Patrik Steinhauser, insieme a sua moglie Bonni e la loro Galleria Steinhauser, si sono affermati come una forza attiva e in continua evoluzione nel mondo dell’arte, ridefinendo con straordinaria intuizione la scena artistica nell’Europa centrale ed orientale e promuovendo un dialogo globale tra artisti, collezionisti e pubblico.
La nascita della Galleria Steinhauser è nata al termine di un viaggio che ha attraversato continenti e culture, quando Patrik Steinhauser si è trasferito da Londra a Monaco, per poi fare di Bratislava la sua nuova dimora nel 2020.
Patrik Steinhauser ha scelto Bratislava come sede della sua galleria per la sua posizione strategica come ‘porta’ verso il mondo dell’Est europeo. Infatti, Bratislava è a soli sessanta chilometri da Vienna e svolge un ruolo cruciale nello sviluppo non solo dell’arte, ma anche dell’economia.
La crescita del mercato dell’arte dell’Europa centrale e orientale è stata considerevole negli ultimi anni, e la Galleria Steinhauser è stata un attivo partecipante in questa crescita.
La Galleria Steinhauser inoltre non è solo uno spazio d’arte; è un dinamico centro per l’esplorazione artistica. La sua missione è offrire una piattaforma sia agli artisti affermati che a quelli emergenti. L’impegno della Steinhauser Gallery è volto a sostenere i talenti della regione, ma la loro visione abbraccia una prospettiva internazionale più ampia. Patrik
Steinhauser e i suoi collaboratori, infatti, partecipano attivamente al dialogo artistico globale invitando artisti internazionali in Slovacchia. Questa mossa strategica apre uno scambio unico tra i mercati artistici locali e internazionali, promuovendo un ricco e interessante scambio culturale.

Patrik il tuo progetto è magnifico, complimenti, ma ti senti arrivato o ancora ci sono cose e progetti che possono aumentare il suo valore nel campo dell’arte?
Grazie mille. Sebbene siamo estremamente felici del successo di “…And quietly the night arrives” e riconosciamo che gli ultimi 12 mesi di lavoro dedicato hanno davvero ripagato, crediamo nella costante ricerca del miglioramento. C’è sempre spazio per il perfezionamento, che si tratti di rendere le cose più efficienti, esteticamente gradevoli o finanziariamente sostenibili. Tuttavia, ciò che conta di più per noi è come gli artisti, la maggior parte dei quali ha partecipato all’apertura della mostra, e i nostri stimati ospiti percepiscano il concetto ed esecuzione della mostra. Siamo stati lieti di ricevere un riscontro estremamente positivo da tutte le parti. Questa ricezione positiva costituisce una solida base per i nostri futuri progetti. Sia il Museo ZOYA che la nostra Galleria Steinhauser, così come i nostri progetti internazionali esterni, beneficeranno di questa preziosa esperienza.
Patrik, Bonni, come è condividere un lavoro così importante?
Da 21 anni condividiamo un legame unico, collaborando non solo nella nostra vita professionale ma anche nei contesti intimi della nostra casa. Molti si sono chiesti come questa dinamica duale funzioni senza intoppi. Onestamente, non c’è una risposta semplice; semplicemente funziona. La chiave sta in una comunicazione efficace e armoniosa, che va dai piccoli fatti quotidiani alle decisioni significative. Nonostante le nostre personalità contrastanti, troviamo armonia nelle nostre differenze. Non solo ci completiamo a vicenda, ma sosteniamo anche la crescita individuale nei nostri ruoli rispettivi. Insieme, evolviamo collettivamente e indipendentemente, promuovendo una partnership che sfida i confini convenzionali.

Patrik, ti senti più collezionista o gallerista?
È una domanda intrigante che non ho mai considerato prima. Il mio percorso con l’arte è iniziato in gioventù quando ho iniziato a collezionare. Conservo ancora quella sensazione di eccitazione quando colgo la ‘febbre da collezionismo’ e scopro un artista o un’opera d’arte che mi colpisce profondamente. Tuttavia, le mie radici affondano nella scena del “Do It Yourself” (Fallo da te). All’età di 20 anni, ho organizzato concerti, gestito band e operato due etichette musicali. Attraverso queste esperienze ho imparato l’importanza non solo di consumare, ma anche di restituire. Oggi, questo equilibrio è più evidente nella mia vita. Mentre la mia passione per espandere e completare la mia collezione d’arte come collezionista è infinita, riconosco anche l’importanza di contribuire al mondo dell’arte. Il viaggio nel collezionare arte non ha mai fine, e continua a ispirarmi.
Pensate in futuro di collaborare con qualche importante Galleria italiana e se sì se potete anticipare qualcosa del progetto?
Sì, abbiamo collaborazioni eccitanti in programma. L’anno prossimo, la nostra Galleria Steinhauser ospiterà una mostra collettiva con le opere di Andreas Senoner di Firenze. Inoltre, la Fondazione Mudima pubblicherà una monografia sul nostro artista di punta, Mihael Milunovic, che divide il suo tempo tra Parigi e Belgrado. In particolare, questa pubblicazione includerà testi scritti dal rinomato curatore, il dottor Lorand Hegyi, che ha collaborato con Mihael per molti anni. L’ampia esperienza del dottor Hegyi include incarichi presso il Ludwig Museum di Vienna, il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Saint-Étienne, nonché la direzione del Palazzo delle Arti di Napoli e la collaborazione con la Fondazione Mudima, tra gli altri. Il nostro vivo interesse nel mercato dell’arte italiano ci ha portato a monitorare da vicino diverse gallerie nella regione. Inoltre, la nostra agenzia di comunicazione ha sede a Milano, favorendo una connessione naturale. Prevediamo che questa connessione si rafforzerà in futuro, specialmente considerando i miei legami personali: mia nonna materna era di origine italiana.
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