Due voci, un unico punto di vista: raccontare con lucidità e passione l’esperienza del Pitti Uomo 108, riflettendo sull’impatto reale del Fatto in Italia oggi.
Da Firenze, in occasione dell’evento di moda maschile più influente d’Europa, Giovanni Luca Lettieri, Partnership Manager del Gruppo Mondo Media, e Nino Salemme, CEO di Italia Srl ed esperto di comunicazione del Made in Italy, hanno condiviso il loro punto di vista in una doppia intervista esclusiva per MondoUomo.it.
Il valore dell’essere presenti con una voce propria
Giovanni Luca Lettieri ha aperto la conversazione sottolineando l’impegno concreto di Mondo Media nella valorizzazione della moda italiana:
“Siamo l’unico magazine online presente al Pitti con telecamere, videointerviste e microfoni. Un investimento vero, per raccontare moda e accessori internazionali con focus chiaro sul Made in Italy”.
L’obiettivo è chiaro: documentare, intervistare e diffondere le realtà italiane che, tra tradizione e innovazione, portano avanti il valore dell’artigianalità.
Pitti Uomo si conferma, anche quest’anno, un ambiente dinamico, ricco di input e di relazioni commerciali:
“Pitti pullula di opportunità, sia per buyer che per influencer e addetti alla comunicazione. La Fortezza da Basso è un punto di incontro cruciale per il business della moda italiana”, afferma Lettieri.
Nino Salemme: “Sappiamo creare ma non comunicare”
Nino Salemme, opinion leader e volto di riferimento per il racconto dell’identità italiana all’estero, ha portato un punto di vista critico ma costruttivo.
“Siamo bravissimi a creare valore, ma ancora oggi non riusciamo a trasmettere davvero l’anima del prodotto italiano. Gli altri ci imitano sempre di più, e noi spesso perdiamo l’occasione di rafforzare il nostro posizionamento internazionale”.
Secondo Salemme, il “Fatto in Italia” ha un potenziale superiore rispetto a molte realtà globali, ma manca una strategia unitaria e solida di comunicazione. Il rischio? Vedere brand stranieri appropriarsi di nomi e simbologie italiane, mentre i veri artigiani italiani faticano a distinguersi.
“C’è una crescente difficoltà nel capire chi è veramente italiano. Tanti marchi stranieri usano nomi italiani, mentre noi perdiamo contatto con le nostre radici”.
L’attenzione degli stranieri è altissima. E gli italiani?
Lettieri ha ripreso e rafforzato questo pensiero:
“Qui al Pitti abbiamo visto tantissimo interesse da parte dei visitatori stranieri. Sono attratti dal nostro modo di fare moda, dai dettagli, dalla qualità. Ma spesso manca la volontà o la capacità degli italiani stessi di raccontare il valore del proprio prodotto ai mercati esteri”.
Questa contraddizione evidenzia un punto chiave: il Made in Italy è più forte di quanto venga percepito dagli italiani stessi. L’identità nazionale va coltivata, protetta e raccontata in modo coerente e moderno.
Il “Fatto in Italia”: un brand che va difeso
Durante l’intervista, il concetto di Fatto in Italia è stato messo al centro della discussione, distinguendolo dal semplice “Made in Italy” inteso come etichetta.
Il Fatto in Italia è artigianato, tradizione, qualità, ma soprattutto scelta consapevole. È un processo culturale che va protetto non solo con certificazioni, ma anche attraverso narrazioni credibili, efficaci e mirate.
“Bisogna comunicare meglio – conclude Salemme – e farlo con strategia. Valorizzare ciò che siamo, evitando di lasciarlo raccontare agli altri”.
Un Pitti che lascia spunti chiari
L’edizione 108 di Pitti Uomo ha confermato una verità semplice: l’Italia è ancora oggi uno dei riferimenti globali per la moda maschile. Ma questo patrimonio va sostenuto da una comunicazione forte, da investimenti digitali e da una nuova consapevolezza tra gli stessi imprenditori italiani.
Il gruppo Mondo Media, con i suoi magazine tra cui MondoUomo.it, ha scelto di essere parte attiva di questo processo. Interviste, reportage, collaborazioni con brand e professionisti del settore: tutto contribuisce a rafforzare il valore del Fatto in Italia anche online, dove oggi si gioca la vera partita dell’identità.
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