Il rischio di ammalarsi di demenza potrebbe essere scritto nelle nostre ossa. Questo secondo una recente ricerca scientifica pubblicata sulla rivista Neurology da Mohammad Arfan Ikram dell’Erasmus University di Rotterdam.
Lo studio in questione ha dimostrato che una scarsa densità ossea è associata al 50% in più di ammalarsi in futuro di demenza. E a quel punto basterebbe un semplice esame alle ossa per diagnosticare il livello di rischio per la demenza. Secondo l’autore della ricerca ‹‹La bassa densità ossea e la demenza sono due condizioni che comunemente colpiscono gli anziani, soprattutto perché la perdita ossea spesso aumenta a causa dell’inattività fisica e della cattiva alimentazione››.
La demenza
Quando si parla della patologia della demenza, parliamo di un lento e progressivo declino del paziente che colpisce le sue funzioni mentali come la memoria, il pensiero, il giudizio e anche la capacità di apprendimento. E progrediscono in maniera tale che i pazienti non riusciranno più a svolgere le più semplici attività, diventando così dipendenti dagli altri. I sintomi della demenza di solito includono la perdita di memoria, diversi problemi di linguaggio e di svolgimento delle attività quotidiane poi possono verificarsi cambiamenti di personalità, comportamenti distruttivi e disorientamento. Diciamo che la patologia della demenza si manifesta nelle persone con età superiore ai 65 anni, anche se non è una patologia che fa parte dell’invecchiamento normale, infatti, basta ricordare che molte persone che hanno superato i 100 anni di età non ne soffrono.
Le cause della demenza
La demenza si manifesta come un semplice disordine celebrare privo di cause, anche se può essere causata da diversi altri disturbi come ad esempio: L’Alzheimer. Mentre è possibile che alcune tipologie di demenza possano includere:
- La demenza vascolare
- La demenza da corpi di Lewy
- La demenza frontotemporale
- La demenza correlata ai virus dell’immunodeficienza umana
Esistono anche dei disturbi che possono essere causa della demenza:
- Il Morbo di Parkinson
- Un danno cerebrale dovuto a un trauma cerebrale oppure ad alcuni tumori
- La malattia di Huntington
- La sifilide che colpisce il cervello e la paralisi sopranucleare progressiva
Lo studio: demenza ed esame alle ossa
Lo studio ha coinvolto 3.651 persone (età media 72 anni) che all’inizio della ricerca non presentavano segni di demenza. Mentre nel corso della ricerca 688 persone hanno sviluppato la patologia della demenza. A quel punto i ricercatori hanno voluto fare accertamenti in merito alla densità ossea e così i pazienti sono stati intervistati ogni 5 anni e allo stesso tempo sottoposti a esami periodici come i test per la demenza e scansioni ossee per controllare la densità ossea. Le persone con una più bassa densità ossea, 90 di loro hanno sviluppato la demenza entro 10 anni (7%) contro le 57 persone con una maggiore densità ossea (5%). E secondo Mohammad Arfan Ikram: ‹‹La ricerca ha trovato un legame tra la perdita di massa ossea e la demenza, ma sono necessari ulteriori studi per comprendere meglio la connessione tra la densità ossea e la perdita di memoria. È possibile che la perdita ossea si verifichi già nelle prime fasi della demenza, anni prima che si manifestino i sintomi clinici. Se così fosse, la perdita ossea potrebbe essere un indicatore del rischio di demenza e le persone che ne soffrono potrebbero essere sottoposte a uno screening e a una migliore assistenza››.
Foto di copertina: Gerd Altmann da Pixabay
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