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La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte … Cosa porta l’ultima festa natalizia?

Credits: ElisaRiva, Pixabay

Conclude il periodo delle feste, portando via quell’atmosfera magica tipica solo di questo periodo dell’anno: la giornata del 6 gennaio 2024, l’Epifania, è oramai prossima, ed anche se il pensiero va ancora ai regali scartati pochi giorni fa, è difficile dire di non stare (già) pensando a quelli che si troveranno nella calza della Befana.

Regali diversi, certo, rappresentati da cioccolatini, caramelle, merendine e ghiottonerie varie, ma anche da cibi salati, per chi non ama particolarmente i sapori dolci. E chissà, qualcuno, sul fondo della calza, potrebbe anche trovare un dono “diverso”, qualcosa di più “personale”, come una promessa d’amore, un piccolo gioiello, un biglietto aereo se si vuole volare in alto con la fantasia…

Sì perché la calza della Befana non è solo un dono per i più piccoli, ma anche per gli adulti, che golosi o meno, non vogliono “sottrarsi” a quella che è una vera e propria tradizione, nonché l’ultimo giorno ufficiale dedicato ai festeggiamenti. Perché infatti farne a meno?

Tutti pronti allora per scegliere la calza “migliore” da regalare, quella che stupisca il destinatario di turno ed assicuri “l’effetto wow”.

Calza della Befana già “composta” oppure vuota e personalizzabile? Le due alternative disponibili.

Potrebbe sembrare “immediato” e semplice come acquisto, ma di fatto non lo è: scegliere la calza della Befana “giusta” richiede infatti di considerare sia i gusti di chi regala la calza stessa, sia – soprattutto – quelli di chi la riceve.

Ecco allora che la prima “operazione” da effettuare è quella relativa alla tipologia di prodotto verso cui indirizzarsi, optando – a seconda delle proprie propensioni in merito – verso una calza già “composta”, dunque piena, oppure vuota, e da riempire secondo il personale gradimento.

La prima soluzione rappresenta indubbiamente un risparmio di tempo, specie per chi è sempre in lotta con l’orologio, perché non prevede la ricerca del contenuto da selezionare. Pecca, però, di personalizzazione, in quanto non prevede alcuna “partecipazione” nella scelta di detto contenuto. E ciò spiega il motivo per il quale sarebbe da preferire l’acquisto di una calza della Befana vuota, da riempire autonomamente. Con dolci, cioccolatini e caramelle, oppure con tarallini, noccioline e merende salate, che rispecchiano i gusti di chi la riceverà.

Una calza vuota, tra l’altro – dettaglio non da poco – permetterà anche una personalizzazione nella scelta del colore o della fantasia, prediligendo, a seconda dei casi, una tinta unita se si ama maggiormente la tradizione, oppure decorazioni natalizie se si preferisce rimanere in tema con il periodo in corso. Come pure permetterà l’aggiunta del nome del destinatario, sia esso da ricamare oppure da incidere, o, ancora, di una foto significativa, legata, ad esempio, ad un momento particolare.

Anche il tessuto concorre alla scelta della calza della Befana. In primis viene in mente la lana, che morbida e calda, si utilizza largamente per realizzare questo tipo di prodotto sia a livello industriale che artigianale. Ma molto adoperati ed apprezzati sono anche materiali quali la iuta e il feltro, che si prestano a “ricevere” figure o dettagli decorativi. E per chi si sente molto “creativo”, una bella idea è quella di realizzare la calza da sé, in lana lavorata ai ferri oppure ricamata all’uncinetto.

Credits: Any Lane, Pexels

La Befana: storia e tradizione di un “simbolo” ancora vivo ed attuale.

Se l’Epifania è una festività cristiana che si celebra 12 giorni dopo il Natale, presente in tutto il mondo, quella della Befana costituisce una tradizione tipicamente italiana, le cui radici affondano in tempi antecedenti all’epoca cristiana. Relativi ai riti propiziatori pagani connessi al solstizio d’inverno ed al raccolto dell’anno nuovo.

Esiste tuttavia una leggenda che lega la Befana (il cui nome si deve ad una storpiatura lessicale del termine “Epifania”, in greco “apparizione” o “manifestazione”) ai Magi, restituendo un’origine che nella cultura popolare è fatta di elementi folkloristici e cristiani.

Secondo detta leggenda i Magi, diretti a Betlemme, non riuscendo a trovare la strada chiesero informazioni ad una vecchietta, che prestò loro aiuto ma si rifiutò di seguirli. Pentitasi in seguito della sua decisione, l’anziana cominciò a cercarli, ma senza fortuna. Preparò allora un sacco colmo di dolci che distribuì per le case, regalando dei doni a ciascun bambino che incontrava, nella speranza di trovare Gesù.

Oggi, nell’immaginario collettivo, la Befana ha l’aspetto di una vecchietta con il naso lungo ed il mento appuntito, che indossa un ampio gonnellone, uno scialle ed un fazzoletto sulla testa. E che viaggia a cavallo di una scopa portando regali a tutti i bambini nella notte tra il 5 e il 6 Gennaio.

Figura assai simbolica, è l’immagine dell’anno oramai passato, mentre i suoi doni sono di buon auspicio per l’anno che sta per iniziare.

Dove festeggiarla? Alcuni luoghi che celebrano la nota vecchina volante con manifestazioni ed eventi a tema.

Si pensa, giustamente, alla calza della Befana da preparare, a questo dono che “chiude” il periodo delle feste. Ma perché non pensare anche di visitare qualcuno dei luoghi in cui la tradizione della vecchina volante è più viva che mai? Sarebbe un’occasione diversa dal solito, ed al contempo, permetterebbe di “calarsi” ancor di più nell’atmosfera “magica” che ruota attorno alla figura misteriosa della Befana. Ecco allora qui di seguito qualche borgo italiano che mette in scena sfilate e rappresentazioni a tema.

Il primo da considerare è sicuramente Urbania, borgo della provincia di Pesaro, nelle Marche, indicato come la residenza ufficiale della Befana in Italia. Un borgo che si configura come la massima essenza in fatto di riti al riguardo da ben 25 anni, e che attira sempre tantissimi visitatori: artisti di strada, bancarelle, spettacoli acrobatici… sono solo un assaggio del fitto programma in calendario.

Ma anche Triora e San Lupo sono due mete da non perdere: vediamo perché.

Noto come il Paese delle Streghe per uno dei più inquietanti processi contro la stregoneria del ‘500, Triora racconta da sé, in ogni angolo, storie di streghe e di magia, conservando un’atmosfera senza dubbio misteriosa.

La stessa atmosfera che pervade il piccolo comune di San Lupo, nel Beneventano, in Campania, dove la leggenda vuole che sia tuttora nell’aria il fantasma di una bella ragazza, nata dall’unione tra un diavolo e una strega, e poi affogata nel fiume dagli abitanti del paese perché accusata di stregoneria. Una vicenda, questa, rievocata il 6 Gennaio con rappresentazioni storiche, che vanno ad unirsi alla celebrazione della Befana. E per chi desidera “omaggiarla”, basta spostarsi nella vicina Benevento ed assaporare il tipico liquore del luogo.

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