A Pescia, piacevole cittadina della Toscana, posta tra Firenze e Lucca, nella provincia di Pistoia, è ancora possibile, in particolare fino al primo di ottobre 2023 ammirare un’opera meravigliosa e unica: La Madonna del Baldacchino di Raffaello.
Due ottime occasioni: visitare questa piccola graziosa città immersa nel verde e godere della vista di un dipinto eccezionale.
Come si arriva a Pescia per ammirare quest’opera di Raffaello ?
Comodamente in treno, oppure in auto dalle strade provinciali oppure in autostrada uscita Chiesina Uzzanese.

Singolare la storia di questa pala d’altare che Raffaello dipinse tra il 1506 e il 1508.
La mostra che si svolge a Pescia nella Cattedrale in piazza duomo rientra nel progetto ‘Uffizi diffusi,’ fortemente voluto da Eike Schmidt direttore della Galleria degli Uffizi di Firenze, dove le opere conservate nei musei fiorentini vengono fate circolare in altri luoghi della Regione Toscana.
La mostra della maestosa pala raffigurante la Madonna del Baldacchino pone l’attenzione dei visitatori non solo sul dipinto ma anche sulla ricostruzione storica e delle vicende artistiche legate all’opera stessa. Un valore aggiunto alla mostra, che valorizza anche il territorio e si connette culturalmente con esso; infatti, la pala d’altare è tornata nella città e nella sede dove fu conservata fino alla fine del Settecento.

La mostra in cattedrale ha un percorso fruibile attraverso la lettura di QR code che poi in viva voce spiegheranno tutti i particolari, cosa è esposto nelle cappelle, la storia della cattedrale, e altro ancora, in modo semplice ma anche coinvolgente. È sempre presente del personale competente a cui rivolgersi sia per l’entrata che per la visita alla mostra.
Inutile dire che già di per sé la Cattedrale è un ambiente estremamente suggestivo.
Per tornare al nostro stupendo dipinto di Raffaello abbiamo detto che fu realizzato dall’artista tra il 1506 e il 1508 su commissione della famiglia Dei per la chiesa di Santo Spirito a Firenze che è l’unica pala di così grandi dimensioni del periodo fiorentino. Questa opera del Maestro Raffaello è memorabile per l’armonia delle figure, la delicatezza delle espressioni dei personaggi e la capacità di costruzione nello spazio, arioso e monumentale, come dice la guida cartacea, fornita in cattedrale, ma al tempo stesso misurato, non eccessivo ed è una percezione esatta che si prova guardando la preziosa pittura.

Torniamo alla sua storia: in realtà il dipinto non fu mai collocato nel luogo per il quale era stato concepito perché, dopo pochi anni dalla sua realizzazione Baldassarre Turini, alto esponente del clero, vissuto nel primo Cinquecento ed esponente di spicco della comunità pesciatina, ne entrò in possesso e la fece collocare nella cappella mausoleo della sua famiglia all’interno del Duomo di Pescia.
La pala rimase nella città di Pescia fino a l 1697 quando fu acquistata dal Principe Ferdinando de’ Medici che la portò a Firenze nella reggia di Palazzo Pitti, sua attuale sede, dove è esposta tra i capolavori della Galleria Palatina. La vendita del dipinto scatenò violente reazioni degli abitanti della cittadina della Valdinievole pistoiese che erano molto legati al dipinto di Raffaello e così la pala fu spostata di notte, furtivamente, e fu sostituita con una copia eseguita dal fiorentino Pier Dandini. Copia che si può vedere nella Cappella Turini in Cattedrale.
Proprio questo confronto diretto tra l’opera di Raffaello e la copia seicentesca di Pier Dandini è una occasione unica e irripetibile e su questo confronto si gioca tutto il progetto della mostra.
La prenotazione è raccomandata.
Informazioni utili: info@madonnadelbaldacchino.it | www.madonnadelbaldacchino.it

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