Si parla molto, da settimane, di ChatGPT (Chat Generative Pre-trained Transformer), un software basato su intelligenza artificiale che riesce a farsi valere nelle conversazioni dirette con gli esseri umani.
Se si trova ancora in una fase considerata embrionale, il prototipo di chatbot sviluppato da OpenAI, azienda fondata sette anni fa, sembra prefigurare notevoli potenzialità, tanto da essere considerato il fenomeno tecnologico dell’anno appena iniziato.
Ora, però, la situazione è destinata a essere scandagliata ancora più in profondità. Il motivo è da ricercare nell’interesse che secondo le indiscrezioni circolanti sarebbe stato mostrato da Microsoft. Anzi, sembra proprio che l’azienda intenda acquistare ChatGPT. Ove riuscisse a farlo, potrebbe infatti mettere a frutto il programma nelle interazioni con il gran numero di utenti con cui si rapporta ogni giorno.
Come funziona ChatGPT?
Il funzionamento di ChatGPT, disponibile per i test ufficiali dal passato 30 novembre, è molto semplice: occorre infatti collegarsi a chat.openai.com/chat e proporre la propria domanda per avere una risposta. Proprio queste risposte, a differenza di altre applicazioni analoghe, sono però in grado di scavare un vero e proprio solco nei confronti della concorrenza.
Il modo di rispondere di ChatGPT è caratterizzato dalla capacità di scrittura fluente e da quella di riuscire a farlo in un gran numero di diverse materie. Con però un punto debole su cui occorrerà sicuramente lavorare: non sempre le risposte risultano congrue.
Nonostante questi punti da modificare, però, i risultati sono già considerati eccellenti, tanto da spingere Microsoft, che ha già finanziato il progetto con oltre un miliardo di dollari, a pensare sulla maniera migliore di far fruttare i soldi investiti.
Cosa potrebbe fare Microsfot integrando ChatGPT?
Naturalmente, la diffusione delle notizie relative all’intenzione della casa di Redmond ha fatto subito scattare le domande su cosa potrebbe comportare per Microsoft l’integrazione di ChatGPT.
A rispondere è stato in particolare The Information, secondo il quale il primo prodotto ad utilizzarlo sarà Bing, il motore di ricerca aziendale. Un’affermazione ricavata da fonti interne, secondo le quali una nuova versione dotata di ChatGPT in grado di rispondere alle query di ricerca potrebbe essere rilasciata già nel prossimo mese di marzo.
Inoltre, Microsoft è già nella fase dei test tesi a permettere il recepimento dello chatbox in Outlook, Word e PowerPoint.
Nel primo caso il suo utilizzo potrebbe affinare i risultati delle ricerche facendo in modo che gli utenti non siano costretti ad inserire nuove keyword nei campi di ricerca, oltre che suggerendo risposte alle comunicazioni in arrivo.
Per quanto riguarda Word, ove l’intelligenza artificiale è già presente nel completamento automatico e nel controllo ortografico, ChatGPT potrebbe spingersi a proporre migliorie alla scrittura come se fosse un editor, o modifiche ai documenti.
Come reagirà Google?
Prima di poter procedere nelle direzioni ricordate, però, il software di OpenAI dovrà fare ulteriori salti di qualità. Al momento, infatti, ChatGPT sembra in difficoltà nella fase di gestione delle informazioni, soprattutto quando si tratta di capire se un dato è reale, oppure si tratti di un falso.
Ma ancora una volta, il problema più grande potrebbe prospettarsi in termini di privacy. Il programma, infatti, deve essere personalizzato in maniera tale da non arrecare danni ai dati forniti dagli utenti. Il problema deriva proprio dal fatto che si tratta di un modello linguistico di grandi dimensioni, anche se Microsoft ha già fatto sapere di aver conseguito importanti progressi in tal senso.
Intanto, però, a preoccuparsi maggiormente dovrà sicuramente essere Google. Nel caso di un’integrazione di ChatGPT in Bing, Word, Outlook e PowerPoint, infatti, la supremazia di Big G nell’ambito della ricerca e il tentativo di monopolizzare le aziende con Workspace potrebbero presto trovarsi in evidente stato di difficoltà.
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