovuto alle barriere tariffarie introdotte dall’accordo. Questa misura nasce da valutazioni strategiche: gli USA ne hanno discusso con Bruxelles sulla base di interdipendenze industriali, esigenze della catena di approvvigionamento e importanza settoriale per consumatori e produttori su ambedue le sponde dell’Atlantico.
Quali settori potrebbero essere esentati?
Dalle comunicazioni ufficiali emerge una lista abbastanza circoscritta di settori che beneficeranno delle esenzioni. Secondo le fonti americane ed europee, i principali comparti esentati dal dazio del 15% sono:
- Farmaceutica e farmaci generici
- Dispositivi medici
- Componenti per aerei civili e aeronautica
- Alcuni prodotti chimici e semiconduttori
- Alcuni prodotti agricoli selezionati (in misura limitata e su base negoziale).
Made in Italy: quali speranze reali per le esenzioni?
Per quanto riguarda i prodotti italiani, la partita è ancora aperta. Il governo italiano e le associazioni di categoria — con particolare attenzione ai settori del food & beverage, della meccanica di precisione e del fashion/lusso — stanno facendo pressione affinché le eccellenze del Made in Italy siano inserite nel perimetro delle esenzioni permanenti. Tradizionalmente, prodotti come vino, pasta, olio di oliva, formaggi, salumi ma anche pelletteria e calzature erano considerati a rischio. Tuttavia, le ultime revisioni delle liste doganali diffuse dalle autorità americane mostrano che, per ora, molti prodotti agroalimentari italiani (come vino, pasta, caffè, pelletteria, alcuni formaggi e liquori) sono stati risparmiati dal nuovo incremento tariffario — almeno temporaneamente, grazie anche all’impegno diplomatico nazionale e europeo.
Resta comunque la possibilità che le liste vengano aggiornate o che si proceda caso per caso. Settori come l’automotive (comodità fondamentale per la Germania, anche per i componenti italiani), l’aeronautica, alcuni macchinari e prodotti high-tech sono già in area “salva”.
Prospettive e mosse future
Il governo italiano ha accolto con favore l’intesa, ma sottolinea la necessità di difendere costantemente l’export nazionale e monitorare ogni aggiornamento delle liste di esenzione. I settori che rimarranno soggetti al nuovo dazio potrebbero ricevere supporto nazionale ed europeo: si tratta soprattutto del settore manifatturiero generico e di alcune filiere agricole non incluse tra gli esenti.
Importante per chi opera nei mercati globali
Per le imprese italiane, consultare costantemente le comunicazioni di ICE, Ministero degli Esteri e rappresentanze di categoria è fondamentale per rimanere aggiornati sullo status dei diversi prodotti nelle liste di esenzione.
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