Tra poco meno di 48 ore noi italiani saremo chiamati alle urne per votare su cinque quesiti del referendum dell’8 e 9 giugno.
Per chi non ne avesse ancora sentito parlare, ecco una panoramica chiara e sintetica su cosa si voterà, perché i temi sono importanti e come funziona il referendum.
Cos’è un referendum abrogativo?
Il referendum abrogativo è uno strumento previsto dalla Costituzione italiana che permette ai cittadini di decidere se cancellare (abrogare) una legge o una parte di essa. Si vota “Sì” per eliminare la norma, “No” per mantenerla. Perché il risultato sia valido, deve votare almeno il 50% più uno degli aventi diritto (quorum).
Perché è importante per noi cittadini recarci alle urne?
Partecipare al referendum dell’8 e 9 giugno 2025 è fondamentale per diversi motivi che riguardano la democrazia, i diritti dei lavoratori, la cittadinanza e la possibilità concreta di incidere sulle leggi che regolano la vita quotidiana di tutti.
1. La democrazia diretta: il potere di decidere subito
Il referendum abrogativo è uno degli strumenti più diretti di democrazia previsti dalla Costituzione italiana. A differenza delle elezioni politiche, dove si scelgono rappresentanti che poi decidono per noi, con il referendum i cittadini possono esprimersi direttamente su specifiche leggi, scegliendo se mantenerle o cancellarle. Il risultato è immediato: se vince il “Sì” e il quorum viene raggiunto, la norma oggetto del quesito viene abrogata dal giorno dopo.
2. Temi concreti che toccano la vita di tutti
I cinque quesiti referendari riguardano questioni centrali per il futuro del Paese:
- Quattro quesiti sono sul lavoro (licenziamenti illegittimi, contratti a termine, sicurezza negli appalti, indennità per licenziamenti nelle piccole imprese).
- Uno riguarda la cittadinanza, chiedendo di dimezzare da 10 a 5 anni il periodo di residenza per gli stranieri extracomunitari che vogliono diventare cittadini italiani
Questi temi incidono su diritti fondamentali: la sicurezza sul lavoro, la stabilità del posto, la dignità dei lavoratori e l’inclusione di chi vive e lavora in Italia da anni.
3. Il quorum: la partecipazione è decisiva
Il referendum sarà valido solo se parteciperà al voto almeno il 50% più uno degli aventi diritto (quorum). Questo significa che anche scegliere di non votare è una scelta politica: l’astensione può impedire che le norme vengano modificate, anche se la maggioranza dei votanti si esprimesse per il cambiamento. Ogni singolo voto, quindi, contribuisce non solo all’esito, ma anche alla validità stessa del referendum.
4. Responsabilità e opportunità
Recarsi alle urne è un atto di responsabilità civica. Significa prendersi cura del proprio futuro e di quello della comunità, scegliendo consapevolmente se cambiare o mantenere le regole su temi che riguardano lavoro, diritti e cittadinanza. È anche un’opportunità: in pochi casi i cittadini hanno la possibilità di incidere così direttamente su questioni legislative.
5. Un segnale per il Paese
Una forte partecipazione al voto rafforza la democrazia e manda un segnale chiaro alle istituzioni sulla volontà dei cittadini di essere protagonisti delle scelte che li riguardano. È un modo per rivendicare il diritto di essere ascoltati e di contribuire a costruire un Paese più giusto, moderno e inclusivo.
“Il referendum è il modo più diretto per determinare un cambiamento, perché a differenza delle elezioni con cui si eleggono i rappresentanti per attuare un programma, con il referendum noi decidiamo subito, c’è un effetto immediato, dal giorno dopo si cancellano leggi sbagliate.”
— Maurizio Landini, segretario CGIL
Perché secondo noi non è solo importante recarsi al seggio in occasione del referendum, ma è invece importante anche e soprattutto esprimere il proprio voto?
Non basta recarsi al seggio, è fondamentale esprimere il proprio voto per far sì che la consultazione abbia valore e possa portare a cambiamenti concreti nella società
Recarsi al seggio in occasione di un referendum è importante, ma lo è ancor di più esprimere il proprio voto perché la validità del referendum abrogativo dipende dal raggiungimento del quorum, cioè che voti almeno il 50% più uno degli aventi diritto. Se non si esprime un voto valido, il referendum risulta nullo e non produce effetti giuridici.
Esprimere il proprio voto significa partecipare attivamente alla decisione politica e influire concretamente sulle leggi che regolano aspetti fondamentali della società, come il lavoro e la cittadinanza nel caso del referendum del 2025. Ad esempio, votando si può contribuire a cambiare norme che riguardano la precarietà del lavoro, i diritti dei lavoratori e l’accesso alla cittadinanza per chi vive e lavora in Italia da anni.
Andare al seggio senza votare, ad esempio ritirando la scheda ma non esprimendo una preferenza o non ritirandola affatto, equivale di fatto ad astenersi e non contribuisce al quorum necessario per la validità del referendum.
Per questo, la sola presenza al seggio non è sufficiente secondo noi: esprimere un voto consapevole è un modo per esercitare un diritto che ha anche una valenza civica e politica, influenzando direttamente le decisioni che riguardano la vita collettiva e il futuro del Paese.
I cinque quesiti del Referendum dell’8 e 9 giugno nel dettaglio: lavoro e cittadinanza
I referendum di giugno 2025 riguardano principalmente il mondo del lavoro e le regole per ottenere la cittadinanza italiana. Quattro quesiti sono promossi da sindacati e associazioni civiche, uno da forze politiche progressiste.
1. Licenziamenti illegittimi e reintegro
- Cosa si chiede: Abrogare le norme del cosiddetto “contratto a tutele crescenti” (Jobs Act) che, in caso di licenziamento senza giusta causa, prevedono solo un’indennità economica e non il reintegro automatico nel posto di lavoro
- Cosa cambia se vince il Sì: Si tornerebbe alla possibilità di reintegro per chi viene licenziato ingiustamente, rafforzando la tutela dei lavoratori.
2. Licenziamenti nelle piccole imprese
- Cosa si chiede: Eliminare il tetto massimo agli indennizzi economici per i lavoratori licenziati nelle aziende con meno di 15 dipendenti
- Cosa cambia se vince il Sì: I lavoratori delle piccole imprese avrebbero diritto a indennizzi più alti, calcolati come per le aziende più grandi.
3. Contratti a termine
- Cosa si chiede: Abrogare alcune limitazioni sui contratti di lavoro a termine, in particolare sulle proroghe e sui rinnovi
- Cosa cambia se vince il Sì: Si eliminerebbero alcune restrizioni, rendendo più flessibile la gestione dei contratti a termine, ma con il rischio di aumentare la precarietà.
4. Responsabilità solidale negli appalti
- Cosa si chiede: Cancellare la responsabilità solidale tra committente, appaltatore e subappaltatore per gli infortuni sul lavoro
- Cosa cambia se vince il Sì: In caso di incidente, il lavoratore non potrebbe più rivalersi su tutti i soggetti della filiera, ma solo sul proprio datore di lavoro diretto.
5. Cittadinanza italiana per stranieri
- Cosa si chiede: Ridurre da 10 a 5 anni il periodo minimo di residenza legale richiesto agli stranieri extracomunitari maggiorenni per poter richiedere la cittadinanza italiana
- Cosa cambia se vince il Sì: Sarebbe più facile e veloce per chi vive stabilmente in Italia ottenere la cittadinanza.
Come si vota al Referendum e cosa succede dopo?
- Si riceveranno cinque schede, una per ciascun quesito, ognuna di colore diverso
- Si può votare “Sì” o “No” su ciascun quesito, anche solo su alcuni
- Se almeno la metà degli elettori partecipa e vince il Sì, la norma viene cancellata o modificata come richiesto dal quesito.
Perché questi temi sono importanti?
Questi referendum toccano questioni centrali per il lavoro, la sicurezza e l’inclusione in Italia. Ogni cittadino è chiamato a informarsi e a partecipare, perché il voto può cambiare regole che incidono sulla vita quotidiana di milioni di persone, lavoratori e nuovi cittadini inclusi.
Follow Me