La moda si evolve, rinnovandosi e adattandosi alle nuove tendenze del momento, così da essere sempre “sul pezzo” e rispondere alle esigenze che emergono di volta in volta. Ma al tempo stesso si “affida” – per così dire – a quelli che sono i classici punti fermi dell’abbigliamento maschile – come quello femminile, e con cui costruire la mise di turno ed affrontare le diverse occasioni del quotidiano, siano esse formali oppure informali.
Uno di questi punti fermi, di questi capisaldi su cui poter contare nella vita di tutti i giorni, è la camicia da uomo; un capo di vestiario che rappresenta uno squisito binomio di praticità e raffinatezza, potendosi perfettamente indossare in più di una circostanza, dal semplice incontro con gli amici all’evento di maggiore “solennità”.
Ben si comprende, allora, il suo essere un vero e proprio jolly del guardaroba maschile, un indumento che “copre” egregiamente i diversi momenti dell’anno, manifestando in tal modo la sua infinita versatilità e capacità di accostarsi al resto dell’abbigliamento conservando intatto il suo fascino.
Un fascino che nella primavera – estate 2025 è fatto (pure) di tessuti leggeri e tonalità vivaci, in perfetta armonia con le caratteristiche di questa stagione, che celebra la freschezza e la rinascita.
Mai fuori moda o datata, la camicia per uomo costituisce una tela su cui delineare la propria personalità, raccontare la propria “storia”. Scopriamo dunque di più su questo capo cult ed irrinunciabile, che si prepara a diventare – ancora una volta – protagonista dei diversi outfit, giornalieri e non. E partiamo dalla sua “nascita”, dalla sua genesi, così da avere una panoramica esaustiva di tutto l’argomento.
Dall‘’‘epoca romana sino ai giorni nostri: il “viaggio” della camicia attraverso il tempo.
Le sue sono origini molto antiche, che risalgono all’epoca romana, epoca in cui la camicia viene adoperata come indumento intimo sotto la tunica, quale sorta di barriera per proteggere la pelle dai tessuti ruvidi degli abiti. Di lino, semplice e priva di ornamenti, ha una funzione pratica, lontana da qualsivoglia concetto legato alla moda.
Nel Medioevo la camicia diviene un pegno d’amore, mentre sino al periodo Rinascimentale assume uno scopo prettamente igienico e di riservatezza, quello di essere utilizzata come veste da bagno.
Verso la fine del Seicento comincia ad assumere un’immagine di eleganza, ornandosi di pizzi e merletti che evidenziano le differenze sociali ed economiche tra la plebe e l’aristocrazia. Per poi diventare, 200 anni dopo, uno dei capi di abbigliamento maschili maggiormente diffusi grazie alla comparsa della cravatta, da principio una semplice striscia di lino bianca che girava intorno al collo.
I periodi successivi sono contraddistinti da un’ulteriore evoluzione, che interessa anche i colori: alle classiche camicie bianche si affiancano infatti quelle colorate, indossate solo durante il giorno, laddove invece quelle a righe stentano ad essere accettate come facenti parte del tradizionale abbigliamento cittadino da lavoro.
E l’evoluzione riguarda pure i tessuti, che si adeguano ai tempi di riferimento, passando dall’iniziale lino al cotone, alla lana, alla seta, alle fibre sintetiche.
Durante il Novecento la camicia maschile si adatta infatti ai bisogni della società moderna, diversificandosi nello stile (e nella tinta) e nella funzione: i modelli più casual e confortevoli – frutto della rivoluzione della moda nel dopoguerra – aprono la strada a materiali leggeri, design all’avanguardia e opzioni adatte a più di un’occasione.
Un “mood”, questo, che “procede” sino ai giorni nostri, e che fa della camicia un elemento indispensabile del guardaroba dell’uomo, in grado di unire in maniera impeccabile la tradizione con l’innovazione.