L’ipertrofia prostatica benigna si cura con un nuovo trattamento medico meno invasivo per i pazienti.
Da oltre un mese l’Azienda Ospedaliero-UNiversitaria di Pisa sta utilizzando una nuova tecnica per il trattamento della patologia dell’ipertrofia prostatica benigna.
Un nuovo trattamento medico che permette di dimettere i pazienti in poche ore, eliminando in questo modo i ricoveri ospedalieri prolungati. Cambiamenti che si trasformano in un maggiore risparmio per lo Stato e un minore disagio per i pazienti.
Che patologia medica è l’ipertrofia prostatica benigna? Questa patologia colpisce gli uomini con l’ingrossamento della ghiandola prostatica. Un ingrossamento dovuto all’aumento delle cellule prostatiche epiteliali e stromali con la formazione di noduli. Il principale fattore di questa patologia è l’invecchiamento ma anche i cambiamenti ormonali influiscono sulla prostata. Inoltre, recenti studi medici hanno riscontrato anche una predisposizione genetica e familiare.
In che cosa consiste questa nuova tecnica per il trattamento di questa patologia? L’intervento chirurgico si svolge in anestesia locale con l’inserimento nel tessuto ipertrofico della prostata di due aghi (molto sottili). Questi aghi sono attraversati da una fibra laser in grado di sprigionare un’energia tecnica che necrotizza il tessuto che sarà riassorbito ogni 3 mesi. La durata di questo nuovo trattamento medico è di pochi minuti ed eseguito in un’unica sessione.
Esiste anche una seconda variante che è utilizzata su pazienti più giovani che soffrono di ipertrofie prostatiche benigne in forma più ‘leggere’. In questo specifico caso, il medico inserisce attraverso il canale urinario un ago a radiofrequenza che genera vapore acqueo che aumenta (in maniera graduale) la temperatura locale. In questo modo, sono uccise le cellule prostatiche con la conseguenza di una regressione della porzione di ghiandola che impediva il normale flusso dell’urina.
Questo trattamento medico ha qualche controindicazione? Diciamo di no, infatti, nella maggior parte dei casi non si sono riscontrati nei pazienti delle alterazioni delle funzioni sessuali, inoltre, normalizza il funzionamento della vescica, senza utilizzare aiuti farmacologici.
I sintomi che possono far pensare di soffrire della patologia dell’ipertrofia prostatica benigna? Diciamo che l’ingrossamento della ghiandola prostatica ha due tipologie di sintomi urinari: ostruttivo e irritativo.
Urinario ostruttivo
In questo caso la compressione sul canale uretrale provoca serie difficoltà nella minzione (urinare) nella sua prima fase con intermittenza del flusso e il mancato svuotamento della vescica. Il paziente poi si ritrova un flusso urinario molto debole.
Urinario irritativi
Forse i sintomi più conosciuti: i sintomi sono una maggiore frequenza nell’urinare, in particolare durante la notte e il paziente potrebbe sentire un bruciore durante la fase della minzione.
Cosa possiamo fare per prevenire l’ipertrofia prostatica benigna? La prevenzione di questa patologia parte da una diagnosi precoce, grazie a controllo periodici dopo i 40 anni di età, e in particolare ai primi sintomi è sempre consigliabile recarsi tempestivamente dal proprio medico. La prevenzione avviene anche a tavola con un’alimentazione equilibrata, molto ricca di frutta e verdure e cereali integrali. Un’alimentazione in cui bisogna limitare il consumo di carni rosse, formaggi e fritti. Esistono dei cibi vietati? Sì e sono il peperoncino, le spezie piccanti e il pepe. Anche il caffè e i crostateci sono vietati come del resto gli alcolici e i superalcolici. Altri consigli sono di praticare attività sportiva in maniera regolare e moderata, oltre a bere circa 2 litri di acqua il giorno.