La Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato oggi un nuovo taglio dei tassi di interesse di 25 punti base, portando il tasso sui depositi al 2,25%, quello sui rifinanziamenti principali al 2,40% e il tasso sui prestiti marginali al 2,65%.
Si tratta della settima riduzione dei tassi da giugno dello scorso anno, che complessivamente ha portato a un abbassamento di 0,75 punti percentuali dall’inizio del 2025.
Motivazioni del taglio dei tassi da parte della BCE
La decisione della BCE è stata motivata dal rallentamento dell’inflazione nell’Eurozona, che a marzo ha mostrato un ulteriore raffreddamento dei prezzi, in linea con l’obiettivo di riportare l’inflazione stabilmente intorno al 2% nel medio termine. Inoltre, l’istituto guidato da Christine Lagarde ha sottolineato come l’economia europea stia mostrando una discreta capacità di adattamento agli shock globali recenti, ma le crescenti tensioni commerciali internazionali e l’instabilità geopolitica stanno deteriorando le prospettive di crescita, riducendo la fiducia di famiglie e imprese e rischiando di inasprire le condizioni di finanziamento.
La presidente Lagarde ha evidenziato i rischi al ribasso per la crescita dell’area euro, legati soprattutto alle tensioni commerciali e all’incertezza geopolitica che pesano su consumi e investimenti. Nel comunicato ufficiale la BCE ha inoltre evitato di definire i tassi come “restrittivi”, segnalando un orientamento più accomodante della politica monetaria.
Impatti sui mutui e sul mercato del credito
Il taglio dei tassi ha immediati riflessi sul mercato dei mutui, con l’Euribor che continua a scendere e il tasso variabile che torna a essere più competitivo rispetto al fisso. Il tasso variabile medio per mutui a 20 o 30 anni è previsto scendere sotto il 3,50%, con un risparmio mensile significativo per chi ha finanziamenti in corso o intende sottoscriverne uno nuovo. Ad esempio, su un mutuo di 150.000 euro a 20 anni, la rata potrebbe ridursi di circa 19 euro al mese, con un vantaggio complessivo superiore a 4.600 euro nel corso del tempo.
Nonostante ciò, il tasso fisso mantiene ancora un leggero vantaggio in termini di convenienza, con un TAN medio pari al 2,82% e una rata mensile inferiore rispetto al variabile attuale, ma il divario si sta rapidamente assottigliando. Le previsioni indicano che entro la fine del 2025 il tasso variabile potrebbe addirittura superare il fisso in termini di convenienza, grazie al calo continuo dell’Euribor e alla stabilità dell’IRS, il riferimento per i tassi fissi.
Le banche stanno già adeguando le proprie offerte, e se ridurranno anche gli spread applicati ai mutui variabili, il riequilibrio tra tasso fisso e variabile potrebbe accelerare sensibilmente. In questo contesto di incertezza geopolitica e finanziaria, il settore immobiliare continua a essere considerato un bene rifugio stabile e affidabile.
Prospettive future
Il Consiglio direttivo della BCE ha ribadito che ogni futura decisione sui tassi sarà presa in base ai dati economici e finanziari disponibili, senza seguire un percorso prestabilito, mantenendo un approccio guidato dai dati e dalla valutazione delle prospettive di inflazione e crescita. La prossima riunione è prevista per giugno 2025, e resta alta la vigilanza sulle evoluzioni economiche e geopolitiche che potrebbero influenzare la politica monetaria.
In sintesi, il nuovo taglio di 25 punti base della BCE riflette un quadro economico europeo che vede un’inflazione in rallentamento ma una crescita minacciata da tensioni internazionali e incertezze geopolitiche. Il calo dei tassi favorisce il mercato del credito, rendendo più conveniente il mutuo a tasso variabile e contribuendo a stimolare famiglie e imprese in un contesto ancora complesso.
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