Con il ritorno alle mostre d’arte, post pandemia, e la rinnovata possibilità di partecipare alle aste in presenza, non c’è dubbio che gli investimenti in arte contemporanea abbiano avuto un nuovo grande slancio. Su quali artisti italiani investire dunque? La tendenza degli esperti di mercato, tra collezionisti, mercanti e galleristi è volgere lo sguardo ad artisti viventi con una buona storicizzazione e presenza museale. Ecco un primo elenco di artisti viventi italiani (o che risiedono in Italia) su cui varrebbe la pena investire, in ordine alfabetico.
Piero Gilardi Piero Gilardi è un artista italiano che si distingue per la sua capacità di combinare la sua passione per la natura con l’arte. Nato a Torino nel 1942, Gilardi ha iniziato la sua carriera artistica negli anni ’60, esplorando tecniche innovative e materiali non convenzionali come la schiuma di poliuretano e la gomma piuma.
Una delle opere più iconiche di Gilardi è la sua serie di tappeti “Nature Carpets”, realizzati con schiuma di poliuretano e dipinti a mano per rappresentare la flora e la fauna del mondo naturale. Queste opere sono un esempio del suo impegno per creare arte che sia allo stesso tempo esteticamente piacevole e socialmente impegnata. Gilardi ha continuato a esplorare tematiche ecologiche e sociali lungo tutta la sua carriera, utilizzando la sua arte come un mezzo per sensibilizzare il pubblico su questioni importanti e spingere alla riflessione critica.
Questo articolo è stato pubblicato il 26 febbraio, l’artista Gilardi è scomparso a Torino dove viveva e lavorava il 5 marzo 2023. In onore al Maestro Gilardi, manteniamo questi paragrafi a lui dedicati.
Giorgio Griffa Giorgio Griffa è uno dei più importanti artisti italiani viventi, noto per il suo stile pittorico unico e distintivo che lo ha reso una figura di spicco nel mondo dell’arte contemporanea.
Nato il 29 marzo del 1936 a Torino, Griffa ha studiato pittura all’Accademia di Belle Arti della città e ha iniziato a dipingere negli anni ’60. La sua arte è stata influenzata dalle idee del movimento Arte Povera, che ha cercato di riconnettere l’arte con la vita quotidiana e ha sottolineato l’importanza della materialità e della semplicità.
Giorgio Griffa | Credits: ArteAtelier Le opere di Griffa sono caratterizzate da una pennellata gestuale e da un uso minimalista del colore. Utilizza spesso tonalità monocromatiche e materiali naturali come la tela di lino non trattata. Le sue composizioni sono spesso simmetriche e le linee e le forme geometriche sono un elemento ricorrente.
Le opere di Griffa sono state esposte in numerosi musei e gallerie in tutto il mondo, tra cui il Museo d’Arte Contemporanea di Barcellona, il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, e la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Venne chiamato a partecipare alla 57ma Biennale di Venezia.
Ciò che distingue Griffa dagli altri artisti è la sua capacità di combinare l’elemento gestuale dell’arte astratta con l’approccio rigoroso e minimale dell’arte concettuale. Il suo lavoro è una riflessione sul significato dell’arte e sulla sua funzione nella società contemporanea.
Riccardo Guarneri Nato a Firenze nel 1933, Riccardo Guarneri ha sempre avuto una forte passione per la musica e in giovane età si è dedicato alla chitarra e al basso. Tuttavia, durante una tournée in Olanda, la visita ad una mostra sull’ultimo Rembrandt gli ha cambiato la vita: le opere di Rembrandt, caratterizzate dalla luce che attraversa il fondo scuro, hanno ispirato Guarneri a lasciare la musica per dedicarsi completamente alla pittura. Nelle sue prime opere, influenzate dall’Informale, Guarneri ha iniziato a inserire il tema della luce, un elemento che diventerà centrale nella sua ricerca artistica. In seguito, grazie alla conoscenza degli artisti dell’Arte Concreta tedesca, ha abbracciato il segno minimale e la luce come espressione massima dell’essenzialità del gesto artistico.
Credits: Ph Gerardo Grazia Con il suo “quasi bianco” e le sue forme geometriche, Guarneri è entrato nel movimento dell’Arte Analitica o Pittura Pittura, corrente artistica che non ha mai abbandonato. Nel corso degli anni ’70, con il suo stile caratterizzato dal “quasi bianco” e dalle forme geometriche, ha aderito al movimento dell’Arte Analitica o Pittura Pittura, diventandone uno dei maggiori esponenti.
Le opere di Guarneri si trovano in numerosi musei italiani e stranieri, tra cui la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze, il Guggenheim di New York e il Kunstverein di Münster.
Riccardo Guarneri continua a vivere e lavorare a Firenze, dove la sua opera continua a influenzare e ispirare le nuove generazioni di artisti.
Elio Marchegiani Nato a Siracusa nel 1929, trasferitosi a Livorno già nel 1934, il giovane artista inizia a dipingere da autodidatta. Nel 1956, grazie al sostegno del gallerista Bruno Giraldi, intensifica la propria attività artistica e nel 1958 allestisce la sua prima personale presso la galleria livornese. La sua pittura, permeata di temperie informali, è ben accolta dal pubblico e lo porta a presentarsi nuovamente alla Galleria Giraldi nel 1959 e nel 1961.
Marchegiani si dedica sempre più attivamente all’organizzazione di mostre ed incontri culturali e grazie all’incoraggiamento di Gianni Bertini, comincia a viaggiare tra Parigi, Milano e soprattutto Roma, dove stringe amicizia con Lucio Fontana e si lega al Gruppo 70 di Firenze.
Il suo lavoro, basato sull’attenzione per l’opera di Giacomo Balla, Marcel Duchamp e Lucio Fontana e sui legami tra scienza ed immagine, è gestito sul finire degli anni Sessanta dalla Galleria Apollinaire di Milano e dalla Galleria L’Obelisco di Roma.
Credits: ElioMarchegiani.com Nel 1967, Marchegiani vince il premio alla Biennale di San Marino e l’anno seguente è invitato alla Biennale di Venezia, dove si presenta con la ricostruzione di Feu d’artifice ed altre opere lasciate incompiute da Giacomo Balla.
Dal 1969 insegna “Tecnologia dei materiali e ricerche di laboratorio” all’Accademia di Belle Arti di Urbino e successivamente viene nominato alla cattedra di “Pittura” ed infine Direttore dal 1983 al 1988.
Tra le opere più celebri dell’artista si annoverano le Grammature, presenti in varie collezioni museali italiane ed estere. Meritano di essere ricordate anche le committenze franco-americane ottenute al FIAC di Parigi del 1985-1986 e le installazioni definitive a Parigi, al Castello di Blois sulla Loira e successivamente a New York e San Francisco.
Paolo Masi Paolo Masi, un artista fiorentino nato nel 1933, ha dedicato la sua vita all’esplorazione dei materiali e delle forme, creando opere d’arte uniche e sorprendenti. Negli anni ’60, Masi ha iniziato a trasformare i materiali in modo innovativo, portandolo ad unirsi al gruppo di ricerca estetica Centro F/Uno insieme a Baldi, Lecci e Maurizio Nannucci. La sua sperimentazione lo ha condotto alla Pittura Analitica negli anni ’70, dove si è concentrato sulla ritmicità della scomposizione.
Vivendo a New York per un breve periodo di tempo, Masi si è interessato agli elementi urbani più semplici, come i tombini, i muri e i pavimenti, che ha riprodotto con maestria sia con le polaroid che con la tecnica del frottage. Nel 1974, la sua attenzione analitica si è spostata sulle “Tessiture” (tele cucite) e sui cartoni da imballaggio, che ha trattato con varie tecniche pittoriche e non, per elaborare in modo assolutamente personale la struttura di quel materiale povero.
Credits: Segnoline.it Non solo artista, ma anche fondatore di spazi collettivi no profit per l’arte, come “Zona” insieme a Maurizio Nannucci, Masi ha sempre avuto una forte passione per la creazione di comunità artistiche. Dal 2000, questa passione si è trasformata nella gestione di un nuovo spazio collettivo chiamato “Base” sempre a Firenze.
Le opere di Paolo Masi sono state esposte in numerose mostre, tra cui la Biennale di Venezia del 1978, la Quadriennale di Roma del 1986 e in vari musei prestigiosi in tutto il mondo, come quello di Vienna, Francoforte, Belgrado, Rivoli, Parigi, Firenze, Milano e molti altri. Oggi, le sue opere fanno parte di importanti collezioni di musei e fondazioni, rappresentando una testimonianza dell’importanza del suo lavoro per l’arte moderna.
Enzo Migneco, TOGO Enzo Migneco, meglio conosciuto come TOGO, è un celebre artista milanese nato nel 1937. Sebbene la sua città natale sia Milano, ha trascorso i suoi primi anni di formazione a Messina, la città d’origine della sua famiglia, in cui ha avuto l’opportunità di frequentare il Bar Nettuno insieme ad altri giovani pittori negli anni ’50 e ’60, durante un periodo di intenso fermento culturale. Nel 1959 ha tenuto la sua prima mostra personale a Messina, ma ha poi lasciato l’isola per trasferirsi a Milano nel 1961, quando la città era considerata il centro dell’innovazione culturale europea.
Nel 1963 ha aperto il suo studio e ha iniziato a esporre le sue opere, sia personali che collettive, in una carriera che non ha mai conosciuto interruzioni. Negli anni ’70 ha ampliato i suoi interessi artistici passando alla grafica, in cui si è presto distinto come maestro riconosciuto. Nel 1983 TOGO ha fondato il centro d’arte Aleph a Milano, e ha continuato a tenere mostre di pittura e grafica che hanno attirato l’attenzione del pubblico e della critica sia in Italia che in Sicilia, la sua terra d’origine e fonte d’ispirazione costante.
Credits: Togo nel suo studio di Milano Partendo da una pittura basata sul realismo siciliano, Togo ha sviluppato presto un proprio stile liberamente post-impressionista, influenzato dalla bellezza del paesaggio siciliano e dalla predisposizione dell’isola a fondere stili e linguaggi diversi. Elementi di cubismo ed espressionismo possono essere rintracciati nel suo vibrante stile, ma Togo non ha mai perso la sua calda mediterraneità, rappresentando sulle sue tele paesaggi ricchi di energia e colori accesi, che trasmettono l’incanto magico dell’isola e della sua gente.
Ugo Nespolo Ugo Nespolo è un artista italiano nato nel 1941, che ha sperimentato diverse forme e tecniche artistiche, tra cui pittura, scultura, grafica, cinema, teatro e arte digitale. Nespolo ha rivisitato le avanguardie storiche, come il futurismo e il dadaismo, con uno stile ironico e pop, e ha realizzato opere che dialogano con la cultura e la società del suo tempo. Nespolo è considerato uno degli artisti italiani più importanti e originali del panorama contemporaneo.
Hannu Palosuo Nato nel 1966 nella splendida Helsinki, ha vissuto a Stoccolma e Berlino prima di trasferirsi a Roma nel 1989 con una borsa di studio per la facoltà di Lettere e Filosofia presso l’Università degli Studi “La Sapienza”. Lì ha studiato Storia dell’Arte Moderna all’Accademia di Belle Arti e si è innamorato della città eterna. Oggi vive e lavora a Roma e si sente profondamente legato alla città e alla sua vibrante cultura artistica.
L’arte di questo straordinario artista si è fatta conoscere in tutto il mondo grazie alla sua partecipazione alla Biennale di Venezia del 2009 su invito della Repubblica Araba-Siriana. Con la sua installazione pittorica “None of them is the truth”, ha trasformato l’intero spazio a lui dedicato in una sorta di labirinto visivo, in cui lo spettatore viene “inghiottito” all’interno del lavoro stesso. La sua arte è così coinvolgente che anche nelle due edizioni successive della Biennale di Venezia, nel 2013, è stato invitato a partecipare e dove i suoi quadri sono stati esposti insieme a grandi esponenti del passato come Giorgio De Chirico e Concetto Pozzati.
Credits: Ph. Paolo Vezzoli La bellezza del lavoro di questo artista sta nell’evocazione della memoria e del ricordo. I suoi dipinti rappresentano la quotidianità, ma lo fanno in modo inaspettato, con toni contrapposti ma concordanti, per mettere in luce il positivo e il negativo dell’immagine, la sua presenza e il suo vuoto. Il suo stile unico e originale lo rende uno dei più grandi artisti contemporanei, e la sua arte è destinata a influenzare generazioni future di artisti.
Franca Pisani Franca Pisani, nata a Grosseto nel 1956 da una famiglia di artisti, ha avuto la passione per l’arte fin dalla giovane età. A nove anni ha iniziato a frequentare lo studio dello scultore e pittore Alessio Sozzi e dopo la maturità artistica si è trasferita a Bologna per approfondire i suoi studi d’arte alla facoltà di lettere D.A.M.S. diretta da Umberto Eco. Qui ha conosciuto e frequentato Ketty La Rocca, un’artista inserita nel panorama delle avanguardie artistiche internazionali, che l’ha messa in contatto con Eugenio Miccini, fondatore del Movimento “Poesia Visiva”. Nel 1976, ha creato l’Album Operozio, che è stato portato nei musei e nelle università di tutto il mondo da Miccini.
Credits: Ph Paolo Mazzei La sua carriera artistica è iniziata con l’invito del direttore del Centre Pompidou di Parigi, Pontus Hulten, a esporre il suo lavoro nel museo durante l’inaugurazione del Centro nel 1977. Da allora, Franca Pisani ha esposto in molte gallerie e musei in tutto il mondo, tra cui la Biblioteca Hertziana di Monaco di Baviera, l’Università di Chicago, il Museo Marino Marini, il Museo Reina Sofia di Madrid e la Biennale di Venezia. Nel 2015 ha donato il proprio autoritratto alla Galleria degli Uffizi, diventando parte della relativa, unica collezione. Tra segni preistorici, uso di ossidi, lacca, seta di Lione, pittura con sottrazione di colore, oggi Franca Pisani è una delle artiste contemporanee di riferimento in Italia.