Premessa sincera, da uomo a uomo!
Affrontare un tumore è una sfida. Non ci sono frasi fatte che possano alleggerirla. Ci sono, però, strumenti. E tra questi c’è anche la capacità – sì, la forza – di non rinunciare a sentirsi uomini. Con stile, con dignità, con cura di sé. Perché anche durante le terapie oncologiche, il benessere non è un lusso: è una leva per resistere meglio.
Questo articolo non è un manuale medico. È un invito concreto: a non dimenticarti di te stesso, anche nei giorni più duri.
La cura del corpo non si ferma: si adatta
Durante le terapie, il corpo cambia. Può perdere peso, forza, capelli. La pelle si irrita, l’appetito va e viene. Ma non per questo va trascurato. Anzi: prendersene cura è un atto di coraggio.
Cosa puoi fare:
- Idratazione costante: bevi, anche se non hai sete. La pelle ne beneficia, e anche la mente.
- Skincare semplice: crema idratante viso e corpo ogni giorno, soprattutto dopo la doccia. Evita profumi forti.
- Movimento leggero: anche 15 minuti al giorno, se il corpo lo permette. Passeggia, fai stretching, respira.
Non è vanità. È resistenza.
Stile personale: quando lo specchio serve a ricordarti chi sei
Molti uomini in terapia smettono di curarsi nell’aspetto. E questo è comprensibile. Ma ogni gesto, ogni camicia scelta, ogni barba regolata, è un messaggio che mandi a te stesso: “Io ci sono ancora”.
Piccoli accorgimenti che fanno la differenza:
- Scegli abiti comodi, ma che ti piacciono. Evita la tuta solo per “sopravvivere alla giornata”.
- Regola la barba: se c’è. Se non c’è, prenditi cura della pelle.
- Scegli un cappello che ti rappresenta: se hai perso i capelli, fallo con stile. Berretti in cotone, fedora leggeri, sciarpe morbide: ci sono opzioni sobrie, maschili, eleganti.
Vestirsi bene durante la malattia non è superficialità. È identità. E può essere terapeutico.
Nutrizione: mangiare per forza o per forza vivere?
L’alimentazione durante le terapie è spesso un campo minato. Gusto che cambia, nausea, perdita di appetito. Ma rinunciare al cibo è rinunciare a una leva potente: l’energia.
Consigli pratici:
- Pasti piccoli e frequenti: meglio 5 snack che 2 pasti abbondanti.
- Sapore? Reinventalo: il gusto cambia, ma puoi sperimentare con zenzero, limone, erbe leggere.
- Integra solo su consiglio medico: no al fai da te, sì a una consulenza nutrizionale.
Mangiare può tornare a essere un piacere. Anche durante la terapia.
Parla. Anche se non ti viene naturale
Non serve raccontare tutto a tutti. Ma tenere tutto dentro, da soli, può diventare una gabbia. Parlare non è un segno di debolezza. È lucidità. È maturità.
A chi puoi rivolgerti:
- Un amico fidato
- Uno psicologo oncologico
- Un gruppo di uomini che stanno affrontando la stessa battaglia
- Un familiare con cui hai un dialogo sincero
Dire “sto male”, “ho paura”, “oggi è dura” ti alleggerisce. E ti permette di ripartire.
Sessualità ed immagine di sé: se ne può parlare, eccome
Molti uomini evitano l’argomento. Ma le terapie oncologiche, lo sappiamo, possono avere effetti sul desiderio, sull’erezione, sulla libido. Questo impatta sull’autostima, sulla vita di coppia, sulla propria mascolinità percepita.
Messaggio chiaro: non sei solo. E non sei rotto.
Esistono specialisti, andrologi, terapeuti sessuali. Ci sono soluzioni, farmaci, parole che aiutano. Non vivere questo in silenzio. È parte della tua identità, e merita rispetto.
Rituali quotidiani: ancora più importanti oggi
La giornata può sembrare lunga, oppure confusa. I ritmi si spezzano. Ma proprio per questo è utile creare dei piccoli rituali di benessere che segnano il tempo, e danno struttura.
Esempi concreti:
- Una doccia calda la mattina
- Un momento di silenzio o meditazione
- Una playlist da ascoltare ogni giorno
- Scrivere due righe su un taccuino
- Un tè o un caffè in balcone, al sole
Sono cose semplici. Ma possono diventare ancora più importanti della terapia stessa. Perché aiutano a ritrovare te stesso.
Non sei la tua malattia
La diagnosi esiste. Le terapie esistono. Ma tu sei altro. Sei anche padre, figlio, amico, partner, imprenditore, creativo, sportivo, curioso. Sei ancora tutto quello che eri, anche se oggi cammini più lentamente.
Non ridurti al tumore. Non lasciarti definire dalla cartella clinica. Ogni giorno che scegli di prenderti cura di te stesso è una vittoria. Di stile. Di dignità. Di forza vera.
Non si tratta di fingere che vada tutto bene. Si tratta di scegliere, ogni giorno, di esserci.
Con stile, con rispetto, con attenzione. Anche nelle settimane difficili. Anche quando il corpo sembra stanco e la mente è affollata.
L’uomo che non molla non è quello che non crolla mai. È quello che, anche dopo aver ceduto, si rialza. Si lava la faccia. Si veste. Esce. Parla. Si guarda allo specchio. E si dice: “Anche oggi ci sono. E mi prendo cura di me.”