Mateo Retegui, è questo il nome del futuro della nostra nazionale di calcio, l’attaccante in forza al Genoa ha ieri siglato il suo primo gol in Serie A dopo essere andato già a segno con l’ITalia per ben due volte.
La squadra del Grifone ha fatto un vero e proprio capolavoro di mercato. L’oriundo era seguito da tanti top club italiani e stranieri, lui alla fine ha deciso di vestire rossoblù per non fare il passo più lungo della gamba. Alla seconda giornata di campionato e seconda presenza da titolare consecutiva, Retegui ha piazzato un colpo di testa alle spalle di Ivan Provedel. Il portiere della Lazio non ha potuto far nulla sul tap-in. Il gol di Retegui è valso al Genoa la prima vittoria stagionale.
Un Genoa che si è dimostrato di meritare appieno la Serie A, soprattutto grazie al tatticismo di mister Alberto Gilardino. Nonostante il secondo post con tanto di promozione diretta dalla Serie B alla A infatti il campione del mondo del 2006 ha ridisegnato lo schema e ha ben figurato in questo avvio. La Lazio, nonostante il 70% di possesso palla non è mai riuscita a scardinare la difesa avversaria. Difesa che non ci pensa due volte a sbaragliare lontano il pallone, tanto c’è Retegui che con tanto dinamismo e sacrificio si fionda su ogni palla vacante.
Le caratteristiche di Mateo Retegui
L’ex giocatore del Tigre è un giovani attaccante di grande movimento, buon colpitore di testa e spietato all’interno dell’area di rigore. Un mix di centravanti moderno e centravanti d’altri tempi, Retegui rappresenta il classico numero 9 che aiuta la squadra con un pressing asfissiante e sa farsi trovare sempre pronto in area, soprattutto in area piccola come contro la Lazio in occasione del gol. L’italo argentino ha inoltre solo 24 anni e quindi ha ancora tanto da imparare, soprattutto nel massimo campionato italiano ma le carte per fare bene ci sono tutte. Inoltre è anche supportato da Gudmundsson con la quale sembra esserci una grande intesa.
I suoi numeri
Retegui è alla sua prima stagione in Serie A e ha siglato una rete in due presenze. A questa marcatura però si aggiungono anche le due in Coppa Italia in un singolo match, quello contro il Modena vinto dai grifoni per 4-3. Il centravanti ha però esordito in patria, o meglio, nel paese dove è nato (la sua patria è l’Italia. Lo ha fatto con il Boca Juniors nella stagione 2018-19. Una presenza nel campionato argentino per fargli saggiare il mondo professionistico del calcio. Da lì sono susseguiti vari prestiti. Per un anno e mezzo ha militato tra le fila dell’Estudiantes conquistando pian piano sempre più spazio. Qui ha collezionato 29 presenze e 5 gol tra campionato e coppe nazionali. Altro anno e mezzo lo ha trascorso invece al Talleres, sempre in campionato argentino. Bottino simile alla precedente esperienza. 61 presenze e 7 gol. Inoltre ha anche esordito nella Copa Sudamericana e quindi al suo primo torneo continentale.
Dopo le ottime stagioni al Talleres e all’Estudiantes, Mateo Retegui trova la sua definitiva consacrazione nel calcio sudamericano con la maglia del Tigre. In 70 presenze complessive, divise in due anni, ha siglato la bellezza di 35 gol, praticamente un gol ogni 180 minuti. Tra l’altro ha anche siglato la sua prima marcatura proprio in Copa Sudamericana. Complici le ottime prestazioni, Retegui è stato attenzionato dall’ex Ct dell’Italia Roberto Mancini che nei suoi 5 anni con la nazionale ha sempre avuto grandi difficoltà a trovare un vero goleador.
L’esperienza in nazionale
Roberto Mancini ha fatto esordire una gran quantità di giocatori tra lo scetticismo generale. Giovani esordienti che non hanno mai solcato un campo della Serie A. Italiani all’estero come Gnonto e Grifo e giocatori della primavera come Pafundi. In questa speciale lista di convocazioni manciniane c’è anche quella di Retegui che sembra promettere molto bene. Retegui ha infatti esordito il 23 marzo di quest’ano nella gara contro l’Inghilterra valida per le qualificazioni ai prossimi europei. Il centravanti è subito andato in segno all’esordio e s è ripetuto poi contro Malta. In totale, 2 gol in 3 presenze. La sensazione però è che le chiavi dell’attacco siano affidate proprio a lui dato che Immobile non è più un giovanotto e Belotti non par garantire una certa continuità.