21 Settembre 2024

Jeans Patchwork Uomo: gli anni ’70 tornano a splendere nel guardaroba.

Da Erik Mclean tramite Pexels

Alzi la mano chi non ne ha almeno un paio nel proprio armadio… nessuno vero? E come potrebbe essere diversamente? Il capo di abbigliamento in questione è un capo praticamente iconico, che ha attraversato gli anni senza mai perdere il suo “smalto”, il suo “carisma”, ma anzi trovando sempre più seguaci, più “estimatori”, che hanno visto in questo indumento un “fedele compagno” di tanti outfit, da quello più casual a quello più elegante.

Il jeans è in assoluto un classico che non passa mai di moda, un must have per la donna come per l’uomo, uno squisito binomio di praticità e versatilità che non può non incontrare pareri favorevoli. Utile è, allora, averne di diverse tipologie nel proprio guardaroba, così da non trovarsi “impreparati” in presenza di un’occasione che ben avrebbe visto ideale “quel” jeans, e invece… tristemente ci si accorge di non possederlo tra quelli appesi alle grucce.

Loose, a zampa di elefante, skinny, o i più tradizionali fit slim e regular, che maggiormente si prestano ad essere portati in più di una circostanza: sono infatti davvero tanti i modelli tra cui poter scegliere. Ma se invece si ha voglia di qualcosa di diverso? Di qualcosa di maggiormente “leggero”, che abbia (ancora) il sapore dell’estate e con il quale dare il benvenuto all’autunno? Beh, allora ci si può orientare verso un jeans patchwork uomo, un jeans che di certo non passerà inosservato e con il quale fare un tuffo negli anni ’70. Per i più nostalgici, ma non solo per loro, scopriamo insieme allora di più su questo jeans che nella sua indubbia particolarità non rinuncia allo stile.

Jeans patchwork uomo, per un look casual ed insieme originale.

È un capo che tutti possono indossare, perché in pratica è impossibile non trovare il modello che più fa per sé, quello con il quale sentirsi comodi e a proprio agio, ma anche belli… e lo si può (quasi) definire il capo preferito di ogni armadio, perché – in un modo o in un altro – inevitabilmente si torna sempre da “lui”! Per un’uscita informale, ma anche per una più raffinata, quando è richiesto quel “qualcosa in più”: il jeans, con i “giusti” accostamenti ed accessori, è infatti capace di cambiare quella che è la natura che più facilmente ed immediatamente gli si attribuisce. Abbinandolo ad esempio ad una camicia o ad una giacca, per un outfit elegante, con il quale si vuole “brillare”.

Ecco allora il motivo per il quale non bisogna mai privarsi di quello che è un indumento dunque indispensabile, “flessibile” come non mai e soprattutto vario, nelle sue tante opzioni, come or ora anticipato.

Ed una di queste opzioni – sebbene forse non presa spesso in considerazione – è quella del jeans patchwork uomo, un jeans costituito da diverse parti cucite insieme che rimanda subito all’idea della spensieratezza e del divertimento, con cui “affrontare” la ripresa dopo le vacanze estive e riappropriarsi, man mano, della quotidianità per qualche settimana messa da parte.

Cool e di moda, può scegliersi nella versione più colorata o in quella più “essenziale” e minimal, con disegni geometrici o con toppe in velluto, con ricami o cuciture a vista, o, ancora, con inserti tono su tono, a seconda delle personali esigenze e preferenze, e della voglia che si ha di “osare”, perché il jeans in questione… si fa notare!

Non bisogna farsi “intimorire” però: il jeans patchwork uomo può rappresentare un ottimo modo per uscire un po’ fuori dai “soliti schemi”, senza abbandonare il capo denim che seppure in varianti differenti ha sempre fatto parte del proprio armadio e della vita di tutti i giorni. Ci si potrà anche divertire a “combinarlo” con altri capi di abbigliamento sino a trovare la mise che più fa per sé. Provare per credere!

Dall’anima ribelle ma declinabile anche nella versione più raffinata, il jeans patchwork uomo sarà dunque in primo piano quest’autunno, profilandosi come il jeans ad hoc per outfit casual e non solo. Vediamo allora quali poter realizzare, per avere qualche utile idea di stile da riproporre.

Jeans patchwork
Da OG Productionz tramite Pexels

Jeans patchwork uomo: come abbinarli?

Probabilmente chi veste in maniera sobria storcerà un po’ il naso di fronte a questa tipologia di jeans, mostrandosi scettico e titubante all’idea di farne uso. Ma tutto sta nello “sdrammatizzare” un capo che può apparire “eccessivo” rispetto a quelli che sono i propri canoni di abbigliamento. In che modo? Presto detto. Associando al jeans patchwork uomo altri capi di vestiario “a contrasto”, ossia dalle linee semplici ed essenziali, che non appesantiscano il look nel suo insieme. Ma che rispettino, nei colori, le tonalità che più prevalgono nel patchwork, così da dare vita ad un gradevole “continuum” cromatico.

Ed infatti sono diversi gli abbinamenti realizzabili, per tanti, differenti outfit, a seconda che se ne prediliga uno maggiormente casual o uno invece più sofisticato. Ecco allora qui di seguito qualche esempio di abbinamento che ben può crearsi con indumenti che certamente si hanno nel proprio guardaroba.

Per uno stile casual, da sfoggiare nel tempo libero, i jeans patchwork uomo potranno accostarsi ad una semplice t-shirt in tinta unita, ad una felpa o ad una camicia sportiva, ma anche ad una camicia più elegante, ad un blazer o ad una giacca, se si desidera un outfit smart casual, perfetto per un aperitivo del pomeriggio o per la sera.

Le calzatureseguiranno a ruota l’outfit scelto, variando, a seconda dei casi, dalle sneakers, ai mocassini, agli stivali. E gli accessori? Orologi, cappellini, occhiali da sole, avranno un ruolo di tutto rispetto, perché andranno ad arricchire l’outfit stesso, completandolo, ed aggiungendo quel tocco personale che farà la differenza nell’immagine finale.

Jeans patchwork
Da Carlos Santiago tramite Pexels

Tessuto patchwork: cos’è?

La moda – come si sa – è ciclica, e quel capo che, momentaneamente, non è più “in”, sarà di nuovo in voga dopo qualche anno. Basterà solo armarsi di pazienza e poi si potrà tornare a indossarlo, felici di non essersene disfatti perché presi dalla voglia di fare spazio nell’armadio.

E ciò vale anche per la moda degli anni ’70, che come anticipato ad inizio trattazione, trova sua piena espressione nei jeans patchwork uomo, jeans senza dubbio singolari e pur tuttavia perfettamente integrabili nel proprio quotidiano. Come abbiamo visto proprio poc’anzi.

Ma cosa si intende per patchwork (letteralmente “lavoro con le toppe”)? E quando nasce questa pratica di mettere insieme, cucendole, diverse parti di tessuto, per realizzare un piccolo (come un cuscino) o un grande (come una trapunta) manufatto? La tematica è interessante da approfondire, per conoscere le origini di quella che è in tutto e per tutto un’arte creativa, che dà vita a tante vere e proprie opere d’arte. Procediamo allora nella lettura per saperne di più.

Jeans patchwork
Da sewingdirectory tramite Pixabay

Il patchwork, una lunga storia di artigianalità e sapiente lavoro a mano.

Le sue sono radici antiche, risalenti al Medioevo, periodo in cui le mogli dei soldati crociati creavano indumenti costituiti da più strati e pannelli di tessuto trapuntato cuciti insieme, al fine di preservare la pelle dalla massiccia e pesante armatura di ferro.

La “genesi” del patchwork, in ogni caso, nasce da un’esigenza puramente pratica, quella di far fronte all’elevato costo dei tessuti ed anche alla difficoltà di reperirli agevolmente: il cucire insieme diversi pezzi di stoffa consentiva infatti il riutilizzo di scampoli e ritagli conservati nel tempo e dunque un evidente risparmio. Aprendo in tal modo la strada ad una forma anticipata di riciclo come è da tutti noi oggi conosciuto.

Arte tessile quasi del tutto femminile, il patchwork ha dato luogo a indiscussi capolavori di bellezza, “coinvolgendo” tutto il mondo e raggiungendo anche l’Italia, sebbene in un’epoca più tardiva, durante gli anni ’90. Attraverso l’importazione degli appositi tessuti e della relativa attrezzatura.

La migliore espressione di quest’arte si registra nel XIX tra le famiglie di pionieri che si resero protagoniste di vere e proprie tradizioni, con apposite riunioni della comunità a cadenza periodica mantenute nel corso del tempo. Riunioni che avevano luogo sia durante i freddi inverni che in occasione di specifici avvenimenti, come la celebrazione di un fidanzamento ad esempio, o la spannocchiatura.

Le donne, in quelli che venivano chiamati “quilting bee”, portavano con sé oltre a cesti di cibo anche cesti con ago, filo e pezzi di stoffa già tagliati: la prima forma fu un “semplice” quadrato, al quale si aggiunsero via via triangoli, rettangoli, rombi… creando i più vari disegni e motivi (alcuni dei quali, presenti sulle trapunte realizzate, riflettevano la cultura e il “mescolamento” delle culture del periodo) ed utilizzando diverse tecniche di lavorazione. Tra una chiacchiera e l’altra – una notizia concernente la comunità o una nuova ricetta da preparare – nascevano così piccole grandi meraviglie. Si cuciva generalmente dopo pranzo, all’interno delle abitazioni se il clima era freddo, o all’ombra degli alberi, se invece era caldo, quando gli uomini erano occupati nelle varie attività – come la costruzione di un granaio – ed i bambini giocavano all’aperto.

Di generazione in generazione, le tecniche e i segreti della tecnica patchwork hanno attraversato il tempo, quale interessante ed affascinante pezzo di storia che ha conservato la sua attualità. Approdando poi nella moda e conquistando, negli anni, sia le passerelle femminili che quelle maschili.

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