Nome influente nel panorama culturale italiano, Maurizio De Giovanni è un autore che ama sperimentare vari generi, passando dal romanzo giallo alla narrazione dei sentimenti umani.
Penna fluida e fantasia eccellente sono i tratti distintivi di Maurizio De Giovanni. Elementi che lo rendono uno degli autori più apprezzati della letteratura contemporanea. Classe 1958, De Giovanni approda nel mondo editoriale nel 2005, partecipando ad un concorso letterario per scrittori giallisti emergenti. Una passione, quella per la scrittura, nata negli anni giovanili e poi riemersa nel periodo della maturità. La pubblicazione, nel 2007, del romanzo “Il senso del dolore” segna l’inizio della saga dedicata al “Commissario Ricciardi”. In questa serie letteraria, ambientata nella Napoli degli anni 30, mette nero su bianco un nuovo volto della città, che appare oscura ed oppressa.
Da napoletano che ama raccontare Napoli, De Giovanni si cimenta nella scrittura di diverse serie di romanzi, che vedono coinvolti personaggi ambigui e innovativi, in grado di conquistare l’attenzione dei lettori. Oltre alla saga del “Commissario Ricciardi”, fra le sue fatiche letterarie vanno annoverati i romanzi dei “Bastardi di Pizzofalcone”, di “Mina Settembre”, di “Sara”. Sullo sfondo di una Napoli vivace, materna, straordinaria ma talvolta oscura e feroce. Fatiche letterarie che sono diventate ben presto successi editoriali, tanto da spingere la Rai ad ideare delle serie televisive ispirate alle vicende dei suoi personaggi.
Maurizio De Giovanni torna in libreria con il romanzo “L’antico amore”
Sebbene risulti molto legato al genere del romanzo giallo, Maurizio De Giovanni ama cimentarsi anche in nuove forme. La sua ultima opera, intitolata “L’antico amore”, appare come un romanzo che esplora i sentimenti più autentici dell’essere umano. Un viaggio temporale che ripercorre le tappe dell’amore e le sue varie manifestazioni. Il racconto di tre vite parallele, collocate in diverse epoche storiche, ma unite dallo stesso destino. Il poeta latino Catullo, con le sue tormentate vicende sentimentali e i suoi versi amorosi, risulta essere il filo conduttore dell’intero impianto narrativo. La sua voce da condannato alla sofferenza amorosa guida l’esperienza professionale e personale di un docente di letteratura latina. C’è poi il punto di vista di Oxana, badante di origini moldave che si prende cura di un anziano assorto nei suoi pensieri. In questo nuovo libro, l’amore diventa il ponte fra epoche lontane, unendo le vite di tre personaggi.
In occasione della presentazione della sua fatica letteraria, tenutasi al Teatro Karol a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, abbiamo avuto modo di intervistare Maurizio De Giovanni.
Torna in libreria con “L’antico amore”, la storia di tre vite parallele, unite dallo stesso destino. Lei ritiene che l’amore possa avere una funzione salvifica per i personaggi?
Ritengo che l’amore sia una grande forza salvifica, l’unico sentimento che ci può rendere felici, ma allo stesso tempo l’unico sentimento che può farci precipitare nella più profonda infelicità. Dunque come tutte le parole importanti può avere diversi significati, ai quali dobbiamo stare molto attenti. Credo che non dobbiamo mai dimenticare di parlarne. Noi maschi, a volte, siamo eccessivamente reticenti ad esprimere le sensazioni, ma di amore bisogna parlare sempre, altrimenti si rischia di perderne la parte migliore.
Dunque, proprio per questo motivo, ha deciso di parlare di un sentimento così complesso, in una fase storica segnata da femminicidi compiuti da uomini che hanno perso il vero significato dell’amore?
Si, proprio per sottolineare che l’indifferenza è il contrario dell’amore, e non l’odio. L’odio può essere un’evoluzione dolorosa dell’amore. Pertanto quando l’amore si trasforma in qualcosa di negativo bisogna capirlo in fretta, e prendere le distanze da questo sentimento doloroso che può generare solo altro dolore.
Lei ha scritto esclusivamente romanzi ambientati a Napoli. Come potrebbe definire il suo rapporto con la città natale?
Io non avrei scritto nemmeno una parola se non fossi stato napoletano. Io credo che Napoli sia da raccontare, perché Napoli racconta storie. Inoltre ritengo che l’essere napoletano sia fondamentale per me, affinché sia e continui ad essere scrittore.
C’è qualche scrittore napoletano al quale si è ispirato?
Amo tutti gli scrittori napoletani. Tuttavia posso affermare di avere un legame particolare con Luciano De Crescenzo e con Eduardo De Filippo. Per me sono due cardini della scrittura popolare, ovvero di quella scrittura rivolta al maggior numero di persone possibili.
Cosa pensa del boom turistico che si sta verificando a Napoli?
Penso che sia un fenomeno importante, bello ed interessante. Tuttavia ritengo che l’afflusso turistico vada regolamentato. Bisogna prestare attenzione, perché la deportazione di gran parte degli abitanti del centro storico non è un fenomeno positivo.
Prima di approdare al mondo della letteratura, per anni è stato impiegato in banca. Come ha vissuto la sua vita professionale?
Mi posso dire soddisfatto del lavoro che ho svolto per anni. Ritengo che ogni professione possa essere bella, gratificante ed importante. Grazie all’impiego in banca ho conosciuto tante persone. Il contatto umano è stata la fonte di ispirazione principale per i miei libri.
Sta già lavorando ad un nuovo progetto editoriale?
A breve uscirà il prossimo libro di “Sara”, intitolato “Il pappagallo muto”. Sarà presentato al Salone del Libro di Torino, e sono davvero molto contento di questo traguardo.