È un’esperienza totalizzante, che lascia certamente un segno nella propria vita: viaggiare permette di ampliare gli orizzonti personali, con la scoperta di posti e costumi diversi da quelli che si conoscono, spezzando la routine quotidiana che sempre più spesso “fagocita” e lascia poco tempo per sé stessi.
Ognuno sceglie il “suo” viaggio, quello maggiormente in linea con le esigenze e preferenze – nonché stato d’animo – del momento. Si opterà allora per il massimo dell’organizzazione, o al contrario per la più completa avventura, per un soggiorno con tante attività a cui dedicarsi o per uno improntato al riposo assoluto. Selezionando quella “formula vacanziera” con cui poter evadere dagli schemi abituali e rientrare rinnovati nello spirito, ritemprati e ricaricati.
In realtà però – a ben vedere – in un mondo oramai del tutto digitale, in cui la tecnologia è sempre più presente, il vero traguardo di un soggiorno rilassante consiste nel disconnettersi, nello “staccare” – per davvero – da tutto e da tutti.
In che modo? Presto detto: decidendo di “affidarsi” alla Mental Wellness, ovvero il turismo legato al benessere, non solo fisico ma anche mentale.
Proseguiamo dunque nella lettura per scoprire di più su quello che è diventato in tutto e per tutto un nuovo trend in fatto di viaggi.
Mental Wellness: per ritrovare sé stessi bisogna essere off-line.
Dai messaggi su WhatsApp, alle riunioni in videochiamata, alle tante applicazioni con cui si comandano a distanza i diversi robot aspirapolvere… non essere connessi al giorno d’oggi è praticamente impossibile. E se questo, da un lato, è senza dubbio un vantaggio, perché la nostra vita risulta semplificata ed “alleggerita”, dall’altro, tuttavia, ci rende “dipendenti” e quasi “gestiti” dalla tecnologia, perché il virtuale – di fatto – si è “imposto” sul reale, prevalendo, quasi senza che ce ne accorgessimo.
Non si possono – ovviamente – negare gli aspetti positivi di quello che è il normale progresso, ma al tempo stesso non si possono negare le conseguenze del progresso stesso, conseguenze non sempre (del tutto) positive: bisogna infatti mettere in conto anche lo stress che deriva da questa connessione costante, in ogni momento della giornata.
Ben si spiega, allora, il desiderio, o meglio l’esigenza, di “staccare”, di fare un break dalla tecnologia almeno durante il periodo da dedicare alle vacanze, per ricongiungersi con il proprio “io” e con l’ambiente circostante. Così da fare della meta e della destinazione non solo luoghi da conoscere ed esplorare, ma luoghi in cui “riappropriarsi” di sé stessi, dove ritrovarsi.
Una sorta di “disintossicazione”, dunque, offerta da un nuovo ramo del turismo, specializzato in quella che è definita Mental Wellness: soggiorni “immersivi” nella realtà “effettiva”, fatti di yoga e meditazione, passeggiate e vapori termali, attività manuali che consentono di liberare la mente ma anche di impegnarsi, quali la pittura o l’artigianato. Come pure di lezioni di cucina e di tempo da dedicare al buon riposo, perché – ahimè – sempre più frequenti sono i disturbi del sonno.
Tante diverse opzioni, quindi, tra cui poter spaziare e scegliere quella che maggiormente aggradi ed incontri i personali interessi. Per una vacanza puramente introspettiva, che riservi il primo posto al benessere del corpo e dell’anima.

Un nuovo approccio al concetto di benessere, per un miglioramento della qualità di vita.
Per comprendere la “ratio” del turismo del benessere, ed il boom da esso riscontrato nei tempi recenti, bisogna partire dal concetto di benessere stesso ed assistere al “cambiamento” che esso ha subito, all’ampliamento della sua accezione.
Non è solo la salute del fisico, infatti, che viene in evidenza, ma anche – e soprattutto – la salute della mente, il “ruolo” delle emozioni e dello spirito. Ci si concentra, in altri termini, sull’essere umano e sulla sua “rinascita” con quelli che sono viaggi all’insegna della “trasformazione”, in cui coltivare la serenità interiore e fare in modo che essa non si limiti al periodo del soggiorno, ma perduri al rientro. Quando la quotidianità e le sue abitudini riprendono regolarmente, nella vita di tutti i giorni che generalmente si conduce.
Ecco, allora, che mete immerse nel verde o ritiri monastici si profilano come luoghi “ad hoc” per intraprendere questo cammino di “purificazione” ed allontanarsi da mail, chat e social network. Vediamo, nello specifico, quali destinazioni, tutte italiane, possono essere prese in considerazione.
Dove andare? Le mete italiane in cui ossigenarsi.
Dove potersi “sconnettere”, riconnettendosi invece con sé stessi e la natura circostante? Dove mettere momentaneamente da parte i dispositivi elettronici e concedersi invece tonificanti pause di rigenerazione?
In Italia le proposte all’insegna della Mental Wellness sono diverse e sempre in aumento, per far fronte alle crescenti richieste in tal senso dei turisti. E non si tratta di un mero piacere o desiderio di provare qualcosa di diverso, quanto, piuttosto, di un bisogno fisiologico, di una necessità per il recupero di un benessere psico-fisico oramai “perduto” o “dimenticato”.
Dalla montagna, alla collina, alla campagna, le opzioni accontentano ogni esigenza e preferenza, e non sarà pertanto difficile individuare la soluzione più adatta alla propria persona.
Le Dolomiti, ad esempio, costituiscono la location ideale per beneficiare del silenzio ed ascoltarsi, rilassando corpo e mente, e per immergersi nella natura e nelle sue forme artistiche. Ma è da considerare anche l’Umbria, con la sua campagna verdeggiante, già di per sé stessa fonte di relax, e le sessioni di meditazione, ideali per ristabilire la pace interiore.

O, ancora, la Toscana, con le sue colline ricoperte di uliveti e vigne, le sue città e i suoi incantevoli borghi, che propone al visitatore di turno una vera e propria remise en forme, fatta, a seconda degli specifici casi, di passeggiate, percorsi di autoconsapevolezza, yoga, lezioni di cucina e laboratori con l’argilla.
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