Ottime notizie per tutte le persone che soffrono di una delle malattie infettive della pelle più comune al mondo: la dermatite atopica o eczema atopico. L’Agenzia Italiana del Farmaco ha dato il via libera alla sperimentazione del nuovo farmaco ‘Upadacitinib’ in pazienti adulti con una patologia moderata o severa.

Dermatite atopica
Questa patologia è un disturbo infiammatorio che colpisce la pelle. La dermatite atopica può diventare cronica, e può avere anche periodi in cui va in remissione. Periodi anche di mesi e anni. Si manifesta entro i primi cinque anni di vita, mentre è molto raro che possa svilupparsi in età adulta o avanzata. I sintomi della dermatite atopica sono:
- Secchezza della pelle
- Eritemi
- Croste
- Eczemi
- Vescicole
Mentre la malattia procede di pari passo con la crescita del paziente, la dermatite atopica potrebbe diventare cronica portando con sé altri sintomi:
- Ragadi
- Prurito intenso e insopportabile
- Ipercheratosi
- Ispessimento della pelle
La nuova cura sperimentale
La dermatite atopica negli adulti che ne soffrono colpisce in particolare le zone del collo, la parte interna dei gomiti e la parte interna delle ginocchia, le mani e i piedi, il viso e il cuoio capelluto, il décolleté con conseguenze anche a livello psicologico. Infatti, la malattia con i suoi sintomi principali (prurito intenso, escoriazioni, forti arrossamenti della pelle) può condizionare in maniera negativa la vita sociale del paziente. Ad esempio il prurito può interferire in maniera negativa sulla qualità del sonno, sulla concentrazione sul lavoro e non solo. La nuova cura sperimentale sarà basata – come riportato dal quotidiano Bari Today – con la somministrazione giornaliera del nuovo farmaco Upadacitinib. Questo nuovo farmaco è in grado di agire sulle molecole che favoriscono l’infiammazione, causa della dermatite atopica. In questo modo riesce a bloccare in maniera rapida il prurito e anche le lesioni cutanee. Inoltre questo nuovo farmaco (ancora in fase di sperimentazione) ha un effetto clinico che si mantiene nel tempo.
Foto di copertina: Eszter Miller da Pixabay