“Dopo il saluto del rettore Franco Anelli, la preside della facoltà di Economia e giurisprudenza, Anna Maria Fellegara leggerà le motivazioni con cui la facoltà ha attribuito il riconoscimento accademico a un imprenditore divenuto protagonista del global business grazie alle sue straordinarie capacità creative, organizzative e strategiche. Seguirà l’intervento di Giorgio Armani”. Così, in un comunicato stampa ufficiale, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ha deciso di conferire la laurea honoris causa in Global Business Management allo stilista Giorgio Armani.
Giorgio Armani, la cerimonia per la sua laurea
Armani riceverà la laurea il prossimo 11 maggio, al Teatro Municipale di Piacenza. Non è la prima volta che lo stilista che porta avanti il Made in Italy riceve una laurea. L’ultima volta era stata nel 2007 con la laurea in Disegno industriale dal Politecnico di Milano. La prima laurea honoris causa per lo stilista è stata conferita a Londra, presso la Royal College of Art.

Oggi il Gruppo Armani vanta 8.304 dipendenti e 9 stabilimenti di produzione. La laurea milanese arriva proprio come riconoscimento delle sue capacità manageriali nel corso dei decenni.
Giorgio Armani, una lunga storia d’amore per la moda
Nasce a Piacenza, dove studia al Liceo Scientifico Respighi, per poi trasferirsi a Milano nel 1949. Armani si iscrive alla Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Milano , ma interrompe gli studi dopo tre anni a causa del servizio militare.
Dopo aver completato il suo servizio, ha lavorato come venditore per la Rinascente fino al 1965, quando è stato assunto da Nino Cerruti per ridisegnare la linea di moda Hitman. Il nome di Armani è apparso per la prima volta nel mondo della moda attraverso il marchio di abbigliamento in pelle Sicons, che lo ha portato a creare il suo marchio personale.
La prima collezione di Armani è stata lanciata nel 1975, anno in cui ha fondato la sua azienda omonima insieme al suo compagno di vita Sergio Galeotti. Armani è noto per le sue creazioni di moda eleganti e raffinate, che spaziano dallo stile classico a quello innovativo. È famoso per aver rivoluzionato il design delle giacche eliminando il supporto interno, spostando i bottoni e modificando le proporzioni tradizionali. Armani ha anche reinterpretato con successo l’abito sartoriale.

Oltre alle sue linee di abbigliamento, Armani ha creato una gamma di profumi di successo, tra cui Acqua di Gio e Black Code, e i suoi marchi più famosi includono Emporio Armani e Armani Jeans. Ha fondato una catena di boutique in tutto il mondo ed è stato un sostenitore dei designer emergenti. Nel 2009, Armani è diventato ambasciatore del movimento Internet for Peace, che mira a nominare Internet per il Premio Nobel per la Pace.
Armani è noto per la sua attenzione ai dettagli e per il suo impegno per la protezione dell’ambiente e degli animali. Nel 2020 è stato insignito del Fashion for Peace Award dall’organizzazione African Fashion Gate per il suo impegno nella salvaguardia dell’ambiente e del benessere degli animali. Nonostante il suo successo, Armani rimane umile e ha espresso la sua preoccupazione per la sua successione, affermando di voler scomparire senza danneggiare il suo marchio o coloro che lo hanno aiutato a costruirlo. L’eredità di Armani ha influenzato il mondo della moda e continuerà a farlo per molti anni a venire.
Giorgio Armani, frasi celebri
“I cretini non sono mai eleganti. Gli intelligenti invece, anche con due stracci addosso sono vestiti logicamente, quindi sono sempre eleganti”.
“Un uomo omosessuale è uomo al 100%. Non si deve vestire da omosessuale. […] Quando l’omosessualità è esibita all’estremo come per dire “ah, sai sono omosessuale” è qualcosa che non ha niente a che fare con me. Un uomo deve essere un uomo”.

“[…] mi sembra di esserci nato con la maglietta blu e le scarpe da ginnastica bianche. Per me è stato parte di un processo di sottrazione: più si matura, di meno cose si ha bisogno. Ma è stato anche parte di un processo creativo: più cose faccio, meno distrazioni estetiche voglio per me, e questo mi ha portato al pragmatismo dell’uniforme”.
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