29 Febbraio 2024

Il tweed, il tessuto iconico e raffinato dalla tanta versatilità di utilizzo.

Credits: Skylar Kang, Pexels

Evoca uno stile elegante e d’altri tempi, che quasi sembra far fare un tuffo nel passato, e che lascerebbe pensare ad un uso “limitato” solo a determinati contesti, quelli più formali.

Il tweed è un tessuto caratterizzato da un’estrema versatilità, che lo rende facilmente indossabile con altri capi del guardaroba, sia classici sia di tendenza.

Una vera e propria “risorsa”, dunque, quella offerta da questo tipo di lana originaria della Scozia il cui nome deriva da “twill”(armatura a saia, realizzata con un tessuto a rigatura diagonale o con combinazioni somiglianti alla lisca di pesce). L’attuale nome si deve ad una leggenda che vede un mercante di Londra, nel 1830, confondere la parola “twill” con “tweed”, il fiume indicante il confine storico tra Inghilterra e Scozia. Nonché il luogo in cui si concentrava all’epoca la massima produzione di questo tessuto.

Sempre attuale, il tweed racchiude in sé raffinatezza e comfort, a cui si aggiungono una consistenza strutturata – che ne fa un prodotto molto duraturo – e una “conformazione” intrecciata, ottima protezione contro il freddo e l’umidità nella stagione invernale.

Siamo in presenza di un tessuto che “si fa riconoscere” soprattutto per il classico disegno a spina di pesce, da principio realizzato esclusivamente con filati grigi e neri. Ma sono  diversi i colori e i motivi disponibili, tra cui il plain tweed (con motivo diagonale e trama semplice) e il check (quadretto), come pure l’overcheck (a quadri grandi con colori contrastanti sovrapposti), e l’houndstooth (l’inconfondibile pied de poule). Così come sono diverse le “categorie” di tweed: proseguiamo allora nella lettura per saperne di più.

Le diverse tipologie del tweed. 

Il tweed deriva dalla lana shetland grezza, tessuto dalla trama morbida ed insieme resistente, ruvido e indicato per far fronte alle temperature rigide ed agli agenti atmosferici.

Il tweed, il tessuto iconico e raffinato dalla tanta versatilità di utilizzo
Credits: cottonbro studio, Pexels

E “partendo” da Albione esso ha finito per estendersi in tutta Europa. Diverse sono le tipologie di questo tessuto, in considerazione di molteplici fattori, come, ad esempio, le pecore da cui “nasce” il tessuto stesso, l’area geografica di produzione, o la tecnica di lavorazione. Eccole elencate qui di seguito.

  • Harris tweed. Originario della costa settentrionale della Scozia, veniva da principio prodotto servendosi di pura lana vergine, cardata e tessuta a mano. I suoi tratti distintivi sono dati dal disegno spigato chiaro-scuro, dalla vasta scelta di colori, e da una maggiore ruvidezza rispetto agli altri tipi di tweed. Attualmente è un marchio registrato.
  • Saxony tweed. Prodotto in Sassonia, è realizzato in lana Merino, che dà vita ad un tessuto molto morbido e liscio.
  • Donegal tweed. Originario dell’omonima contea, in Irlanda, costituisce una delle tipologie maggiormente diffuse, e si contraddistingue per i puntini arcobaleno presenti sulla superficie, ruvida.
  • Tweed italiani. Sono prodotti essenzialmente a Biella, dove si trova il Lanificio Subalpino, una realtà a conduzione familiare che adopera lana shetland per realizzare una stoffa con i motivi tipici del tweed.

Come indossare il tweed e come abbinarlo.

Vero e proprio evergreen che non passa mai di moda, il tweed è un tessuto versatile e “adattabile” ai diversi contesti, come anticipato ad inizio trattazione: ideale all’aria aperta e in genere in occasioni informali, come pure nel tempo libero, fa la sua bella figura anche in città, indossato per spezzare un outfit monocromatico ed inserire vivacità all’outfit stesso.

E così, per fare qualche esempio, un blazer in tweed, abbinato ai jeans, sarà la soluzione ideale per un look casual e rilassato ed al contempo elegante, laddove invece abbinato ai pantaloni chino si profilerà indicato per l’ufficio e per l’ambiente più “rigoroso” che esso comporta.

Un blazer in tweed a spina di pesce sui toni del grigio rappresenta la scelta più “classica”, quella che si presta al maggior numero di abbinamenti e che “si sposa” con più di una situazione, ma se si vuole “osare” un po’ ci si può orientare verso un tweed scozzese, “alleggerendolo” e “sdrammatizzandolo” con la selezione di capi dalle linee pulite. Come pure si può optare per un “total look”, con un abito intero.

E le calzature? Da prediligere i mocassini o le scarpe brogue in marrone, o, ancora, gli stivaletti stringati. Non vanno poi dimenticati gli accessori, come cravatte o pochette, che completano il proprio outfit aggiungendo una nota di stile (in più).

Una “dritta”: quella di selezionare lo spessore del tessuto a seconda della stagione in corso, perché oggi sono disponibili anche tweed particolarmente sottili, da potersi indossare nella stagione estiva. Senza, dunque, “limitarsi” all’autunno ed all’inverno.

Il tweed, il tessuto iconico e raffinato dalla tanta versatilità di utilizzo
Credits: Alessandro Bonanni, Pexels

Un po’ di storia.

Può essere interessante dedicare qualche nota finale a quella che è la “storia” di questo iconico tessuto, indiscusso tocco di classe al proprio abbigliamento.

Inizialmente indossato dai contadini come protezione dalle intemperie, il tweed divenne un tessuto “nobile” solo nel 1848, quando il Principe Alberto disegnò il famoso Balmoral Tweed. Un tessuto blu puntinato di bianco che in lontananza rievocava il granito delle montagne di Balmoral, perfetto dunque per mimetizzarsi durante le battute di caccia.

È a partire da “qui” che nacquero le prime tenute di tweed e con esse una vera e propria moda, tra i gentiluomini e l’aristocrazia: il tweed veniva scelto per le diverse attività sportive, dalla caccia alla pesca, al tiro al bersaglio, ma anche – semplicemente – per andare in macchina.

Oggi esso continua ad essere apprezzato, come tessuto che trasuda quel fascino rétro a cui è difficile resistere e che ben può entrare a far parte della vita di tutti i giorni. Senza più essere (necessariamente) associato ad uno stile prettamente collegiale, come “voleva” l’immaginario collettivo.

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