“Masturbarsi? È fare sesso con qualcuno che stimi” – ironizzava Woody Allen: ma forse non sapeva ancora della dieta della masturbazione.
Che il sesso aiutasse a bruciare calorie, da soli oppure in compagnia, lo sapevamo già. Ma farlo tre volte al giorno e per almeno 15 minuti per volta, quello rischia di essere un impegno serio.
Più che dimagrire, dopo essersi masturbati per un mese intero, si arriva alla consunzione fisica, allo sfinimento. Da trattamento sanitario obbligatorio, insomma.
La Onani-Bic, o dieta della masturbazione non è una novità
La notizia, nonostante oggi tenga banco più o meno ovunque, non è nuova.
Il web è zeppo di pagine che descrivono i poteri taumaturgici della dieta della masturbazione e che recano la data del 2013 o, più recentemente, del 2017. E proprio al 2017 risalgono alcuni articoli che descrivono, proprio nel dettaglio, l’acclamata dieta Onani-Bic, ideata dal direttore della Toranomon-Hibiya Clinic. E, avendo tempo per spulciare con attenzione, se ne troverebbero certamente anche di antecedenti.
Oggi, però, la notizia ha il bollino dell’autorevolezza universitaria, cosa che è mancata in precedenza: la scoperta, con tanto di analisi, raccolta dati e pubblicazione di rigore, è del medico giapponese Hideo Yamanaka.
La “dieta fai da te”: un piacere per soli uomini
E non è neppure una novità che la dieta della masturbazione faccia dimagrire solo i signori maschietti.
Sulle donne pare, infatti, che non funzioni.
Perché sembra che ad attivare il metabolismo basale, quello che fa bruciare calorie e grassi sottocutanei, sia proprio l’eiaculazione che, negli uomini, coinvolge l’organismo con maggiore intensità. Chiaro che il tutto deve essere associato ad una vita sana ed equilibrata.
Funziona solo se lo stile di vita è sano
E, soprattutto, proibito riprendersi dalla “ginnastica” con un chilo di penne alla carbonara. Sarà anche della masturbazione, ma pur sempre dieta è. E, carichi di ossitocina e di dopamina come si è quando si conclude felicemente del buon sesso, gratificarsi con una barretta ai cereali o con un gambo di sedano, dev’essere tutt’altro che semplice ed entusiasmante. Ma il rischio di vanificare tutti gli sforzi è altissimo.
Ora, lasciando perdere la facile ironia sul processo scientifico che deve aver portato alla pubblicazione della dieta della masturbazione, quello che lascia interdetti sono i numeri.
Obbligatorie almeno 3 sessioni al giorno
Non serve una calcolatrice per rendersi conto che masturbarsi 100 volte in un mese, significa farlo per 3 volte al giorno in media. Sorvoliamo sui decimali, difficili da far entrare nel computo e, soprattutto, nella pratica.
Per esempio, a febbraio bisogna fare delle sessioni extra, visto che i giorni sono 28 e per recuperarne 1 bisogna aspettare 4 anni. E anche con i mesi da 31 giorni, al massimo si recupera una parte dei decimali di cui sopra.
Trattamenti di almeno 15 minuti a sessione. E orgasmo obbligatorio
Ma, ancora, non è quello il problema vero: è che bisogna masturbarsi per almeno 15 minuti (per volta), perché la dieta sia efficace, prima di lasciarsi andare ad un orgasmo tanto liberatorio, quanto obbligatorio, sennò la dieta della masturbazione proprio non funziona.
Ora, senza voler mettere il naso tra quel che succede nell’intimità di ognuno di noi, si sappia che masturbarsi per 15 minuti, consecutivi, non è uno scherzo.
Ci sono persone che, per una prestazione sessuale da un quarto d’ora pieno, baratterebbero un rene.
Se questo è il modo per affrontare la prossima prova costume, c’è solo da sperare di arrivarci non tanto senza gli occhiali da vista, ché questo è un problema superato, quanto da vivi.
Qualche portale oggi titola: “Dieta della masturbazione, modo piacevole di perdere peso senza troppi sforzi”: ottimismo invidiabile o vivide reminiscenze adolescenziali?