16 Febbraio 2023

Ben presto potrebbe essere possibile diagnosticare il Parkinson utilizzando campioni vocali

Courtesy: Ministero della Salute

Un algoritmo in grado di riconoscere le alterazioni vocali che si manifestano precocemente nella patologia potrebbe rappresentare una vera e propria svolta storica per quanto riguarda la lotta contro il morbo di Parkinson.
A indicare questa nuova frontiera è stata una squadra di ricercatori dell’Università di tecnologia di Kaunas (KTU) in Lituania, in concorso coi colleghi dell’Università di Scienze della Salute. Andiamo quindi a vedere cosa sono riusciti a fare nel corso della loro ricerca e perché i risultati ottenuti potrebbero rappresentare punto di svolta realmente fondamentale in tal senso.

Diagnosticare il Parkinson utilizzando la voce dei pazienti, lo studio lituano

La ricerca condotta in Lituania interessa gli oltre dieci milioni di persone che in ogni parte del globo sono costrette a convivere con una delle più diffuse malattie neurodegenerative in assoluto, che con il suo progressivo diffondersi va a limitare funzioni come l’equilibrio e il controllo dei movimenti.
Il team di ricercatori dell’Università di tecnologia di Kaunas (KTU) ha concentrato i suoi sforzi sulla fase di individuazione dei primi sintomi del morbo e per farlo ha utilizzato i dati vocali. È stato il dottor Maskeliūnas, ricercatore presso il Dipartimento di Ingegneria Multimediale dell’ateneo nordico, ad affermare che i mutamenti del linguaggio sono soliti manifestarsi molto prima dei disturbi di carattere motorio. Di conseguenza, proprio questo potrebbe essere interpretato come uno dei primi segnali circa l’insorgenza della malattia.
In conseguenza di questo assunto, il team di ricercatori lituani ha approntato una cabina insonorizzata, all’interno della quale è stato usato un microfono, cui è stato affidato il compito di registrare un discorso pronunciato da due gruppi: il primo affetto dal morbo e il secondo sano.
I risultati ottenuti per questa via sono quindi stati sottoposti ad un algoritmo di intelligenza artificiale, per il quale non necessita un hardware particolarmente impegnativo, ma che anzi potrebbe funzionare tramite una app.

Courtesy: Ministero dell’Università e della Ricerca

Se sono stati gli stessi ricercatori a precisare che il lavoro svolto non aveva come compito la creazione di un percorso alternativo agli esami che sono attualmente utilizzati per l’individuazione del Parkinson, si tratta comunque di una scoperta importante. Grazie a questo metodo, infatti, si potrebbe ottenere una diagnosi precoce, per la quale necessiterebbe soltanto un campione vocale. Resta però da capire se il lavoro portato avanti possa essere replicato anche al di fuori del laboratorio.

Il Parkinson può essere diagnosticato in appena 3 minuti

Il lavoro condotto dalla squadra di ricercatori lituani va ad aggiungersi ad un’altra scoperta recente, sempre relativa al morbo di Parkinson. Nel passato mese di ottobre, infatti, i ricercatori dell’Università di Manchester, nel Regno Unito, hanno a loro volta annunciato l’individuazione di un modo nuovo ed estremamente rapido per poter individuare la malattia.
Il test in questione viene portato a termine in un arco temporale brevissimo, pari ad appena 3 minuti, necessitando soltanto di un tampone cutaneo. Grazie ad esso è possibile procedere all’analisi del sebo, un olio ceroso naturale prodotto dalle pelle, il quale si presenterebbe in maniera diversa nelle persone che sono gravate dal Parkinson.
Il test è fondamentalmente basato sull’osservazione dei biomarcatori mutati. Una volta che sia stato raccolto il campione necessario, i tamponi vengono sottoposti ad un’analisi della loro spettrometria di massa, nel preciso intento di precisarne la loro composizione molecolare.
Le scoperte in questione sono da considerare estremamente importanti, proprio alla luce della progressiva diffusione di questa malattia. Tra quelle neurodegenerative, infatti, proprio il Parkinson è quella che sta dando luogo alla progressione più pronunciata. Una progressione che sembra ben lontana dall’essere fermata. Poter far conto su diagnosi precoci, potrebbe in ultima analisi risultare fondamentale al fine di poter meglio far fronte al suo aggravamento e provare a ritardarlo.

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