Il Digital Markets Act (DMA) ha introdotto cambiamenti significativi per le grandi piattaforme tecnologiche, influenzando direttamente servizi come Google Maps.
Esaminiamo in dettaglio l’impatto del DMA su Google Maps e come questo si riflette sull’esperienza degli utenti e sulla concorrenza nel settore delle mappe digitali.
Google Maps e il DMA.
Con l’entrata in vigore del DMA, Google Maps, come parte del portafoglio di servizi di Alphabet, deve adattarsi a nuove regole che mirano a garantire una concorrenza equa1. Questo significa che Google non può più privilegiare Maps nei risultati di ricerca, offrendo agli utenti la possibilità di scegliere tra diversi servizi di mappe.
Gli utenti hanno notato che digitando un indirizzo nella barra di ricerca di Google, non si apre più automaticamente Google Maps. Questo cambiamento è uno degli effetti visibili del DMA, che richiede a Google di non favorire i propri servizi.

Il Digital Markets Act Spiegato.
Il DMA è il risultato di anni di dibattiti e confronti, nato dalla necessità di controllare la posizione dominante di alcune tra le più grandi aziende di Internet. Il regolamento introduce criteri specifici per identificare i “gatekeeper”, ovvero quelle aziende che, per dimensioni e impatto, hanno maggiori responsabilità nel garantire un accesso equo al mercato.
Per essere classificata come gatekeeper, un’azienda deve soddisfare due condizioni principali: generare ricavi superiori a 7,5 miliardi di euro negli ultimi tre anni o avere un valore medio di mercato di 75 miliardi di euro, e avere servizi utilizzati da almeno 45 milioni di utenti mensili e 10mila clienti aziendali.
Le regole del DMA sono state concepite con un occhio di riguardo verso le grandi aziende digitali statunitensi, come Alphabet, Microsoft, Meta, Apple, Amazon e la cinese ByteDance.
Queste società, ora identificate come gatekeeper, dovranno adeguarsi a nuove norme che impediscono loro di favorire i propri servizi a discapito della concorrenza.
I gatekeeper sono quindi tenuti a “disaccoppiare” alcuni dei loro servizi, creando sistemi alternativi che non integrino automaticamente le proprie offerte. Questo dovrebbe permettere una maggiore interoperabilità con i servizi di terze parti e una scelta più ampia per i consumatori.
Con l’entrata in vigore del DMA, si apre un periodo di transizione durante il quale le aziende gatekeeper dovranno dimostrare l’adeguamento alle nuove regole. Le autorità europee valuteranno le nuove funzionalità e opzioni proposte, con la possibilità di ulteriori cambiamenti e novità nei prossimi mesi.
Nota di redazione Questa analisi è basata su informazioni disponibili fino a marzo 2024 e potrebbe essere soggetta a cambiamenti in base all’evoluzione del DMA e delle politiche delle aziende coinvolte.